Lirica, Mosca censura opera di Glinka perché contiene le parole “Kiev” e “Dnepr”

Dopo l’ignominia dello schieramento di truppe senza insegne, in violazione del diritto internazionale, il governo russo cambia scenario e passa alla farsa, censurando un’opera lirica per la presenza di “parole proibite”. Qualcuno avverta Putin del ridicolo di cui si sta circondando, da leader di una superpotenza (politica)

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Mosca – Un’aria dell’opera “Ruslan e Lydmila“, del noto compositore russo Mikhail Glinka, è stata cancellata all’ultimo minuto dal programma del concerto per le “Giornate del patrimonio storico e culturale di Mosca“.

Il motivo della cancellazione risiede nel fatto che l’aria contiene le parole “Kiev” e “Dnepr” (il fiume che bagna la capitale ucraina). A denunciare la censura delle autorità russe è stata la presidente della Fondazione Mikael Tariverdiev, Vera Tariverdieva, incaricata di presentare alcuni numeri musicali per l’evento.

Il programma, a suo dire, era stato già approvato due settimane fa, ma oggi il rappresentante del Dipartimento per la cultura di Mosca ha cancellato l’aria di Lyudmila, perché nel testo si citano Kiev e il fiume Dnepr.

Secondo Radio Eco di Mosca, citata dall’agenzia AGI, l’amministrazione comunale ha ammesso che il pezzo è stato eliminato dall’evento, ma ha negato che dietro la decisione vi fossero motivazioni politiche, senza però fornire ulteriori spiegazioni.

Con tutta evidenza, al Cremlino stanno perdendo la freddezza per non farsi scappare la situazione dal pieno controllo. Se utilizzo di truppe senza insegne – in piena violazione del diritto internazionale – ha mostrato il volto oscuro del governo russo, la decisione di censurare l’opera “Ruslan e Lydmila” ne mostra invece il coté ridicolo. Il prossimo passo è quello di cancellare l’Ucraina dalle carte geografiche?

In realtà, in Occidente si teme proprio questo, che la Russia abbia colto la palla al balzo di certi fenomeni (forse eterodiretti) che hanno investito l’Ucraina, per annettersi la maggior parte del territorio di Kiev: a quel punto, Kiev e Dnepr riemergerebbero nel lessico consentito in Russia, ma con un significato decisamente depotenziato.

(fonte: AGI) © RIPRODUZIONE RISERVATA