Siria, ribelli dell’ELS: ”Dall’Oglio è vivo e in mano a miliziani jihadisti dell’ISIL (Islamic State of Iraq and Levant”

Secondo fonti dell’Esercito libero siriano, citate da Adnkronos International, “non sono in corso trattative per il rilascio del gesuita italiano” rapito il 27 luglio 2013 nei pressi di Raqqa. Ruolo chiave del Qatar nella trattativa per il rilascio dei quattro giornalisti francesi

Padre Paolo Dall'Oglio

Roma – Padre Paolo Dall’Oglio, rapito il 27 luglio 2013 nei pressi di Raqqa nella Siria settentrionale, “è vivo e in mano ai miliziani dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante“, l’ISIL. Ne sono convinti fonti dell’Esercito libero siriano (Els), l’opposizione armata contro il regime siriano, interpellate da Aki-Adnkronos International dopo la liberazione di quattro giornalisti francesi che si presume siano stati rapiti nel giugno scorso in Siria dai miliziani qaedisti dell’ISIL e il cui rilascio è stato annunciato sabato attraverso un comunicato dell’Eliseo.

Siamo certi che Dall’Oglio sia vivo e si trovi in una delle prigioni dello Stato Islamico nel nord della Siria. Per motivi di sicurezza non riveleremo dove si trova”, hanno ribadito le fonti. Le fonti dell’Els sostengono che, secondo le informazioni in loro possesso, “non sono in corso trattative per la liberazione del gesuita italiano”.

L’Unità di crisi della Farnesina, interpellata dall’Adnkronos per un aggiornamento sul rapimento Dall’Oglio, ha risposto che “la vicenda viene seguita con il massimo impegno e, come per tutti gli altri casi, è opportuno mantenere il massimo riserbo”. Dall’Oglio, 59 anni, ha trascorso 30 anni in Siria, dove ha fondato la comunità monastica di Mar Musa, a nord di Damasco.

RIBELLI: RUOLO CHIAVE QATAR PER RILASCIO GIORNALISTI FRANCESI – Fonti dell’Esercito libero siriano attribuiscono alle autorità del Qatar “un ruolo fondamentale” per la liberazione dei quattro giornalisti francesi, Didier Francois, Edouard Elias, Nicolas Henin e Pierre Torres. In una dichiarazione ad Aki le fonti hanno ribadito che Doha, che gode di ottimi rapporti politici ed economici con Parigi, “ha svolto un ruolo chiave, più di qualsiasi altro Paese, per il rilascio dei giornalisti” in una operazione “molto complessa. I giornalisti sono stati scambiati da una milizia armata all’altra”.

È noto che il Qatar abbia partecipato, insieme al Libano, alle trattative per la liberazione delle suore greco-ortodosse di Maalula avvenuta il 9 marzo scorso.

Secondo quanto riportato dai media turchi, i quattro giornalisti sono stati trovati da soldati turchi sul confine con la Siria nella provincia di Sanliurfa. I quattro avevano le mani legate e gli occhi bendati. Del loro rapimento erano stati accusati i militanti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante.

Didier François, inviato della radio Europe 1, e il fotografo Edouard Elias erano stati rapiti a nord di Aleppo il 6 giugno scorso, mentre Nicolas Henin, giornalista di Le Point, e Pierre Torres, fotografo freelance, erano stati sequestrati due settimane dopo, il 22 giugno, a Raqqa.

(Adnkronos/Aki/Ign)