Usa, l’insostenibile leggerezza dell’incompetenza alla Casa Bianca. Rivelato per errore capostazione CIA a Kabul

Ancora una volta funzionari dell’Amministrazione Obama mettono a repentaglio agenti dell’intelligence a causa di una colpevole disattenzione. Marcia indietro con “preghiera” ai media – oltre 6000 destinatari, secondo il ‘Washington Post’ – di non divulgare il nominativo. Probabile sostituzione e messa in sicurezza del funzionario di Langley

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Washigton – “Obama Administration is unfit to lead US Foreign Policy“. L’amministrazione Obama è inadatta a guidare la politica estera degli Stati Uniti.Questo dovrebbe essere il titolo dominante sui media indipendenti americani ed europei, se si applicasse al Monarca Temporaneo di Pennsylvania Avenue lo stesso metro usato con altri leader politici (ogni riferimento al titolo dell’Economist di qualche anno fa su Silvio Berlusconi, non senza qualche fondamento, è puramente voluto).

L’ufficio stampa della Casa Bianca ha infatti rivelato il nome del capostazione della CIA a Kabul, in occasione del viaggio a sorpresa del presidente Obama in Afghanistan (nella foto in alto l’arrivo nella capitale afghana), per celebrare con i militari americani il Memorial Day, il giorno dedicato alla commemorazione dei caduti statunitensi di tutte le guerre.

Il nome del capo della CIA in ogni Paese è coperto da segreto strategico, come è intuibile, ma ai 6000 destinatari di un’email inviata dall’ufficio stampa di Obama è stato inviato anche quello del capostazione della “ditta” di Langley nella capitale afghana. Un errore clamoroso e pericoloso, non attenuato dalla poderosa marcia indietro effettuata quando qualcuno ha fatto notare allo staff di Pennsylvania Avenue se fosse normale leggere quel nome in un comunicato stampa.

Ne è seguita una correzione, quando però il danno era già stato fatto, con annessa “preghiera di non divulgazione” ai destinatari dell’improvvido comunicato. L’incidente – per usare un blando eufemismo – è stato rivelato da Scott Wilson, corrispondente del Washington Post alla Casa Bianca, che ha avvertito l’Amministrazione dell’idiozia commessa.

Non è la prima volta che una cosa del genere accade. Negli ultimi anni almeno tre capistazione della CIA in Pakistan sono stati svelati in modo maldestro e in un caso il funzionario di Langley ha dovuto essere rimosso trasferito immediatamente, per aver ricevuto minacce di morte da ambienti talebani. 

L’attività di un capocentro del controspionaggio statunitense (così come per tutti gli altri “servizi”) non dovrebbe essere esposta alla pubblica conoscenza, perché è il dirigente di operazioni di acquisizione delle informazioni strategiche per il Paese e, nel caso americano, la mente che dirige le azioni clandestine volte ad assicurare anche la sicurezza del contingente statunitense schierato sul teatro afghano.

Non è chiaro se il funzionario sarà trasferito, ma è ipotizzabile che si cercherà di capire l’impatto di quasta infausta divulgazione sulla sicurezza del dispiegamento americano, che peraltro lascerà a fine anno il Paese asiatico.

L’episodio mostra perciò quanto il team di Obama sia inadatto a gestire cose complesse come la politica estera che, dall’Afghanistan all’Ucraina, colleziona fallimenti spesso pagati da altri.

Lo spettro di Hillary Rodham Clinton illumini le menti repubblicane, perché solo l’idea di avere di nuovo qualcuno del clan del sassofonista dell’Arkansas di nuovo alla Casa Bianca fa sudare freddo.

Dio protegga l’America, ma anche gli elettori repubblicani facciano la loro parte…

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