Obama promette: libereremo le ragazze rapite in Nigeria, poi faremo i conti con Boko Haram

In attesa di scatenare i droni contro gli islamisti nigeriani che stanno mettendo a ferro e fuoco il Paese, nel fronte centrafricano della Guerra contro l’islamismo neo-califfale, il presidente degli Stati Uniti – smentendo certe anticipazioni del Dipartimento di Stato – manda agenti dell’FBI e unità speciali (da Sigonella) per dare la caccia a questi efferati criminali

U.S. President Barack Obama receives a cap during his visit to FBI headquarters in Washington

Washington – Svolta diplomatica nello scacchiere internazionale sulle azioni riguardanti il rapimento di oltre 230 studentesse nigeriane, prelevate all’alba del 14 aprile scorso da un collegio di Chibok da miliziani del gruppo islamista Boko Haram, affiliato ad al-Qaeda. Il presidente degli Stati Uniti, dopo aver disposto con il Segretario di Stato, John Kerry, per i prossimi giorni il viaggio in Nigeria della sottosegretario di Stato per i diritti umani, Sarah Sewall, ha parlato in prima persona della questione.

Oltraggioso e straziante”, Barack Obama ha definito il sequestro. Da fonti della Casa Bianca è trapelato che nel pomeriggio di martedì 6 maggio il presidente americano ha disposto l’invio immediato in Nigeria di agenti dell’Fbi e di un’aliquota imprecisata di uomini delle forze speciali, probabilmente rischierati dalla base aeronavale di Sigonella.

In questo modo Obama ha risposto con misure concrete l’appello del presidente nigeriano Goodluck Jonathan e ha promesso che gli Usa “faranno tutto quanto è in loro potere” per portare a casa le giovani studentesse, alcune ancora in tenera età.

Da tutte quelle prelevate a forza la mattina del 14 aprile scorso, 54 sono riuscite a liberarsi la sera stessa del rapimento, mentre oltre 220 sono ancora nelle mani dei Boko Haram, che stamane ne hanno rapite altre 8 da 12 a 15 anni d’età.

L’organizzazione propugna l’islamizzazione della Nigeria, l’emanazione della sharia e l’abbandono del modello di educazione scolastica occidentale, con il confinamento della donna ai ruoli tradizionali di madre (seriale) e moglie, al servizio dei desideri di ogni tipo dell’uomo. Il leader del gruppo – Abubakar Shekau – due giorni fa ha rivendicato con un video il sequestro delle giovani donne e ha promesso che le venderà in appositi mercati delle mogli in una zona tra Nigeria, Camerun e Ciad. Alcune sembra abbiano dovuto sposare con la forza gli stessi miliziani, che tradotto in italiano significa semplicemente che hanno dovuto sottostare alla violenza sessuale e, quindi, all’automatico matrimonio islamico riparatorio, sottomettendosi al violentatore neo-coniuge.

Nel diritto islamico per ripudiare una moglie è sufficiente emanare l’apposita dichiarazione davanti a testimoni, ma questo diritto è riconosciuto solo agli uomini.

Obama ha promesso che dopo aver risolto questo sequestro, gli Stati Uniti “intendono affrontare il problema di organizzazioni come Boko Haram, che riescono a causare cosi’ tanto dolore nella vita quotidiana della gente“.

Abbiamo il sospetto che tra i modi con cui il presidente americano intende affrontare il problema non ci sia un’azione di tipo politico come auspicato ieri dalla ministra degli Esteri italiana Federica Mogherinima un’azione militare volta a eradicare dalla Nigeria (e non solo) questi militari senza insegne, ma operanti nel teatro centrafricano della Guerra Globale contro l’islamismo neo-califfale.

Fonte AGI/AFP © RIPRODUZIONE RISERVATA