Gabriele Muccino attacca i David di Donatello: ‘Una pagliacciata lobbistica’

Dagli Usa, dove ha finito di girare ‘Fathers and dauthers’, il regista tuona su Facebook contro il premio: “Così prestigiosi un tempo, oggi valgono come fermacarte”. E aggiunge: “Il cinema è cosa molto più alta della sempre più avvilente e imbarazzante cerimonia della consegna dei David”

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Roma – I David di Donatello sono una “pagliacciata lobbistica ‘der cinema italiano'”. A sparare ad alzo zero sul premio cinematografico italiano più famoso è Gabriele Muccino, che ha dedicato un post al vetriolo sul suo profilo Facebook, in occasione dell’annuncio della candidature.

DAVID ‘FERMACARTE’ – Muccino, che si trova negli Usa, dove pochi giorni fa ha concluso le riprese del suo nuovo film ‘Fathers and dauthers‘, interpretato fra gli altri da Russell Crowe, aggiunge: “I David di Donatello erano così prestigiosi, un tempo, che negli Studi della Columbia a Los Angeles c’è ancora oggi una bacheca di cristallo con decine di David vinti dai film americani. Condivide l’altra parte della bacheca con quella degli Oscar. Oggi gli ‘Oscar de noantri’ valgono invece come fermacarte“. Un giudizio tranchant che non mancherà di provocare polemiche.

GIAN LUIGI RONDI – Muccino racconta anche il suo personale ‘incontro’ con i David: “Qualche anno fa il presidente Rondi mi cercò di attribuire un David di Donatello, non alla carriera, per fortuna, ma “per meriti cinematografici conseguiti all’estero”. La cosa stravagante era che non avevano nemmeno considerato come candidati ai David come film stranieri i miei primi due film americani (che avevano fatto il giro del mondo) e adesso cos’era? Mi volevano rimborsare con una statuetta intestata a non meglio precisati meriti internazionali mai riconosciuti nemmeno in patria? Gli risposi di tenersela pure, la statuetta. E forse, cambiandole etichetta, l’avranno pure data a qualcun altro“.

VOTAZIONI E LOBBY – “I premi valgono quando sono autentici“, continua la filippica contro la manifestazione cinematografica, “le votazioni senza lobby che se li spartiscono, i premi devono essere pregni dell’orgoglio di chi te li consegna perché quel valore viene dal tuo lavoro e non da giochini fatti dietro le quinte” rincara la dose il regista.

La parrocchia ‘der cinema romano’ è da ricostruire guardando al cinema francese, a quello indipendente americano, alle cinematografie affamate di arte che amano il pubblico, amano il successo e magari hanno anche dei critici che invece che scrivere la trama del film e metterti le stellette ti fanno una vera recensione e ti spiegano come leggere un film e come si possa apprezzarlo o meno“. “Il cinema – conclude Muccino – è una cosa molto più alta della sempre più avvilente e imbarazzante cerimonia della consegna dei David di Donatello“.

Aspettiamo con trepidazione la replica, se ci sarà, da parte degli organizzatori del David di Donatello. Ammesso e non concesso che…

(Adnkronos)