La procura della Repubblica di Reggio Calabria arresta l’ex ministro Claudio Scajola e altre otto persone

Tra gli arrestati figurano oltre all’ex ministro anche personaggi legati al noto imprenditore reggino ed ex parlamentare Amedeo Matacena, colpito da provvedimento restrittivo insieme alla moglie Chiara Rizzo e alla madre Raffaella De Carolis

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Reggio Calabria – L’ex ministro Claudio Scajola è stato arrestato dalla DIA (Direzione Investigativa Antimafia) di Reggio Calabria. Coadiuvato dai Centri Operativi e dalle sezioni di Roma, Genova, Milano, Torino, Catania, Bologna, Messina e Catanzaro, la DIA sta procedendo all’esecuzione di otto provvedimenti restrittivi, emessi dal Gip del tribunale di Reggio Calabria, Olga Tarzia, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia reggina, diretta dal procuratore della Repubblica Federico Cafiero de Raho.

Tra gli arrestati figurano, oltre all’ex ministro Claudio Scajola, anche personaggi legati al noto imprenditore reggino ed ex parlamentare Amedeo Matacena, colpito da provvedimento restrittivo insieme alla moglie Chiara Rizzo e alla madre Raffaella De Carolis. Matacena è latitante, dopo essere sfuggito alla condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.

Sono in corso numerose perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia, oltre a sequestri di società commerciali italiane, collegate a società estere, per un valore di circa 50 milioni di euro.

Scajola ha concorso a mantenere la latitanza di Amedeo Matacena. Si è prodigato per trovare riferimenti all’estero presso i quali l’ex parlamantare avrebbe potuto trovare ospitalita’ per continuare la sua latitanza“, ha detto all’Adnkronos il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Cafiero De Raho.

L’operazione, ha sottolineato il procuratore di Reggio Calabria, “è frutto di un approfondimento sviluppato nell’ambito dell’indagine ‘Breakfast’ ancora in corso“. In particolare, ha spiegato De Raho, “sono emersi alcuni colloqui tra Bruno Mafrici e Amedeo Matacena: nello svillppo dell’inchiesta condotta nei confronti di Matacena, è emersa l’esistenza di un gruppo di persone che tendeva a consentire all’ex parlamentare di Forza Italia di sottrarsi all’esecuzione della pena, perché era stato condannato a 5 anni di reclusione per associazione mafiosa, e nel giugno 2013 c’è stato l’ordine di carcerazione“. “L’esito dell’indagine – ha rimarcato De Raho – ha evidenziato come un gruppo di persone si muovesse per favorire il Matacena nel sottrarsi al’esecuzione della pena. Da qui l’ordinanza“.

L’indagine denominata ‘Breakfast’, che impegna da più di due anni la Dia di Reggio Calabria, mira alla ricerca del linee di riciclaggio di capitali illeciti attraverso l’investimento in attività lecite, capitali movimentati dalla ‘ndrangheta in Italia ed all’estero. Tra gli arrestati, spiega la Dia, oltre a Scajola e alla madre di Matacena, “ci sono Martino Politi, Antonio Chillemi e la segretaria di Scajola, Roberta Sacco. I soggetti coinvolti sono gravemente indiziati a vario titolo di aver, attraverso la loro interposizione, agevolato l’imprenditore Matacena ad occultare la reale titolarità e disponibilità dei suoi beni, nonché di aver favorito la latitanza all’estero di quest’ultimo“.

La storia di Amedeo Matacena è una parabola politica culminata con l’elezione in Parlamento in Forza Italia. Matacena appartiene a una famiglia di armatori. Nel processo a suo carico è emerso l’appoggio delle cosche della ‘ndrangheta di Reggio Calabria per la sua elezione. Matacena era stato localizzato e arrestato a Dubai lo scorso agosto, ma era tornato in libertà nell’ottobre successivo.

Nel frattempo Silvio Berlusconi, commentando la notizia dell’arresto dell’ex ministro ai microfoni di Radio Capital che non si aveva alcun “sentore di un’inchiesta giudiziaria su Scajola. “Sono addolorato per lui, mi dispiace, ha aggiunto il leader di Forza Italia, che ha voluto sottolineare come l’esclusione dalle candidature per le elezioni europee dell’ex coordinatore della traversata del deserto di FI  non sia stata motivata dal fatto che si avesse notizia di inchieste giudiziarie nei suoi confronti. . 

Ultimo aggiornamento 8 Maggio 2014, ore 9.36 | (Adnkronos)