Strage al Museo ebraico di Bruxelles, la procura conferma: il fermato non è un sospetto, ma un testimone

Secondo gli investigatori il testimone è in grado di riconoscere la targa dell’auto utilizzata per l’agguato. Caccia all’uomo a Bruxelles e non solo. Riservatezza pre-elettorale?

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La procura federale di Bruxelles, per bocca della portavoce Ine Van Wymersch, ha confermato che la persona fermata ieri sera dopo la strage al Museo Ebraico della capitale del Belgio e dell’UE non è più da intendersi come sospetta, ma come testimone. Il che però lascia il dubbio su quali tracce stiano seguendo gli investigatori federali (il Belgio è uno Stato federale) per l’attacco antiebraico perpetrato proprio nel giorno sacro dello shabbat.

Da quanto emerso, un’altra persona è fuggita a piedi e i reparti antiterrorismo della polizia belga sono alla ricerca del fuggitivo, in attesa che l’analisi delle telecamere di sorveglianza consentano di poter identificare i killer del commando che ha causato quattro morti, due donne e due uomini.

Domani alle 11 la procura di Bruxelles ha indetto una conferenza stampa per aggiornare sul caso, anche se ci si è preoccupati di precisare che non vi sia certezza che la strage sia un atto antisemita. Solo un piccolo equilibrismo, visto che i morti sono di religione ebraica e la location dell’attacco è un edificio della memoria ebraica.

Presenti alla conferenza stampa di ieri il premier belga, Elio di Rupo, che ha assicurato la “massima mobilitazione” il ministro della Giustizia, Annemie Turtelboom, che ha confermato l’affidamento delle indagini al giudice Bernardo Mendez, specializzato in reati di terrorismo.

La ministro degli interni Joëlle Milquet ha confermato l’innalzamento al massimo livello di sicurezza per i luoghi frequentati dagli ebrei. Milquet ha peraltro affermato che l’OCAM (Organe de Coordination pour l’Analyse de la Menace) non dispone di informazioni che possano indurre a ritenere una minaccia imminente per la popolazione.

La conferma che i morti siano due – due donne e un uomo – è stata data dal capo della polizia di Bruxelles-Ixelles, Guido Van Wymersch, secondo il quale la quarta persona – data per ferita in un primo momento – è morta. Il testimone formato dalla polizia – che in virtù del suo mutato status sarebbe sotto protezione, potrebbe identificare la targa di un’automobile usata dagli attentatori.

È significativo che questo attacco sia avvenuto nel week-end delle elezioni europee, in cui potrebbero giocare un ruolo importante i cosiddetti partiti “euroscetitci”, che manifestano la propria contrarietà all’immigrazione mal governata e allo spazio crescente che i movimenti islamisti stanno conquistando in Europa, non sempre con una reciprocità negli Stati di origine assicurata alle confessioni religiose diverse da quella islamica.

Alcune delle divise di piloti di aereo, utilizzate dai kamikaze in azione l’11 settembre 2001 a New York e Washington, furono rubate da un hotel del centro della capitale belga. A dimostrazione che nel cuore dell’Europa agissero fin da allora movimenti islamisti.

Un altro segnale ci sembra convergere verso gli ambienti dell’estremismo islamista: se i sospetti fossero rivolti verso ambienti neonazisti o nazifascisti, la pista sarebbe stata resa nota alla pubblica opinione, sperando in reazioni convergenti dell’elettorato verso i partiti più moderati.

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