Napolitano: ‘Indipendenza toghe non è privilegio’

Il capo dello Stato all’inaugurazione dell’Assemblea Generale della Rete Europea dei Consigli di Giustizia (di cui ricorre il X anniversario): ”La tutela dell’indipendenza assicurata al giudice trova la sua ragione e il suo giusto bilanciamento nel rispetto da parte dei magistrati dei principi deontologici e delle caratterizzazioni comportamentali”. Governo battuto su un emendamento della Lega. Csm: “Indipendenza a rischio”. Orlando: “Pasticcio che va subito corretto”

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La tutela dell’indipendenza assicurata al giudice dagli ordinamenti non rappresenta un mero privilegio, ma trova la sua ragione e il suo giusto bilanciamento nel rispetto da parte dei magistrati dei principi deontologici e delle caratterizzazioni comportamentali”, descritti nella Carta adottata dall’Assemblea Generale della Rete Europea dei Consigli di Giustizia a Londra nel 2010. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, inaugurando al Quirinale l’Assemblea Generale della Rete e il decimo anniversario della sua costituzione.

L’affermazione e il riconoscimento del prestigio, dell’autorevolezza, della credibilità della magistratura, su cui poggia la fiducia dei cittadini e quella degli Stati – ha sottolineato Napolitano – non possono prescindere dal rispetto dei principi, delle qualità, dei limiti che il ruolo del magistrato impone”.

Il capo dello Stato ha poi espresso l’auspicio che l’Italia nel semestre di presidenza dell’Ue “sappia imprimere nuovo impulso alla cooperazione in campo giudiziario”.

Napolitano ha ribadito come sia necessario “contribuire alla realizzazione di un effettivo spazio comune di giustizia, nell’ambito del quale i valori dello stato di diritto possano essere condivisi e ulteriormente promossi, anche con riguardo ai Paesi che aspirano a far parte dell’Unione europea”. ”In un quadro giuridico straordinariamente variegato in cui lo Stato nazionale è sempre meno artefice della regolamentazione dei rapporti, il giudice – ha rimarcato tra l’altro il presidente della Repubblica – deve confrontarsi non solo con le fonti tradizionali interne, ma anche con la legislazione sovranazionale, i principi fondamentali dettati delle varie Carte dei diritti, le pronunce delle Corti europee. Si realizza, così, una interazione giurisprudenziale che, al pari del progressivo riavvicinamento delle legislazioni, riveste fondamentale importanza quale fattore di coesione e integrazione nell’ambito dell’Unione europea”.

La magistratura, ha continuato, “è chiamata oggi a far fronte a una crescente e sempre più complessa domanda di giustizia e la giurisdizione deve essere, pertanto, in grado di soddisfare le attese dei cittadini, coniugando equità e imparzialità con una risposta efficace e tempestiva”. ”A tale scopo – ha sottolineato – occorrono adeguati standard sovranazionali di autonomia e indipendenza dei sistemi giudiziari e una magistratura capace di assicurare qualità ed effettività della giurisdizione”.

(Adnkronos).