Daniel Ricciardo, con un pezzo di Sicilia nel cuore, vince un emozionante GP del Canada

Problemi tecnici sulle Mercedes causano il ritiro di Hamilton e 20 giri di calvario a Rosberg, che con il secondo posto mantiene la leadership iridata. Red Bull, festa sul podio con Vettel al terzo posto. Ferrari, Alonso 6°, Räikkönen 10°. Perez meriterebbe una squalifica esemplare

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Montreal – Daniel Ricciardo ha interrotto il dominio della Mercedes nei primi sei appuntamento della stagione, vincendo un emozionante Gran Premio del Canada. La prima gara in carriera, per l’australiano con il Triscele siciliano nel cuore e il peperoncino calabrese in un altro posto… Dopo 57 gare in F1, per Ricciardo è arrivato il successo, inaspettato, ma costruito con un’unica strategia: attaccare sempre, non arrendersi mai.

Il secondo posto di Nico Rosberg vale un successo, nella giornata dei problemi tecnici patiti da entrambe le Mercedes. Il tedesco-finlandese era a un passo dal bissare l’impresa di Gilles Villeneuve del Jarama 1981, dopo aver tenuto dietro per oltre 20 giri un branco di “cani” affamati di successo, sui quali ha poi prevalso Danieluzzo nostro, figghiu beddu! Rosberg ha gestito con intelligenza la fase finale di corsa, senza strafare e, soprattutto, senza aggravare i problemi sulla sua monoposto, portando a casa (anche con una dose imperiale di c…fortuna…) i 18 punti che gli servono ad allungare sul compagno di squadra Hamilton, nervoso fin dal via, poi sconfitto dai guai alla sua monoposto (Lewis dice accusati ai “freni”, probabile tilt della powe unit e del brake-by-wire).

Sul terzo gradino del podio la sorpresa del week-end e delle qualifiche, il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel, che completa il risultato della Red Bull, un team che dovrebbe avere più guai di altri, visto il prologo stagionale e le défaillance registrate al motore Renault.

A completare la zona punti, sotto il podio Jenson Button, sempre regolare (non potendo ambire ad altro al momento), poi Hülkenberg, Alonso, Bottas, Vergne, Magnussen e Räikkönen. Hülkenberg, regolare e pronto ad approfittare dei guai altrui. Alonso costretto a recitare una parte che non gli si addice. Bottas ingenuo in qualche circostanza, soprattutto se sotto pressione da parte di gente con più pelo sullo stomaco. Vergne in modalità “salvare l’onore”: ottavo è partito, ottavo è arrivato. Magnussen e Räikkönen “miracolati”: non sarebbero in zona punti, se all’ultimo giro Felipe Massa non avesse agganciato la sua anteriore destra alla posteriore sinistra della Force India di Sergio Perez.

Riguardando la dinamica dell’incidente, sembra però che Perez abbia accennato ad allargare al centro la traiettoria, forse anche anticipando di un secondo la frenata. Un gesto che è la causa dell’incidente e per il quale Jacques Villeneuve si è detto scandalizzato. “A Perez dovrebbero togliere la patente (la superlicenza, ndr)”, ha detto il campione del mondo 1997 ai microfoni di Sky.

Il vincitore di oggi, Daniel Ricciardo, è un ragazzo nato in Australia con padre siciliano della provincia di Messina e madre calabrese della provincia di Reggio Calabria. Se i genitori fossero rimasti in Sicilia, è molto probabile che Daniel non avrebbe avuto le stesse opportunità di far crescere e mettere a frutto la sua passione, vista la marginalità economica in cui vive l’isola, malgrado sia una specie di isola del tesoro, sprecata da una classe dirigente inadeguata alla sfida della modernità e della globalizzazione. Quell’inno australiano sentito sul podio ci ha personalmente emozionati e a Danieluzzo nostro non possiamo che dire “in bocca al lupo!”. Rappresenta chi vorrebbe e non può, sia di esempio a chi vuole realizzare qualcosa e si sente ingabbiato in quella meravigliosa terra da liberare.

Ma il GP del Canada 2014 passerà alla storia anche per il ruolo della Safety Car, che ha preso in mano le redini della corsa all’inizio del secondo giro e ha portato a conclusione l’ultimo, dopo l’incidente Massa/Perez.

L’incidente tra Chilton e Bianchi alla Curva 4 ha imposto la SC subito al primo giro, poi ce ne sono voluti ben sei per togliere di mezzo monoposto e detriti, ma non una macchia di liquidi. Quello di Massa e Perez alla fine, ha chiuso ogni discorso per la vittoria all’ultimo giro.

I guai tecnici della Mercedes e la vittoria della Red Bull mostrano che quest’anno tutto può accadere e che chi si ferma è perduto. La Ferrari ha fallito la monoposto, non ottiene benefici dalle evoluzioni. Alla fine dei test prestagionali le rosse di Maranello sembravano una spanna avanti ai bibitari, oggi potrebbero solo “portare i vassoi” al team di Milton Keynes. Vedere arrancare Alonso, sia in pista che fuori davanti ai microfoni, è davvero mortificante. Sentire poi gli scenari “pensiamo al 2015” è ancora più spiacevole. Di fatto oggi solo 10 monoposto hanno concluso la gara, ma non si potrà contare sui guai tecnici della Mercedes per avere più spettacolo in gara. Occorrerebbe un’evoluzione della monoposto che, purtroppo per Maranello, non è alle porte.

Oggi però in Canada ci sono state tre conferme: la validità di una scommessa, quella di Chris Hornes con Daniel Ricciardo; la verifica di un’intelligenza, quella di Rosberg in tutte le fasi della gara; l’esigenza di spiegare a certuni – ogni riferimento a Sergio Perez è del tutto voluto – che la F1 non è un posto dove si può fare a sportellate come con le vetture turismo: che c’è un’etica della condotta in gara sottesa al pericolo corrente, alla morte latente. Non si deve fare affidamento sulla sicurezza delle monoposto e agire in modo incosciente, come bulletti di periferia.

Perché se è legittimo imporre una reprimenda a Maldonado, per non aver rimesso a posto il volante alla fine delle sue qualifiche sabato pomeriggio, per la mossa di Perez su Massa occorrerebbe una sanzione esemplare, per colpirne uno ed educarne altri 21. Prima di imporre, in maniera definitiva, al suddetto messicano un cambio di professione senza appello ulteriore.

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