Odessa, filorussi attaccano centrale polizia. Pinotti: ‘Italia pronta a intervento di pace’

La polizia di Odessa ha rilasciato 67 separatisti. Il premier ucraino assicura che sull’incendio in cui sono morte 46 persone verrà fatta un’indagine esaustiva. E accusa i capi dei servizi e delle forze di sicurezza: Non hanno fatto nulla per fermare le violenze. Russia a Usa: Fermate offensiva di Kiev. Papa Francesco: Prego per le vittime”

Ukraine's riot police disbanded

Kiev – Un gruppo di attivisti filorussi ha attaccato la centrale di polizia di Odessa, la città nel sud dell’Ucraina teatro due giorni fa dei violenti scontri che hanno provocato l’incendio in cui sono morte 46 persone. Lo riporta il sito dell’agenzia Interfax.

Le nuove violenze si sono registrate al termine di una manifestazione a cui hanno partecipato circa 2000 oppositori al governo di Kiev. Armati di bastoni hanno assaltato la centrale di polizia, sfondando una porta ed entrando per chiedere la scarcerazione dei militanti filorussi arrestati. A questo punto sono intervenuti agenti delle unità speciali che hanno fatto retrocedere i dimostranti.

La polizia di Odessa ha poi rilasciato 67 separatisti filorussi, arrestati dopo i violenti scontri di venerdì. Lo ha rivelato l’agenzia Interfax, secondo cui la polizia ucraina ha scarcerato i fermati dopo che militanti filorussi avevano assalito la centrale di polizia.

I dimostranti, alcuni dei quali avevano il volto coperto ed hanno usato armi improvvisate, hanno distrutto finestre e porte ed hanno anche usato un camioncino per sfondare una cancellata. Gridavano – secondo quanto riporta la BBC – slogan inneggianti alla Russia ed ai russi “che non abbandoneranno la propria gente“. La polizia avrebbe cercato di reagire, ma poi, a quanto riporta l’Interfax, ha deciso di negoziare con i dimostranti e rilasciare parte dei fermati.

I separatisti filorussi di Donetsk affermano di aver occupato di nuovo diversi centri che erano stati ripresi dalle forze di Kiev. “Nel corso della notte durante sanguinosi combattimenti segnati da perdite sul fronte nemico siamo riusciti a riprendere Kramatorsk, il villaggio di Andreyevka, Konstantinovka e Horlivka“, ha dichiarato all’Interfax, Miroslav Rudenko, uno dei leader di quelle che Mosca chiama le forze di autodifesa.

Il ministro dell’Interno ucraino ad interim, Arsen Avakov, ha annunciato che l’operazione anti-terrorismo contro i separatisti filo russi continua nell’est dell’Ucraina dove sono stati dispiegati nuovi elicotteri e tank corazzati. Il ministro ha riferito che almeno un attivista filorusso è rimasto ucciso e altri due feriti, a Lugansk. Sono stati poi sgombrati edifici governativi che erano stati occupati dai separatisti a Mariupol, città portuale nel sud est dell’Ucraina. “I terroristi hanno usato contro di noi artiglieria pesante ma noi abbiamo mantenuto le posizioni“, ha detto Avakov. Diversa la versione degli scontri fornita dal portavoce dei separatisti: “ci hanno dato cinque minuti per lasciare l’edificio e poi hanno aperto il fuoco“.

Il premier ucraino Arseniy Yatsenyuk ha dichiarato alla BBC che i capi dei servizi e delle forze di sicurezza ucraine hanno “la responsabilità di non aver fatto nulla per fermare” le violenze che hanno portato all’incendio che ha provocato 46 vittime a Odessa. Yatsenyuk ha assicurato che sulla vicenda verrà fatta “un’inchiesta esaustiva e indipendente“.

La maggior parte delle vittime erano separatisti filorussi che si erano barricati nell’edificio dove è divampato l’incendio. Ricordando che è già stato sostituito il capo della polizia di Odessa, il premier ha detto che l’ufficio del procuratore generale “sta indagando su tutti, a cominciare dal capo della polizia, i suoi vice ed ogni singolo agente“. “Quelle forze di sicurezza si sono mostrate inefficienti e hanno violato la legge“, ha concluso.

Yatsenyuk, comunque, ha ribadito la convinzione del governo che siano stati gruppi manovrati dalla Russia a “provocare i disordinicon l’obiettivo di orchestrare “una vera guerra per eliminare l’Ucraina e l’indipendenza ucraina“.

20140424-roberta_pinottiLa Russia ha chiesto che l’Osce e il Consiglio d’Europa reagiscano all’operazione anti-terrorismo che le forze del governo di Kiev stanno conducendo nell’est dell’Ucraina. Il ministero degli Esteri russo, in una nota, accusa il governo di Kiev di portare avanti “un’azione punitiva contro il popolo”.

Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, su Twitter ha scritto: “Se Onu dovesse ravvedere necessità intervento peacekeeping, penso Italia sia in condizione di dare il suo contributo a iniziative multinaz“. La dichiarazione replica il concetto espresso a loop in un’intervista concessa dalla ministra della Difesa a Francesco Bei, pubblicata da “la Repubblica“, nel corso della quale mostra ancora una volta un piglio decisionista, ma forse sconnesso dalla realtà operativa e dalle attuali capacità finanziarie italiane.

Se ci lamentiamo di essere in affanno a causa della spesa di nove milioni di euro al mese per condurre con serenità l’operazione “Mare Nostrum“, come potremmo affrontare un corpo di spedizione in Ucraina, sebbene sotto la bandiera delle Nazioni Unite? Uno status – quello dei peacekeepers – che si attaglia bene agli italiani, ma non alle loro attuali casse. La ministro Pinotti lo sa?

Papa Francesco, al termine della recita del Regina Coeli a Piazza San Pietro, ha invitato i fedeli ”ad affidare alla Madonna la situazione in Ucraina, dove non cessano le tensioni. La situazione è grave. Prego con voi per le vittime di questi giorni, chiedendo che il Signore infonda nei cuori di tutti sentimenti di pacificazione e di fratellanza”.

(Adnkronos)