Confusione in Libia: Khalifa Belqasim Haftar avrebbe lanciato l’operazione “Dignità della Libia” contro Ansar al-Sharia

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa libica, Abdel Salam Gadallah, ha lanciato l’allarme “Colpo di Stato”, puntando l’indice contro Haftar, che in febbraio aveva tentato un colpo di mano, scioltosi però come neve al sole…

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Tripoli – Allarme golpe in Libia, dove questa mattina aerei dell’aeronautica militare libica ed elicotteri hanno bombardato le basi del gruppo islamista – vicino ad al-Qaeda – “Ansar al-Sharia e lanciato un’operazione antiterrorismo contro la “Brigata dei Martiri del 17 Febbraio“. Sotto il mirino degli aerei della Libyan Air Force gli insorti di Bengasi, nella Cirenaica in mano agli islamisti, che controllano anche il traffico di immigrati verso l’Europa.

Secondo il Capo di Stato Maggiore della Difesa libica, generale Abdel Salam Gadallah, sarebbe in corso in Libia “un vero e proprio golpe“. Per Abdel Salam al Obeidi a guidare il “colpo di mano“, con il supporto di alcuni reparti dell’aviazione militare, le truppe fedeli a Khalifa Belqasim Haftar, ex comandante dei ribelli, che ha partecipato al rovesciamento del regime di Muammar Gheddafi in Libia nel 2011.

Tuttavia, l’ex portavoce del comitato di sicurezza congiunto di Bengasi, Mohammed al-Hegazi, ha dichiarato alla rete televisiva libica Al-Ahrar che alcune unità militari si sono unite alle milizie di Haftar contro le quelle islamiste.

L’operazione in corso sarebbe denominata “Dignità della Libia” e includerebbe forze aeree e forze speciali. Al-Hegazi ha affermato anche che le forze di Haftar ora controllano le due basi della milizia di Ansar al-Sharia. Al-Hegazi ha sostenuto che in corso c’è “un’operazione su larga scala per spingere i gruppi terroristi fuori da Bengasi“. 

20140516-bengasi-scontri-left-330x246Bengasi è dunque il centro dalla scorsa notte di scontri tra miliziani islamisti, che lottano per l’instaurazione di un emirato islamico retto dalla sharia in Cirenaica, e le forze guidate da Haftar, che avrebbe coagulato anche l’adesione di una parte importante dell’aviazione. I miliziani “Brigata dei Martiri del 17 Febbraio” avrebbero risposto con colpi di contraerea, ma non si conoscono i risultati di questa reazione agli attacchi aerei.

Negli scontri due persone sarebbero morte, mentre nove sarebbero i feriti. Tra i morti anche un colonnello dell’esercito, ucciso davanti casa, come confermato fonti ospedaliere all’emittente al-Arabiya.

Il primo ministro libico designato Abdullah al-Thini, apparso in tv, ha condannato il terrorismo, ma ha anche messo in guardia contro qualsiasi azione militare al di fuori del controllo governativo, che però sembra incapace di riprendere in mano il controllo del territorio, soprattutto nella parte orientale del Paese, dove le milizie islamiche stavano insediandosi come potere legittimo e avevano imposto la sharia sulla popolazione.

Non c’è posto per il terrorismo in Libia , ma qualsiasi azione militare senza ordini governativi chiari è illegittimo“, ha detto al-Thini nel corso di una conferenza stampa a Tripoli.

Khalifa Belqasim Haftar è stato ufficiale dell’esercito libico distintosi, durante il regime di Gheddafi, nella guerra contro il Ciad. Fuggito nel 1990 negli Stati Uniti, alcune fonti non verificate ne hanno associato l’espatrio in America con la vicinanza alla CIA, il controspionaggio estero americano e centro dell’Intelligence Community a Stelle e Strisce.

In America, Haftar ha risieduto a Vienna, una cittadina di 15mila abitanti a sole cinque miglia dalla sede della CIA a Langley, ma certo la località di residenza non è in sé significativo di alcunché. Tuttavia, nel 2011, Haftar è tornato in patria, guidando un gruppo di miliziani filo-Occidentali e partecipando all’abbattimento del regime della Jamāhīriyya del Colonnello Gheddafi.

Lo scorso 14 Febbraio, Haftar aveva letto un discorso alla televisione di Stato con cui dichiarò di sospendere il governo e il Parlamento, per prendere in mano le redini del Paese. Successivamente il golpe si sciolse come neve al sole, ma le milizie di Haftar non sono state sciolte a loro volta, perché partecipano al precario equilibrio della Libia, sostenute dagli Stati Uniti.

Precario equilibrio che, evidentemente, si vuole rendere più solido, scardinando le basi dell’islamismo qaedista dalla Cirenaica, un obiettivo che interessa in particolar modo l’Italia, che è prima meta del flusso di migranti clandestini provenienti dalla Libia.

Ultimo aggiornamento 16 Maggio 2014, ore 19.42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA