L’interrogativo di Papa Francesco: “mi viene al cuore la domanda: Perché soffrono i bimbi?”

Bergoglio ha parlato così ai partecipati al Congresso “Digestive Surgery. New trends and spending review”, promosso dalla Società italiana di chirurgia oncologica. “Solo Cristo dà senso allo scandalo del dolore innocente

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Città del Vaticano – “Tante volte mi viene al cuore quella angosciata domanda di Dostojevski: ‘perché soffrono i bambini?’“. Papa Francesco lo ha confidato oggi incontrando i partecipati al Congresso “Digestive Surgery. New trends and spending review” della Società italiana di chirurgia oncologica, promosso dall’Università “La Sapienza” di Roma e dall’Ospedale Sant’Andrea. “Solo Cristo – ha continuato il Pontefice – dà senso allo scandalo del dolore innocente“.

A Cristo, crocifisso e risorto, anche voi – ha assicurato il Pontefice rivolto ai chirurghi oncologi – potete sempre guardare nel compimento quotidiano del vostro lavoro“. “Cari amici – ha poi concluso – domani inizia la Settimana Santa, che culmina nel Triduo della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù. Qui la sofferenza umana è assunta fino in fondo e redenta da Dio. Da Dio-Amore. E ai piedi della Croce di Gesu’ noi incontriamo anche la Madre addolorata. Ella è Madre dell’umanità intera, ed è sempre presente vicino ai suoi figli malati e infermi. Se la nostra fede vacilla, la sua no.  Maria sostenga anche voi e il vostro impegno di ricerca e di azione“.

Nei giorni scorsi proprio Papa Francesco ha approvato il decreto che riconosce le virtù eroiche di Luigi Rocchi, il giovane di Tolentino che immobilizzato nel suo letto per 30 anni rispose a suo modo al quesito di Dostojevski: “Tante volte mi sono chiesto il perchè di tanto soffrire, di tanto dolore. Ma Gesù stesso non ha voluto chiarire questo mistero. Egli non è venuto per toglierci la sofferenza, né per spiegarla. Ci ha insegnato il modo per farne veicolo e causa di salvezza“.

La sofferenza – scrisse Luigi Rocchi in una celebre lettera – in sé non ha valore, ed è abominevole, schifosa, credimi: io ne so qualcosa, io che la vivo tutti i giorni e ogni giorno aumenta e diventa piu’ gravosa. Ma il valore sta nel sopportarla per amore degli altri. La sofferenza, la croce fece ribrezzo pure a Gesu’: ‘Padre, se è possibile, allontana da me questo calice…’. Gli faceva ribrezzo, ma Lui l’accetto’, l’affronto’ per amore degli altri”. “Voglio imitare Gesu’, che non ha amato la Croce, ma ha amato noi a costo della croce”, spiegava mettendo ben in chiaro che non si tratta di “soffrire volentieri, piuttosto di decidere volentieri di far fruttare anche la sofferenza“.

Rocchi faceva così. “Non mi sento né solo né inutile, perché – spiegò ai suoi amici – ho amore per tutto e per tutti“, continuando a “sentirmi un niente, ma un niente visitato da Dio“.

Per comprendere queste parole occorre avere il dono della Fede (e forse non è sufficiente una fede semplice, ma occorre l’abbandono integrale alla volontà di Dio, che non significa immobilismo e irresponsabile inazione). Chi non ha la fortuna di questo dono non può comprenderle.

(Credit: AGI)