Iraq, BBC in arabo: “droni Usa bombardano obiettivi Isil”. Pentagono smentisce

A riferire dell’operazione al confine con la Siria è il sito della Bbc in arabo, notizia confermata da tv Iraqia. Su Twitter la smentita Usa. Al-Arabiya: raid aerei anche al confine con la Giordania. Entrambi gli attacchi condotti dall’aviazione siriana. Onu denuncia: violenze ed esecuzioni sommarie, uccisi oltre mille civili in 18 giorni

20140613Iraq-guerriglieri-Isil-Afp-654x408

Droni Usa hanno bombardato obiettivi dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) nei pressi del valico iracheno di al-Qaim, al confine con la Siria. Lo riferisce il sito della Bbc in arabo, citando fonti vicine al primo ministro iracheno, Nuri al-Maliki, e la notizia viene confermata dalla televisione irachena filo governativa al-Iraqia. Ma il Pentagono smentisce. “Non sono vere le voci dei media che droni americani hanno colpito obiettivi Isil in Iraq” scrive su Twitter il portavoce del Pentagono, controammiraglio John Kirby.

L’emittente al-Arabiya riferisce che almeno cinquanta persone sono state uccise e altre 122 ferite in raid aerei condotti nei pressi del confine con la Giordania. Una fonte della polizia locale ha detto all’agenzia di stampa Xinhua a condizione di anonimato che a essere colpita è stata la città di Rutba dove diversi civili erano in coda a una stazione di servizio per rifornirsi di carburante. Nel raid sono stati danneggiati edifici e diverse auto.

Fonti tribali citate dall’emittente al-Arabiya sostengono che è stata l’aviazione siriana e non quella americana a condurre i raid aerei al confine con la Siria e al confine con la Giordania. In tutto sono 69 le vittime e 144 i feriti. Gli abitanti di Rutba e al-Qaim puntano il dito contro l’aviazione siriana, anche se non ci sono conferme ufficiali.

Intanto almeno 19 “terroristi” dell’Isil sono stati uccisi nei raid aerei su Baiji, nel nord dell’Iraq, dove si trova la più importante raffineria del Paese. Lo ha reso noto la tv di Stato Iraqiya, smentendo quanto annunciato da un portavoce dei ribelli, secondo il quale l’impianto è sotto il controllo dell’Isil. Stando all’emittente, un attacco sferrato nella notte dagli insorti contro la raffineria, che serve un terzo del territorio nazionale, è stato respinto dalle forze di sicurezza irachene. Su chi controlla l’impianto circolano da giorni notizie contrastanti. L’Isil ha più volte dichiarato di averlo conquistato, salvo poi essere smentito dalle forze governative.

In 18 giorni di violenze in Iraq oltre 1.000 civili iracheni sono morti e più di 1.200 sono rimasti feriti. Lo ha denunciato in conferenza stampa il portavoce dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, Rupert Colville. “Nelle tre province nel nord dell’Iraq almeno 757 persone sono state uccise e altre 599 ferite tra il 5 e il 22 giugno. Ma crediamo che il bilancio possa essere ancora più alto”, ha spiegato Colville. Nello stesso arco di tempo, “a Baghdad almeno 318 persone sono state uccise e altre 590 ferite”, ha aggiunto il portavoce, ricordando i casi di esecuzioni sommarie e rapimenti di massa da parte del gruppo jihadista Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil).

“Fermate il commercio delle armi” è l’accorato appello lanciato dal monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad per i cattolici di rito caldeo, che ha chiesto pace per le martoriate popolazioni dell’Iraq. Un appello rilanciato dalla Caritas italianache in una nota ricorda la fuga di “migliaia e migliaia di famiglie, come ci conferma Caritas Iraq, i cui operatori, già attivi a sostegno dei rifugiati siriani entrati nel Paese, si trovano ora ad aiutare anche gli sfollati iracheni alla ricerca di un riparo. Si stima che possano essere 500.000 persone, ma è difficile avere dati precisi”. Centinaia di migliaia di profughi che vanno ad aggiungersi al fiume di rifugiati in tutta la regione e che “hanno più che mai bisogno di solidarietà concreta”.

(Adnkronos, foto AGI)