Matteo Renzi: ”Errore trattare con ultrà”. Napolitano: club rompano legami

Dopo i fatti dell’Olimpico prima della finale di Coppa Italia, il premier annuncia per l’estate un piano: “Le società dovranno prendersi cura anche economicamente dell’ordine pubblico”. Sulla stessa linea il presidente della Repubblica: “Severità e interventi adeguati”. Allo studio del Viminale raddoppio Daspo per recidivi e ampliamento reati

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Roma – “Credo che sia stato un errore decidere di andare a parlare con i tifosi. Bisognava partire, giocare la partita. Chi ha deciso di coinvolgere i tifosi si è sentito più garantito da questa scelta, ma per me è stato un errore“. Il premier Matteo Renzi, in una lunga intervista concessa a Bruno Vespa, conduttore di ‘Porta a Porta’, è intervenuto sugli scontri avvenuti fuori dall’Olimpico prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli, annunciando per l’estate un piano di ordine pubblico, che prevede anche spese per i club di calcio. “Tra giugno, luglio e agosto convocheremo le società, la Lega calcio e il Coni. E stabiliremo il principio fondamentale per portare le famiglie negli stadi: le società dovranno prendersi cura anche dell’ordine pubblico, pure dal punto di vista economico“.

Tutto rimandato a dopo le elezioni, per ora il governo non farà nessun “annuncio spot“. “Ho visto, tra le forze politiche – nota Renzi – troppi sciacalli buttarsi a pesce per guadagnare due, tre voti in più in vista della campagna elettorale. Ho sentito troppe polemiche pretestuose“. Insomma “sarebbe facile dire ‘prenderemo provvedimenti’ per la campagna elettorale a me non va. Le regole ci sono, ma vanno innanzitutto rispettate, poi discuteremo di tutto, dal Daspo a vita ad altre proposte“.

Di sicuro, ha aggiunto il presidente del Consiglio, il “calcio non lo lasceremo a quelle persone, non lo lasceremo ai vari Genny ‘a Carogna. Lo ridaremo alle famiglie e a chi vuole partecipare con gioia ad un evento sportivo”.

NAPOLITANO – Una richiesta alle società di calcio e ai presidenti di rompere con gli ultrà arriva anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Ho sentito il ministro dell’Interno dire che non bisogna trattare con i facinorosi. Questo deve essere vero anche per le società di calcio e i loro presidenti. Bisogna rompere i legami con questi aggregati chiamati tifoserie e con i loro presunti capi che si collocano nel mondo dell’illegalità“. “Ora – ha aggiunto il capo dello Stato a margine all’inaugurazione della mostra all’Auditorium su un secolo della Nazionale azzurra – occorrono molta severità e interventi adeguati su vari piani“.

DASPO – Il raddoppio del periodo di durata del Daspo per i tifosi recidivi e l’ampliamento dei reati per i quali può essere applicato, sono alcuni degli interventi, a quanto si apprende, ai quali starebbe lavorando il Viminale.

”Noi dobbiamo dire ‘no’ alla violenza e lo dobbiamo dire con fatti concreti. Sto pensando di rilanciare anche nel dibattito parlamentare il Daspo a vita“, ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ai microfoni di Rtl, tornando sui fatti di sabato sera all’Olimpico. “A fine campionato abbiamo in mente di riunire le società e insieme a loro di prendere anche altre decisioni”, per mettere a punto interventi contro la violenza negli stadi.

PENA AL GRUPPO – “Ora – ha ricordato il ministro dell’Interno – il Daspo vale per 5 anni, estendibili ad altri 5 in caso di recidiva. Noi puntiamo ad aumentare la pena per la recidiva a 8-10 anni e allargarla anche al gruppo, al branco. Se si dice a un tifoso che per 15 anni o per tutta la vita non può andare allo stadio, si avranno risultati“. In merito alla t-shirt blu indossata sugli spalti dal capo tifoso Gennaro De Tommaso, che inneggiava a “Speziale libero”, Alfano ha detto: “quella maglietta mi ha indignato”.

NESSO SPORT-CRIMINALITA’ – “Attendo di capire qual è la proposta del ministro dell’Interno, quali sono i presupposti per attivare questa misura“. Così il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha risposto a una domanda sull’ipotesi di un Daspo a vita, annunciata da Alfano. Il tema infatti riguarda “l’interazione tra misure di interdizione e sanzioni penali“. Il tema, ha precisato il ministro, “non è più solo quello della violenza negli stadi, ma il nesso con la criminalità organizzata“. A giudizio del Guardasigilli “bisogna fare una valutazione sugli strumenti e verificare se funzionano“.

(Adnkronos/Ign)