Per Jim Jarmusch, “Solo gli amanti sopravvivono”

Esce il 15 maggio nelle sale italiane l’ultimo film del regista indipendente americano, a cinque anni dall’inedito The Limits of Control

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Adam e Eve sono innamorati da sempre; lui vive a Detroit e colleziona chitarre d’epoca mentre compone musica in un isolamento assoluto dal resto del mondo, lei si trova a Tangeri in compagnia del vecchio Marlowe. In realtà questo variopinto trio è di natura vampiresca, arrivati fino al nostro tempo attraverso secoli in cui hanno assunto varie personalità, sempre le più illustri e note dal punto di vista culturale. Lentamente ed inesorabilmente assumiamo il loro punto di vista: un mondo dominato da esseri umani paragonabili a zombie, incapaci di sfruttare i propri talenti e dediti all’autodistruzione. La dedizione alla vita di Eve cercherà di risvegliare in Adam, sprofondato nel pessimismo e nella depressione , la speranza per continuare ad andare avanti.

L’ultimo film di Jim Jarmusch, presentato ormai un anno fa al Festival di Cannes, è anche uno dei suoi lavori migliori e che più gli somigliano; fin dal titolo infatti appare evidente una presa di posizione personale del regista nel voler affermare il proprio snobismo e del suo compiacersene, infischiandosene (o magari rispettando subdolamente) dell’opinione altrui. Only Lovers Left Alive è innanzi tutto un atto d’amore verso le passioni dell’autore, in grado di distinguerlo da una massa brulicante di zombie indistinguibili gli uni dagli altri e che troppo facilmente si calano nella parte più conveniente in cambio dell’accettazione sociale (si veda il personaggio di Ian e il suo destino). Sebbene questo aspetto risulti fin dalla superficie, è innegabile poi il gusto estetico di Jarmusch, che qui raggiunge vette e quella sottile alchimia tra romanticismo decadente e ironia pungente raggiunte forse solo in Dead Man (l’apice del regista americano, per chi scrive).

Jarmusch si diverte anche a giocare con gli stereotipi, come la figura della rockstar assimilabile al poeta maledetto dell’era decadente, fornendoci la sua versione del vampirismo – naturalmente in chiave romantica – che gode della propria condizione nonostante tutto. Ecco allora che Jarmusch vuole rappresentare (e con successo ci riesce) quella parte umana (attraverso dei vampiri!) di noi stessi che gode della propria condizione di eterna infelicità in un mondo ormai ridotto in cenere (l’ambientazione a Detroit è emblematica). Ma ancora di più, gode della propria condizione di amante (dell’arte, della musica, della poesia, della vita), tutti gli altri sono come zombie.

Eccezionale il cast, da un tenebroso Tom Hiddleston all’eccentricità di Tilda Swinton, da Mia Wasikowska al più rincuorante John Hurt.

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Il trailer italiano ufficiale del film