Nigeria, Shirin Ebadi su ragazze rapite: ”Chi si oppone a istruzione nega l’Islam”

L’avvocata iraniana, Premio Nobel per la Pace 2003, in un’intervista ad Aki-Adnkronos International ha stigmatizzato l’uso strumentale di temi religiosi per giustificare un crimine. “Il gruppo Boko Haram abusa della religione e la usa come alibi“. Lady Pesc, Catherine Ashton, lunedì prossimo parlerà con i ministri degli Esteri UE

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Roma – Chi si oppone all’istruzione delle ragazze è contro l’Islam. Questo il significato della dichiarazione del premio Nobel per la Pace, l’avvocato iraniana Shirin Ebadi, affermata nel corso di un’intervista rilasciata ad Adnkronos International. “Il gruppo Boko Haram abusa della religione e la usa come alibi“, ha detto l’avvocato Ebadi, intervenendo sulla vicenda 230 studentesse rapite a partire dal 14 aprile scorso in Nigeria dagli estremisti islamici del gruppo affiliato ad al-Qaeda, per la cui liberazione si sta finalmente mobilitando la comunità internazionale.

Il leader del gruppo islamista Boko Haram, Abubakar Shekau, ha affermato – in un video diffuso il 5 maggio scorso – che venderà le ragazze al mercato delle mogli “in nome di Allah

Queste persone in Nigeria, che addirittura si considerano musulmane, hanno rapito ragazze la cui unica colpa è andare a scuola. Ma come può questo gruppo definirsi musulmano, se lo stesso profeta Maometto ha detto che acquisire conoscenza e istruzione sono indispensabili sia per gli uomini che per le donne musulmane“, ha sottolineato Ebadi, simbolo della lotta per i diritti umani in Iran e da sempre in prima linea per la difesa dei diritti delle donne. “Chi è contrario all’istruzione delle ragazze segue un unico scopo, cioè assoggettarle così da poterle sottoporre a costanti sevizie e oppressioni. Individui come questi si trovano dappertutto e l’Islam è contrario a tali comportamenti“, ha concluso il premio Nobel per la Pace 2003.

Nel frattempo si è appreso che lunedì prossimo, nel corso del vertice dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea, in programma a Bruxelles il caso delle studentesse rapite in Nigeria sarà oggetto di uno scambio di informazioni con Catherine Aston, Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell’Unione Europea, vice-presidente della Commissione. Lo ha confermato all’Adnkronos un protavoce, che però ha precisato come il tema non sia “formalmente in agenda“, ma verrà trattato fuori dall’ordine del giorno, per comprendere quali azioni possano essere compiute in modo unitario e coordinato.

Da due giorni si moltiplicano le adesioni alla richiesta di aiuto lanciata dal presidente nigeriano Goodluck Johnathan. Dopo Stati Uniti e Gran Bretagna, anche Francia, Cina e Italia hanno risposto all’appello, inviando ad Abuja, capitale del Paese, agenti dell’intelligence e truppe speciali.

(Fonte Adnkronos/Aki) © RIPRODUZIONE RISERVATA