Legale dell’ambasciatore Bosio rivela: pressioni accusatrice per portare processo a Manila. Chiesto intervento Farnesina

Elisabetta Busuito, avvocato italiana del diplomatico, denunzia: pericoloso spostamento della procedura da un piano giudiziario a uno politico. Chiesto l’intervento del Governo italiano e della ministro degli Esteri, Federica Mogherini

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Roma – “Chiedo l’intervento del Governo italiano e smentisco l’esistenza di alcun contatto tra noi e il pubblico ministero o il ministro della Giustizia filippini per perorare la causa di Daniele Bosio, il nostro connazionale e diplomatico ancora trattenuto in carcere a Binyan, nelle Filippine“. Lo ha affermato l’avvocato italiano Elisabetta Busuito, dopo essere entrata in possesso di una lettera del 12 aprile scorso con cui l’attivista australiana Lily Flordelis, accusatrice di Bosio, scrive al ministro della Giustizia filippino perché sposti il procedimento contro il nostro diplomatico dalla provincia di Laguna, circa 34 chilometri a sud di Manila, dov’è avvenuto il fermo del funzionario italiano, alla capitale Manila. Una richiesta che, riferisce l’avvocato, sarebbe stata avanzata sulla base di non meglio precisate influenze che il Pm coinvolto starebbe subendo.

L’attivista“, ha spiegato Elisabetta Busuito, “mentre chiede l’inibizione dell’intero collegio giudicante, dichiara che la richiesta sarebbe motivata da ragioni che non possono essere svelate qui per ragioni di sicurezza“. Ma, rileva ancora il legale, “oltre a non indicare contenuto e fonte di tali presunte influenze, la persona non ha indicato alcuna circostanza al riguardo né nel documento diretto al ministro, né nel corso dell’udienza dello scorso 16 aprile e delle tante interviste rilasciate in quella occasione“.

L’avvocato, intenzionata a tutelare l’immagine professionale del team di difesa italo-filippino che rappresenta, ha informato che “l’attivista ha riferito al ministro che il mantenimento del procedimento presso il Tribunale di Binyan a Laguna impedirebbe di ‘assicurare la giustizia’ in circostanze – anche in tal caso non identificabili – utili a dimostrare l’esistenza di progressive pressioni dei difensori, italiani e filippini, per l’ambasciatore Bosio“. “Ma ora, con questo improprio coinvolgimento del governo filippino, la signora Flordelis, che sembra mossa solo dalla volontà di creare scalpore senza alcuna ricerca della verità, sta esercitando per prima proprio quelle pressioni che imputa a noi senza prova alcuna“, ha insistito l’avvocato Busuito.

Per la difesa del funzionario italiano, “il caso si sta quindi pericolosamente spostando dalla propaganda sociale cercata fin dall’inizio dall’Organizzazione filippina, a quella politica“: “Auspico, a questo punto, – ha chiesto l’avvocato Busuito – un intervento del governo italiano o del ministro degli Affari Esteri, affinché, mediante i rispettivi canali diplomatici, consentano a un proprio funzionario di essere sottoposto ad un procedimento giudiziario regolare davanti a un giudice competente“, ha concluso l’avvocato.

Si muoverà la ministro Federica Mogherini perché un funzionario dello Stato subisca un processo giusto e non influenzato da qualsivoglia manovra, perché si possa dimostrare la sua innocenza? Ne dubitiamo fortemente. Il tema è scivoloso e in piena campagna elettorale nuocerebbe all’immagine di un Governo lanciato alla ricerca spasmodica di consenso (a futura memoria elettorale interna).

(Fonte: TMNews)

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