Domani Filippo VI sarà il nuovo re di Spagna, più laico e non incoronato. Pochi ospiti, niente sfarzo: c’è la crisi

È la prima volta che la successione avviene in un quadro istituzionale democratico. La cerimonia sarà solenne, ma anche laica e austera. Juan Carlos non sarà presente per non rubare la scena al figlio. Dal ‘Bello’ al ‘Pio’: tutti i Filippo diventati re

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Non sarà un’incoronazione, perché Felipe VI verrà ‘proclamato’ domani, giovedì 19 giugno, re di Spagna in una cerimonia solenne, ma anche laica e austera, dati i tempi di crisi. È la prima volta che la successione avviene in un quadro istituzionale democratico e la cerimonia presenterà differenze sostanziali da quella che vide la salita al trono del padre di Felipe, Juan Carlos, il 22 novembre 1975.

Quando Felipe, 46 anni, e sua moglie Letizia, 41, saranno ricevuti con tutti gli onori sulla scalinata del Congreso de los Diputados, saranno ormai re e regina da dieci ore. Allo scoccare della mezzanotte sarà infatti entrata in vigore la legge di abdicazione che Juan Carlos firmerà come suo ultimo atto da re.

Il nuovo re giurerà sulla costituzione e pronuncerà il suo primo discorso da monarca nella sede dalla camera bassa delle Cortes, davanti ai membri del governo, ai deputati e ai senatori. Non è previsto nessun ospite straniero: né capi di governo, né rappresentanti di altre famiglie reali. Come nel 1975, vi sarà un cuscino di velluto rosso con la corona e lo scettro della monarchia spagnola. Mancherà però il crocifisso e Felipe non giurerà “davanti a Dio e al Vangelo”. 

Il vecchio sovrano Juan Carlos non assisterà alla proclamazione del figlio, per non rubargli la scena. Saranno invece presenti la regina madre, Sofia, madre del nuovo re, e la figlia maggiore, Elena. Assente Cristina, la secondogenita, protagonista con il marito Inaki Urdangarin dello scandalo Noos, una vicenda di corruzione che ha gravemente minato la popolarità della monarchia spagnola. Sul podio della famiglia reale vi saranno infine le figlie di Felipe e Letizia: l’erede al trono, Leonor, otto anni, e Sofia, sette.

C’è molta attesa per il discorso di Felipe, che dovrebbe definire in che modo vorrà essere re. Suo padre era stato nominato erede dal dittatore Franco e si è dovuto conquistare la stima e l’affetto favorendo la transizione democratica, che ha poi difeso sventando il golpe Tejero. Trentanove anni dopo, Felipe dovrà essere il simbolo di un paese dove la democrazia appare scontata, ma permangono forti divisioni ideologiche e tensioni separatiste.

Al termine della cerimonia, Felipe e Letizia assisteranno ad una sfilata militare davanti alla sede del parlamento e poi percorreranno in automobile le principali strade di Madrid fino a palazzo reale. Il futuro sovrano ha chiesto che sia un’auto scoperta, ma una decisione definitiva non è ancora stata presa, per ragioni di sicurezza. Al Palazzo della Zarzuela è previsto un grande ricevimento, al termine del quale il nuovo re si affaccerà al balcone, assieme alla moglie, le figlie e i genitori.

Troppo larga, la corona non sarà posta sul capo del monarca – A differenza del 1975 non vi sarà nessuna messa. Cinque giorni dopo la proclamazione davanti alle Cortes, Juan Carlos e Sofia erano stati incoronati durante la cerimonia d’unzione della “messa dello spirito Santo” nella storica chiesa madrilena di San Jeronimo El Real.

Prima proclamazione di un re sotto la nuova costituzione democratica del 1978, la cerimonia di giovedì dovrà essere per forza di cose diversa dal passato. Ancora non si conosce il testo del giuramento che verrà pronunciato da Felipe e non tutti i dettagli sono stati resi noti.

La Casa Reale ha voluto scegliere una via di mezzo fra la pompa dell’incoronazione di Willem Alexander d’Olanda e l’estrema sobrietà di quella di Philippe del Belgio, avvenute l’anno scorso. “La nostra filosofia è di avere la sollenità e la dignità richiesta da un evento storico, senza dimenticare i principi di austerità richiesti dai tempi”, spiega la Casa reale.

Per quanto riguarda infine la corona, va notato che Felipe non la porrà sul capo. Realizzata in argento dorato nel 1775, la corona è di disegno semplice e senza incrostazioni di perle o gemme. Pesa un chilogrammo, ma è soprattutto troppo larga per essere indossata. Come lo scettro, risalente al XVII Secolo, è il simbolo del potere del re e viene raramente mostrata al pubblico. Conservati nel monastero dell’Escorial, corona e scettro erano stati esposti l’ultima volta nel 1980, quando furono riportati in Spagna i resti di Alfonso XII, morto in esilio nel 1931.

Mentre suo padre è diventato il primo Juan Carlos nella storia della monarchia spagnola, Felipe ha cinque predecessori con lo stesso nome, motivo per cui salirà al trono come Felipe VI. I primi quattro erano discendenti della dinastia degli Asburgo, Filippo V invece fu il primo Borbone. Tutti  hanno regnato durante un arco temporale di circa 300 anni, tra il XVI ed il XVIII secolo.

Filippo ‘il Bello’ (1478-1506) diventò re sposando Giovanna di Castiglia, detta ‘la Pazza’, figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando II di Aragona.

Filippo II (1556-1598) era chiamato invece ‘il Prudente’, elogiato dagli amici come modello di virtù, ma accusato dai nemici di dispotismo. Sotto il suo regno, la Spagna raggiunse il massimo della sua espansione, tanto da passare alla storia come ‘l’Impero su cui non tramonta mai il sole’.

Ma le cose cambiarono con suo figlio Filippo III, detto “il Pio” (1598-1621), con cui ebbe inizio il declino dell’impero spagnolo, ma non dal punto di vista culturale.

Il regno di Filippo IV (1605-1665), detto anche Filippo ‘il Grande’ o ‘il Re Pianeta’, fu invece il terzo più lungo della storia spagnola: durò circa 44 anni.

Il primo Borbone re di Spagna fu invece Filippo V (1700-1746), che quale duca d’Angiò divenne sovrano dopo Carlo II, suo prozio, morto senza eredi. Il suo regno fu il più duraturo della Spagna. Nel 1724 abdicò in favore del figlio Luigi I, ma questo morì otto mesi dopo di vaiolo, costringendo Filippo V a ritornare sul trono.

Domani Filippo VI arriverà al trono di una Spagna profondamente diversa, rispetto ai suoi augusti predecessori. Segno dei tempi che cambiano.

(Adnkronos)

Un pensiero su “Domani Filippo VI sarà il nuovo re di Spagna, più laico e non incoronato. Pochi ospiti, niente sfarzo: c’è la crisi

  • 19/06/2014 in 08:57:13
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    I RE DI SPAGNA AVEVANO LA QUALIFICA DI “MAESTA’ CATTOLICA”
    CHE GLI ERA STATA DATA DAL PAPA.ORA QUESTO NUOVO RE CHE RIFIUTA IL CROCIFISSO, IL GIURAMENTO A DIO E AL VANGELO E LA MESSA DI UNZIONE,CHE COS’HA DI CATTOLICO? HA RINNEGATO DIO IN NOME DELLA LAICITA’ CHE CONTRADDISTINGUE LA SOCIETA’ EUROPEA DI OGGI CHE RINNEGA LE SUE RADICI CRISTIANE; PEGGIO PER LUI! DIO LO ABBANDONERA’ AL SUO DESTINO E NON AVRA’ MOLTO DA REGNARE! CHI RIFIUTA DIO NON HA ALCUN FUTURO,SIA RE O SPAZZINO!SIA GLORIA ETERNA A DIO!

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