Iraq, è iniziato il countdown per l’ISIL. Kerry: “possibili raid di droni. Collaboriamo con Iran”. Contatti Londra-Teheran

Il Pentagono invia una seconda nave nel Golfo Persico, a supporto della portaerei “Bush”. Si tratta della USS Mesa Verde (LPD-19), un’unità di trasporto anfibia con 550 Marines: pronti a sbarcare per difendere il personale diplomatico e consolare estero presente nel Paese?

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New York – La crisi irachena sembra entrare in una fase cruciale. Gli Stati Uniti pensano ad inviare i droni in Iraq contro i jihadisti e si dicono pronti a collaborare con l’Iran; intanto inviano una seconda nave da guerra nel Golfo. Nel frattempo il ministro degli Affari Esteri britannico, William Hague, ha parlato della crisi in Iraq con il suo omologo iraniano, Mohammad Javad Zairf. Il Grande Gioco nel Golfo riprende da come era finito: dalla relazioni ristabilite da Stati Uniti e Gran Bretagna con il nuovo (quasi) l’Iran di Hassan Rouhani. Il tempo ci dirà se è un’occasione per normalizzare le relazioni e per aiutare anche l’Iran a uscire dall’oscurantismo.

Gli attacchi con i droni sono, per gli Stati Uniti, un’opzione” in Iraq, ha detto il segretario di Stato americano, John Kerry, in un’intervista a Yahoo! News. Kerry ha poi detto che il presidente Obama sta “prendendo attentamente in considerazione ogni ipotesi disponibile” (con una certa calma, invero…).

A proposito del “dialogo” con l’Iran, l’occasione per discutere potrebbe essere data dal nuovo round di colloqui sul nucleare in programma a Vienna, secondo quanto riferito da un funzionario americano. Secondo un responsabile americano, gli Stati Uniti, le cui relazioni con l’Iran sono congelate dal 1979, “potrebbero” avviare un dialogo con Teheran sulla questione irachena, a margine delle trattative nucleari in corso a Vienna. Il Wall Street Journal ha rivelato che Washington e Teheran hanno in programma dei colloqui diretti per trovare un aiuto da fornire al governo iracheno.

Kerry ha poi detto, a proposito di una cooperazione militare, che “nessuna ipotesi costruttiva sarà scartata“, pur sottolineando che qualsiasi contatto con l’Iran andrà avanti “passo dopo passo“. Gli Stati Uniti, ha poi concluso il Segretario di Stato, sono fortemente impegnati nella difesa dell’integrità territoriale irachena, sottolineando ancora una volta che il governo al-Maliki deve fare un lavoro migliore per includere anche i sunniti.

Intanto, Washington ha portato un’altra nave da guerra nel golfo Persico. Si tratta della USS Mesa Verde (LPD-19), con a bordo 550 Marines, inviata nel Golfo Persico per affiancare il Gruppo Navale della Portaerei USS “George H.W. Bush”, intitolata al 41° presidente degli Stati Uniti. La Mesa Verde è la terza LPD (Landing Platform Dock) della “Classe Sant’Antonio”, un’unità da trasporto anfibio dotata di bacino allagabile, che trasporta truppe da sbarco e incursori. La portaerei “George H.W. Bush”, che aveva ricevuto l’ordine dal Pentagono di dirigersi verso il Golfo Persico sabato scorso, è affiancata anche dall’incrociatore lanciamissili USS Philippine 20140615-United_States_Navy_Fifth_Fleet_(insignia)-dxSea e dal cacciatorpediniere lanciamissili USS Truxtun. Le nuove unità navali statunitensi vanno a rafforzare la presenza del Gruppo Navale della V Flotta americana, di stanza a Manama (Bahrain).

Le autorità statunitensi hanno confermato l’arrivo nel Golfo Persico della Mesa Verde, che trasporta anche gli aerei a decollo verticale MV-22 Osprey, utilizzati anche per operazioni speciali con i Navy Seals. “La sua presenza nel golfo fornisce ulteriori opzioni al comandante in capo per proteggere i cittadini americani e gli interessi in Iraq” ha detto il contrammiraglio John Kirby, portavoce del dipartimento della Difesa.

Sulla telefonata avvenuta tra i capi della diplomazia di Londra e Baghdad, il governo britannico non ha fornito dettagli sulla conversazione, che avviene dopo che Teheran si è detta pronta ad aiutare il governo di Baghdad nella lotta contro i fondamentalisti sunniti dell’ISIL (Stato islamico dell’Iraq e del Levante). “Siamo in contatto con il governo iraniano“, ha dichiarato il portavoce del primo ministro David Cameron, indicando che i due ministri hanno parlato “questo fine settimana“. Un riserbo comprensibile, ma foriero di sviluppi interessanti proprio perché tenuto lontano dalla eventuale polemica politica.

Ultimo aggiornamento 16/06/2014, ore 20.10.50 | (Fonte: TMNews)