Papa Francesco all’udienza generale parla della fortezza dei santi nascosti. Poi prega per Turchia e per gli immigrati (video)

Il dono della fortezza aiuta i santi nascosti a vivere nelle prove. Una preghiera speciale per i minatori morti a Soma, ma sui migranti morti nel Mediterraneo eleva il grido di dolore verso i mercanti di uomini: stragi vergognose”. Un pensiero anche per la “Terra dei Fuochi” e per la Sardegna (video integrale)

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All’udienza generale di stamani, il Papa ha proseguito la sua catechesi sui doni dello Spirito Santo. Nelle scorse settimane ha parlato della sapienza, dell’intelletto e del consiglio. Oggi ha parlato del dono della fortezza.

C’è una parabola, raccontata da Gesù, che ci aiuta a cogliere l’importanza di questo dono. Un seminatore esce a seminare; non tutto il seme che sparge, però, porta frutto. Quello che finisce sulla strada viene mangiato dagli uccelli; quello che cade sul terreno sassoso o in mezzo ai rovi germoglia, ma viene presto seccato dal sole o soffocato dalle spine. Solo quello che finisce sul terreno buono può crescere e dare frutto (cfr Mc 4,3-9 // Mt 13,3-9 // Lc 8,4-8)”, ha ricordato Francesco.

Come Gesù stesso spiega ai suoi discepoli – ha poi continuato – questo seminatore rappresenta il Padre, che sparge abbondantemente il seme della sua Parola. Il seme, però, si scontra spesso con l’aridità del nostro cuore e, anche quando viene accolto, rischia di rimanere sterile. Con il dono della fortezza, invece, lo Spirito Santo libera il terreno del nostro cuore, lo libera dal torpore, dalle incertezze e da tutti i timori che possono frenarlo, in modo che la Parola del Signore venga messa in pratica, in modo autentico e gioioso. È un vero aiuto questo dono della fortezza, ci dà forza, anche ci libera di tanti impedimenti”.

L’udienza generale integrale

Ci sono anche – ha proseguito – dei momenti difficili e delle situazioni estreme in cui il dono della fortezza si manifesta in modo straordinario, esemplare. È il caso di coloro che si trovano ad affrontare esperienze particolarmente dure e dolorose, che sconvolgono la loro vita e quella dei loro cari. La Chiesa risplende della testimonianza di tanti fratelli e sorelle che non hanno esitato a dare la propria vita, pur di rimanere fedeli al Signore e al suo Vangelo. Anche oggi – ha continuato – non mancano cristiani che in tante parti del mondo continuano a celebrare e a testimoniare la loro fede, con profonda convinzione e serenità, e resistono anche quando sanno che ciò può comportare un prezzo più alto”.

Poi ha aggiunto a braccio: “Anche noi, tutti noi, conosciamo gente che ha vissuto situazioni difficili, tanti dolori. Ma, pensiamo a quegli uomini, a quelle donne, che portano una vita difficile, lottano per portare avanti la famiglia, educare i figli, ma questo lo fanno perché c’è lo spirito di fortezza che li aiuta. Ma, quanti, quanti uomini e donne, noi non sappiamo il nome, ma che onorano il nostro popolo, onorano la nostra Chiesa, perché sono forti: forti nel portare avanti la loro vita, la loro famiglia, il loro lavoro, la loro fede. Ma, questi nostri fratelli e sorelle sono santi, santi quotidiani, santi nascosti in mezzo a noi: hanno – ha sottolineato il Papa – proprio il dono della fortezza per portare avanti il loro dovere di persone, di padri, di madri, di fratelli, di sorelle, di cittadini. Tanti ne abbiamo, tanti! Ringraziamo il Signore per questi cristiani che sono di una santità nascosta ma è lo Spirito dentro che li porta avanti! E ci farà bene pensare a questa gente: se loro fanno questo, se loro possono farlo, perché non io? E chiedere al Signore che ci dia il dono della fortezza”.

Non bisogna pensare – ha aggiunto – che il dono della fortezza sia necessario soltanto in alcune occasioni o situazioni particolari. Questo dono deve costituire la nota di fondo del nostro essere cristiani, nell’ordinarietà della nostra vita quotidiana. Come ho detto, in tutti i giorni della vita quotidiana dobbiamo essere forti, abbiamo bisogno di questa fortezza, per portare avanti la nostra vita, la nostra famiglia, la nostra fede. L’apostolo Paolo – ha ricordato Bergoglio – ha detto una frase che ci farà bene sentire: «Tutto posso in colui che mi dà la forza» (Fil 4,13). Ma, quando viene la vita ordinaria, quando vengono le difficoltà, ricordiamo questo: «Tutto posso in colui che mi dà la forza». Il Signore dà la forza, sempre, non manca. Il Signore non ci prova più di quello che noi possiamo tollerare. Lui è sempre con noi. «Tutto posso in colui che mi dà la forza»”, ha ripetuto ancora il Pontefice.

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Cari amici – ha concluso il Papa la sua catechesi generale – a volte possiamo essere tentati di lasciarci prendere dalla pigrizia o peggio dallo sconforto, soprattutto di fronte alle fatiche e alle prove della vita. In questi casi, non perdiamoci d’animo, invochiamo lo Spirito Santo, perché con il dono della fortezza possa sollevare il nostro cuore e comunicare nuova forza ed entusiasmo alla nostra vita e alla nostra sequela di Gesù. Grazie”.

Al termine dell’udienza il Papa ha parlato di due vicende drammatiche: l’incidente in una miniera in Turchia e l’ultimo naufragio nel Mediterraneo, ma ha anche salutato la Sardegna e la “terra dei fuochi”.

Cari fratelli – ha detto Francesco – vi invito a pregare per i minatori che ieri sono morti nella miniera di Soma, in Turchia, e per quanti si trovano ancora intrappolati nelle gallerie. Il Signore accolga i defunti nella sua casa e dia conforto ai loro familiari“. 

Poi, riferendosi all’ennesima strage nel Mar Mediterraneo, il Papa ha invitato i fedeli a pregare “per le persone che in questi giorni hanno perso la vita nel Mare Mediterraneo“. “Si mettano al primo posto i diritti umani, preghiamo per questo, si mettano al primo posto i diritti umani e si uniscano le forze per prevenire queste stragi vergognose“, ha ammonito il Pontefice. 

Il Papa ha pregato anche per la “terra dei fuochi” e per i “gravi problemi” della Sardegna, ricordando il suo viaggio dell’anno scorso a Cagliari. “Il mio pensiero va con affetto ai fedeli della Sardegna, accompagnati dai loro Pastori e dalle Autorità, per ricambiare la visita che ho avuto la gioia di compiere l’anno scorso in quella terra“, ha detto Papa Francesco. “Cari amici, vi ringrazio per la vostra presenza e vi incoraggio ad affrontare le situazioni problematiche che ancora affliggono la vostra bella Isola, perseverando nella speranza e nella solidarietà“, ha detto il Papa, rivolgendosi ai fedeli provenienti dall’isola.

In quell’occasione il Papa fece un appello per il lavoro e contro la disoccupazione. “Vi assicuro – ha aggiunto a braccio – che non mi sono dimenticato di voi e prego, ricordo tanto quelle parole che voi mi avete detto sui gravi problemi della Sardegna, vi assicuro di esservi vicino“.

“Saluto – ha poi detto Bergoglio – la delegazione degli abitanti della cosiddetta ‘terra dei fuochi e dei veleni’, in Campania e, nell’esprimere loro la mia vicinanza spiritale, auspico che la dignità della persona umana e i diritti alla salute vengano sempre anteposti ad ogni altro interesse”.

(News.va, TMNews)