Palermo, piaga parcheggiatori abusivi. Fermato tunisino per minacce e danneggiamenti

Nel capoluogo siciliano quella dei parcheggiatori abusivi è una piaga assoluta, che prospera nel silenzio delle istituzioni. Tranne quando la violenza diventa palese e le forze di polizia non possono non rispondere alla “chiamata” dei cittadini

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Palermo – Poliziotti dell’Ufficio Prevenzione generale e Soccorso pubblico hanno tratto arrestato un parcheggiatore abusivo, Daieb Ridha di 54 anni, di nazionalità tunisina, accusato di estorsione nei confronti di una giovane donna.

Venerdì scorso, di sera, in piazzetta della Canna la vittima aveva parcheggiato la sua auto senza curarsi della presenza di due uomini sul posto. Il tunisino a quel punto ha chiesto alla giovane donna il “prezzo del parcheggio”. Dinanzi al rifiuto, i due hanno cominciato a inveire contro la ragazza, minacciando che avrebbero danneggiato la vettura.

La giovane si è comunque rifiutata con fermezza e i due hanno iniziato a colpire con calci e pugni l’automobile, cercando di forzare le portiere che la ragazza aveva velocemente provveduto a chiudere, rifugiandosi all’interno dell’autovettura.

Nello stesso tempo, la giovane provvedeva a chiamare il 113. Gli agenti della volante della polizia giunti sul posto hanno fermato il tunisino, mentre il “collega” se la dava precipitosamente a gambe.

Dopo la convalida del fermo, per Daieb Ridha è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ma non l’arresto. La polizia ha in corso le indagini per accertare l’identità dell’altro “parcheggiatore” bricoleur.

Il parcheggio abusivo è a Palermo – come in molte città del Sud Italia (e forse non solo…) una vera e propria piaga. Su Facebook sono perfino nati gruppi di coordinamento per la lotta contro questa forma di microestorsioni (esempio “Posteggiamo i posteggiatori”, raggiungibile qui), che in tempi di vacche magrissime sono sempre meno tollerate.

Tuttavia le istituzioni non hanno mai affrontato il problema alla radice, ma non possono non intervenire come nell’episodio di venerdì scorso, di fronte all’uso palese e distinto della violenza. Negli altri casi, vige l’ordine di “girarsi dall’altra parte”, far finta di non vedere, lasciando i cittadini – soprattutto i più indifesi – alla mercé di personaggi in cerca d’autore che non hanno niente da perdere e che esercitano un potere di controllo su pezzi di territorio, per quanto limitati siano, spesso a servizio della criminalità organizzata.

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