Lewis Hamilton domina il GP di Cina e si mette in scia a Rosberg in classifica iridata. Alonso 3°, una mezza vittoria

Rosberg secondo, una gara con doppio animo. Partenza a razzo di Massa, che si tocca con Alonso (nessuna conseguenza per entrambi), ma poi i meccanici Williams rovinano tutto al pit. Lotta in Red Bull: Ricciardo strapazza Vettel, che disubbidisce al team order

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Shanghai – Lewis Hamilton aveva prenotato la vittoria del Gran Premio di Cina già ieri in qualifica, ha solo dovuto aspettare per ritirare la coppa della vittoria. Missione compiuta, quella di oggi sul circuito di Shanghai, per il campione del mondo 2008, lanciato sul compagno di squadra Nico Rosberg, secondo sul podio, con un risultato che è una mezza vittoria considerate le circostanze in cui è maturato il risultato: problemi in tutto il week-end, telemetria della monoposto in tilt fin dal via.

Una crisi di interpretazione dei dati che dice molto sull’attuale situazione tecnologica vissuta dai piloti più giovani (di anagrafe), ma che è nella natura della neo-modernità delle corse.

Ha invece il sapore antico della battaglia con le unghie e con i denti il terzo posto di Fernando Alonso, conquistato con una strategia di gara perfetta (anticipando Vettel al primo pit stop) e con una condotta superba. Il pilota spagnolo si è vestito la F14T addosso, il risultato opaco di Räikkönen (solo 8°) lo testimonia in modo incontrovertibile, malgrado i guai del finlandese nelle prove libere, che hanno marcato l’intero fine settimana cinese. Per la Ferrari un piccolo passo avanti, ma il gap di competitività della monoposto è troppo elevato nei confronti delle Mercedes di Hamilton e Rosberg. Mattiacci, neo-team principal, porta a casa un welcome present (regalo di benvenuto), ma è solo una fortunata circostanza.

La fortuna può essere invocata nel caso del contatto in partenza tra Massa – autore di un balzo da canguro nella parte sporca della pista – e Alonso: incidente di gara, per cui nessuno dei due ha avuto colpa: semmai, qualche appunto andrebbe fatto a Ricciardo, che ha chiuso il brasiliano, ma nelle concitate fasi dello start ci può stare.

In Red Bull, in crisi proattiva…, il duello tra Ricciardo e Vettel tiene banco, anche al muretto box. Il quarto e quinto posto dell’australiano con radici siculo-calabre e del tedesco non sono l’optimum del risultato, ma costituiscono il massimo possibile in questo momento. Il disubbidiente Vettel ha dovuto cedere all’arrembante Ricciardo, che mostra di interpretare meglio il pacchetto monoposto-motore-gomme del plurititolato team-mate. Non finirà in Cina questa lotta, perché Red Bull guarda al futuro e la “libertà” data all’australiano ne è plastica testimonianza.

Hülkenberg ha conquistato punti insperati per la Force India-Mercedes, in crisi nelle libere, poi ridotta in qualifica con il pilota tedesco. Ma è Perez ad aver compiuto l’impresa, partendo dal 16° posto e conquistando i due punti del 9° posto con grande determinazione.

Bottas – con il settimo posto – attenua la giornata nera della Williams, che per tradizione a volte perde ai box quel che guadagna in pista. Detto della fortuna di Massa in partenza, al pilota brasiliano è toccato il buco nero in cui di tanto in tanto cade il team di Grove: confusione al primo pit, gomme posteriori sbagliate, sosta interminabile e nervosismo negli occhi del pilota, che però matura un credito assoluto con la squadra. Il risultato vero per Massa è di non aver abbandonato l’aplomb nel dopo gara verso il team (almeno pubblicamente), cui bisognerebbe ricordare di non farsi di Martini “prima” della gara, semmai “dopo”…

Infine a punti Kvyat, che non deve più dimostrare niente. Una continuità di risultati che rende il futuro sportivo del russo-di-Roma più roseo.

McLaren in crisi, con entrambi i piloti fuori dai punti. Maldonado, con il 14° posto, può sorridere visto da dove è partito (ultima posizione), mentre l’altro pilota della Lotus ha dovuto ritirarsi. Kobayashi ha vinto il duello tra Caterham e Marussia, nelle retrovie sono soddisfazioni…(si fa per dire).

Ci sono due temi fondamentali che vogliamo evidenziare: la rivalità in Mercedes e il valore di Fernando Alonso in Ferrari.

Hamilton sta vincendo il confronto con Rosberg sul piano tecnico e su quello psicologico. Aver “ringraziato” Rosberg per i punti portati al team in Cina equivale al sorpasso di Alonso su Massa all’ingresso della pitlane nel 2009, perché significa “marcare il territorio”, stabilire le gerarchie reali. Rosberg l’ha compreso bene, ora deve lavorare per compensare e bloccare l’arrembata del compagno di squadra. Se vuole rimanere leader della classifica iridata deve sopravanzare Hamilton nel prossimo gran premio in Spagna. Intanto Lewis si gode il 25° gran premio vinto in carriera e l’affiancamento di due miti della Formula 1, Jim Clark e Niki Lauda.

Fernando Alonso ha mostrato il proprio valore – anche psicologico – a Shanghai. Sa di correre con una monoposto inferiore alla Mercedes, ma ha attenuato il gap con la calma di chi vuol togliersi dalla testa l’obiettivo di vincere il campionato – un obiettivo irrealistico in questo momento – ma intende conquistare il massimo possibile in ogni appuntamento. La diatriba interna alla Mercedes potrebbe riservare spazi insperati, se così fosse Alonso è certo che sarà nella posizione di mettersi in mezzo.

La Ferrari riparte dalla Cina con una certezza: non si deve fare scappare Alonso, che appare sempre più maturo come uomo, che come pilota. Un dato che anche a noi – che non siamo tra i suoi più sfagatati fan – lo fa sembrare diverso. Sotto il profilo tecnico, Marchionne, Montezemolo e compagnia dirigendo si facciano un esame di coscienza. I margini di dominio del motore Mercedes sono tali perché la casa tedesca crede filosoficamente nello scenario ibrido-elettrico per le vetture di serie e sta sperimentando in Formula 1 quel che applicherà sulle macchine stradali. Una lezione per il futuro, a prescindere da Stefano Domenicali (che certo non ha mai determinato le scelte tecniche).

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Un pensiero su “Lewis Hamilton domina il GP di Cina e si mette in scia a Rosberg in classifica iridata. Alonso 3°, una mezza vittoria

  • 20/04/2014 in 18:51:49
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    Sono d’accordo sulla valutazione di Alonso, non mi sorprende che non si citi neppure Kimi R. perché, con 11 pti in 4 gare è tecnicamente inesistente. Atteso che ha una macchina da cui possiamo attenderci ben poco, viene il dubbio che la sua vettura sia assai diversa da quella di Alonso. Infatti, tra ben poco e nulla esiste ancora uno spazio da coprire: quali i motivi di questa stasi? Kimi ha sempre detto che il lavoro da fare è ancora molto, ma da gara a gara qualche pur piccolo segnale si dovrebbe vedere. Insomma, senza abbandonarsi a insensate speranze, è legittimo attendersi qualcosa di più da un ex Campione del Mondo. Archiviato anche il 2014 per quanto riguarda qualsiasi titolo, la Scuderia Ferrari dovrebbe puntare al secondo posto tra i costruttori, ma di questo passo, anche con un Alonso in crescendo, credo che tale traguardo resti un miraggio.

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