Federica Mogherini tra i profughi siriani in Libano

Viaggio in Medio Oriente della ministra degli Esteri italiana, che ha incontrato oggi l’omologo libanese e il ministro della Difesa di Beirut. Domani in Giordania, mentre lunedì incontrerà a Roma il presidente israeliano Shimon Peres e il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmūd Abbās. In un tweet la foto della visita al campo profughi nella valle della Bekaa

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Beirut – L’Italia vuole ritagliarsi un ruolo di mediazione nella crisi siriana. Il ministro degli Esteri Federica Mogherini, oggi a Beirut per preparare la conferenza internazionale per il sostegno alle Forze Armate libanesi, domani sarà in Giordania, mentre lunedì incontrerà a Roma il presidente israeliano Simon Peres, e il capo dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmūd Abbās.

Sempre a Roma è previsto per mercoledì l’incontro tra russi e iraniani per discutere il controverso programma nucleare di Teheran, nuova tappa verso un auspicato accordo che potrebbe aprire le porte ad un coinvolgimento diplomatico dell’Iran (alleato di Bashar Assad) nella crisi siriana, giunta a un momento cruciale che mette in gioco tutta la regione mediorientale.

Il campo che l’Unhcr ha eretto a Terbol dista pochi chilometri dalla Siria, dove Hezbollah è attiva a sostegno del regime di Bashar al-Assad, fresco vincitore delle elezioni presidenziali (che sorpresa…). La zona è sulle montagne che sovrastano la fertile valle del Beqaa. L’Unhcr registra l’arrivo di un profugo al minuto, ne arrivano in questa zona 1.300 al giorno, provenienti in prevalenza dalle zone di Homs, Deir Ezzor, Raqqa.

L’acqua potabile non c’è, di notte abbiamo paura dei serpenti, confidiamo solo nell’aiuto di Dio, e dei Paesi come l’Italia“, ha detto oggi uno pochi uomini dell’accampamento, forse il più anziano, al ministro degli Esteri Federica Mogherini.

Nella valle del Bekaa, quasi alla fine del viaggio in Libano, la titolare della Farnesina si è recata in visita, per toccare con mano le esigenze di un Paese cui l’Italia vuole portare aiuto e sostegno politico. In una 20140607-maj-gen-paolo-serra-220x332conferenza internazionale a Roma tra dieci giorni, 40 Paesi cercheranno di trovare un modo per sostenerne le forze armate, perché il ministro Mogherini, “un Libano stabile e sicuro è interesse di tutta la Regione e dell’intera comunità internazionale“. Per questo, aggiunge, “continueremo il nostro impegno in Unifil” e “ci auguriamo che questa fase di transizione politica si compia nel più breve tempo possibile e in modo unitario e consensuale“. Ma ormai, ammette la ministra degli Esteri, “il nostro principale dovere è quello di fermare la guerra in Siria“, obiettivo ambizioso – si potrebbe dire – visto che non c’è riuscito nessuno finora.

Oggi, prima di recarsi ad Amman, Mogherini ha incontrato il Patriarca Cristiano Maronita, Beshara al-Rahi, una figura chiave negli equilibri interni libanesi. Ma ha visitato anche il campo profughi palestinese di Buri Ej Barajneh, ormai un vero e proprio quartiere di Beirut, dove la Cooperazione italiana sta riabilitando e mettendo in sicurezza la rete idrica.

Domani, di ritorno dalla Giordania e prima di tornare a Roma, Mogherini visiterà il comando italiano di Unifil, per esprimere la vicinanza del Governo alle nostre truppe e al ruolo che è stato attribuito all’Italia, esercitato con la guida del generale Paolo Serra, che esercita con impegno l’opera di stabilizzazione del Paese affidato alla missione dalle Nazioni Unite

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