Spiati al telefono, Vodafone: ‘Alcuni governi ci scavalcano’. Garante Privacy: “Inaccettabile” (ma in Italia non avviene…)

Report dell’azienda: “In un piccolo numero di Paesi la legge impone che autorità specifiche debbano avere accesso diretto alla rete” bypassando l’operatore. In Italia, nel 2013, ricevute 605.601 richieste da parte delle autorità. Soro: “Sorveglianza massiva, generalizzata e indiscriminata”. La vicepresidente della Commissione Ue Reding: “Servono limiti” (2 documenti)

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Nella maggior parte dei Paesi, Vodafone mantiene il pieno controllo operativo sull’infrastruttura tecnica utilizzata per consentire un’intercettazione legale sulla base di una richiesta avanzata da una agenzia o da un’autorità. Tuttavia, in un piccolo numero di Paesi, la legge impone che alcune agenzie e autorità specifiche debbano avere accesso diretto alla rete di un operatore, ‘bypassando’ qualsiasi forma di controllo operativo da parte dell’operatore sull’intercettazione”.

Quasto si legge si legge in un report di Vodafone dedicato al tema delle leggi e della tutela della privacy nei 29 Paesi in cui opera. In quel piccolo numero di Stati, si legge, “Vodafone non riceverà alcuna forma di richiesta di accesso per l’intercettazione”: servizi di informazione e forze di polizia possono accedere alle comunicazioni tra privati senza alcun limite.

Dai dati pubblicati nel Law Enforcement Disclosure Report di Vodafone emerge che in Italia nel 2013 l’operatore britannico ha ricevuto 605.601 richieste di dati da parte delle autorità. La cifra è contenuta nella sezione dedicata ai singoli Paesi.

Nel documento si precisa che il ministro italiano della Giustizia pubblica le statistiche relative al numero di domande di intercettazioni legali avanzate dalle autorità. Secondo quanto scrive il quotidiano britannico ‘The Guardian’, che ha pubblicato una serie di tabelle basate sul rapporto Vodafone, con poco meno di 606mila richieste l’Italia si situa al top per numero di richieste legali di dati tra i Paesi analizzati: un Paese di intercettati.

Autorità privacy – Dura la posizione di Antonello Soro, presidente dell’Autorità Garante per la privacy: “Non è tollerabile che i governi svolgano un’opera di sorveglianza così massiva, generalizzata ed indiscriminata”, afferma l’ex deputato del PD, il quale poi prosegue affermando che “non è accettabile che i governi accedano direttamente alle telefonate dei cittadini, al di fuori delle garanzie previste dalla legge e senza un provvedimento della magistratura”. Un problema però che non riguarda l’Italia, dove l’accesso ai dati telefonici e l’intercettazione delle conversazioni sono ambiti regolati in modo rigido dalla legge, sicché le forze di polizia per ottenere i dati necessitano di autorizzazione dell’autorità giudiziaria.

Semmai il report di Vodafone fa emergere l’esigenza di regole uniche all’interno dell’Unione Europea, con garanzie di ordine democratico per la tutela della privacy dei cittadini volte a evitare abusi e utilizzo illegale dei dati, ma perché si possano stabilire tali norme valide in tutta l’UE sarebbe necessario avere una magistratura competente in ambito comunitario. Un altro motivo per perorare una rapida evoluzione dell’Unione in Stato Federale, con una giurisdizione federale che abbia tali poteri.

Vicepresidente Ue – “L’accesso ai dati dovrebbe essere sempre regolato da leggi chiare e garanzie giudiziarie. Non ci dovrebbe un accesso non regolamentato, diretto, automatico e di massa ai dati dei cittadini posseduti da società private da parte delle autorità“, ha affermato la vicepresidente della Commissione Europea e commissaria alla Giustizia, Viciane Reding, secondo la quale tali richieste sarebbero motivate “solo laddove vi fosse un chiaro sospetto. E non con un aspirapolvere, ma con le pinzette“. “La situazione attuale è anche un male per gli affari“, ha sottolineato Reding, perché “le aziende hanno bisogno di certezza del diritto e della fiducia dei loro clienti. Hanno bisogno di essere in grado di promettere ai clienti la loro privacy. La protezione dei dati genera fiducia e – ha concluso la commissaria UE alla giustizia – dunque è un modello di business redditizio“.

(Fonte: Adnkronos)

law_downld_rhsScarica il Law Enforcement Disclosure Report: Legal Annexe di Vodafone (in inglese)

 

 

 

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rpt_downld_rhsScarica il rapporto completo (in inglese)

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