La giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio ha detto sì all’arresto di Francantonio Genovese (PD)

Ora la parola passa all’Assemblea della Camera dei Deputati per l’autorizzazione definitiva

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Roma – La giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati ha dato il via libera alla richiesta di autorizzazione all’arresto del deputato messinese del Partito Democratico Francantonio Genovese. La maggioranza – formata da Pd, M5S e Sel con 12 voti – ha bocciato la relazione di Antonio Leone (Ncd) che si opponeva alla richiesta di misura cautelare sostenendo l’esistenza di un fumus persecutionis. Cinque i voti contro l’arresto.

Ora la parola passa all’aula di Montecitorio. Genovese, già segretario regionale del partito democratico ed ex sindaco di Messina, è al centro dell’inchiesta della procura della città dello Stretto sui Corsi d’oro” nella formazione professionale.

Lo scorso 19 marzo il Gip di Messina, Gianni De Marco, aveva inoltrato alla Camera la richiesta di arresto, motivandola con la necessità di evitare l’inquinamento delle prove. Dall’inchiesta – coordinata dai sostituti procuratori della Repubblica Fabrizio Monaco, Liliana Todaro e Antonio Carchietti, e dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita – sarebbero emerse speculazioni sui noleggi di attrezzature e sull’acquisto di immobili per svariati milioni di euro.

Nella prima fase della stessa indagine erano stati posti agli arresti domiciliari la moglie di Genovese, Chiara Schirò, e Daniela D’Urso, moglie di un altro ex sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, assieme ad altre sette persone.

In quel caso, le accuse avevano focalizzato i finanziamenti per la formazione professionale regionale per il periodo compreso tra il 2007 e il 2013 agli enti Lumen, Aran e Ancol. Ora l’indagine si estende agi enti Enfap, Enaip, Ial Training Service, L&C Training and consulting, Cesam, Ecap, Cesofom, Apindustria e Reti. All’attenzione degli investigatori i corsi organizzati da enti professionali legati ai due parlamentari e alcune compravendite o cessioni di rami d’azienda tra gli stessi enti.

Genovese si è sempre detto estraneo ai fatti imputatigli e in grado di dimostrarlo ai magistrati inquirenti.

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