A 88 anni è morto Jack Brabham, tre volte campione del mondo di Formula 1

Il più titolato e forte pilota australiano è morto nella sua casa di Gold Coast in Australia. Se ne è andato improvvisamente, anche se era sottoposto a dialisi tre volte la settimana

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Sir Jack Brabham, l’unico pilota nella storia dell’automobilismo ad aver vinto un titolo iridato di Formula 1 in una macchina che portava il suo nome, è morto all’età di 88 anni nella prima mattinata a Gold Coast, nel Queensland, lo Stato più orientale dell’Australia.

Brabham vinse tre titoli iridati di F1 nel 1959, nel 1960 e nel 1966, l’ultimo su una monoposto Brabham.

Nella sua carriera nella massima serie automobilistica – dal 1955 al 1970 – ha corso in 126 gran premi, vincendone 14. Dal 1955 al 1961 Brabham guidò per il team Cooper, prima di iniziare l’avventura della Brabham come costruttore, insieme all’amico e sodale Ron Tauranac.

È un giorno molto triste per tutti noi“, ha scritto David, il figlio più giovane il suo figlio più giovane sul sito web della famiglia . Mio padre è morto serenamente a casa, all’età di 88 questa mattina. Ha vissuto 20140519-jack-brabham-2-164x228una vita incredibile, raggiungendo mete più di chiunque sognerebbe mai di fare e continuerà a vivere attraverso l’eredità stupefacente che lascia dietro di sé“.

Nipote di un londinese emigrato in Australia, nacque a Hurstville, a sud di Sydney, il 2 aprile 1926. Figlio di un fruttivendolo,  John Arthur Brabham entrò nella RAAF (Royal Australian Air Force) alla fine del Secondo Conflitto Mondiale, con la qualifica di meccanico. Dopo essersi congedato, nel 1947 intraprese la carriera automobilistica e si trasferì in Gran Bretagna a metà degli anni ’50.

Debuttò in F1 nel 1955, in occasione del GP di Gran Bretagna ad Aintree, al volante di una Cooper con motore posteriore, una conformazione che presto si rivelò superiore a quelle tradizionali con motore anteriore. Alla guida di una Cooper vinse i primi due titoli iridati piloti e sette gran premi.

Brabham lasciò la Cooper alla fine della stagione 1961 per fondare un proprio team con un suo amico ingegnere, Ron Tauaranc . La nuova monoposto debuttò nel 1962, ma solo quattro anni dopo – con il cambio regolamentare e l’introduzione dei motori aspirati di tre litri – Brabham arrivò al successo con una monoposto motorizzata Repco, che aveva costruito un un motore a otto cilindri a V, con cui conquisto la prima vittoria con una monoposto avente il proprio nome nel GP di Francia del 1966. Nel giorno in cui chi vi scrive viveva la sua terza giornata di vita.

Nel 1970 vinse il suo ultimo gran premio, in Sud Africa. A fine anno il ritiro dalle corse. Nel team Brabham allora lavorava un giovane meccanico che si sarebbe portato avanti nelle corse: un tale di nome Ron Dennis…

La sua prima moglie, Betty, gli ha dato tre figli: Geoff, Gary e David. Matthew, figlio di Geoff, ha debuttato a otto anni sui kart ed è intenzionato a seguire le orme del padre e, soprattutto del nonno. Betty era morta il 21 settembre 2013.

Margareth, sua seconda moglie, ha dichiarato che nulla faceva presagire una morte così repentina. “Stava bene” ha detto, confermando che Sir Jack Brabham si era svegliato presto e aveva fatto colazione come di solito. Poi la morte improvvisa. Stava bene ieri – ha dichiarato ai media australiani – così è stato un po ‘uno shock, anche se era malato da qualche tempo“. Brabham infatti era sottoposto a dialisi tre volte la settimana.

Ho parlato con tutti e tre i ragazzi e siamo in procinto di organizzare funerale“, ha poi dichiarato.

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.