Scontri Coppa Italia, è morto Ciro Esposito. La famiglia: “Per favore, niente vendette”

Un’agonia lunga quasi due mesi per il tifoso del Napoli colpito da un proiettile il 3 maggio scorso prima della finale all’Olimpico. Gli Esposito: “Oggi non sono gradite le istituzioni che si sono nascoste in 50 giorni”. Il legale: “La sua morte un fallimento dello Stato”. De Magistris proclama il lutto cittadino. De Laurentiis: dobbiamo riflettere tutti su questa tragedia


20140625-ciro-esposito-320x212sxÈ un dolore composto e dignitoso, quello di chi si è preparato a lungo a una notizia terribile. I familiari di Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto all’alba di oggi per le conseguenze delle gravi lesioni riportate durante scontri che precedettero la finale di Coppa Italia del maggio scorso, erano preparati all’abisso del dolore.

Da quasi due mesi Ciro lottava tra la vita e la morte nel reparto rianimazione del Policlinico Gemelli. Dopo una prima fase del ricovero, in cui sembravano intravedersi alcuni piccoli segnali di ripresa, il quadro clinico del giovane è via via peggiorato. Sottoposto a un ultimo intervento chirurgico la scorsa settimana per arginare l’infezione che aveva colpito il polmone ferito, il fisico del trentenne alla fine ha ceduto.

Ciro è deceduto per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”, ha detto il professor Massimo Antonelli, direttore del Centro di Rianimazione del Gemelli. I parenti si sono riuniti all’ospedale e si sono stretti intorno ai genitori, Giovanni Esposito e Antonella Leardi, al fratello Michele e alla fidanzata Simona che, in queste settimane di attesa, non si sono mai allontanati dal Policlinico.

Nessuno può restituirci Ciro ma in nome suo chiediamo giustizia e non vendetta”, ha scritto in una nota la famiglia di Ciro Esposito. “Vogliamo ringraziare tutti coloro che in questi 50 giorni hanno manifestato la loro solidarietà. Oggi non è gradita la presenza delle istituzioni che si sono nascoste in questi 50 giorni di dolore”. Una chiusura netta.

La famiglia, definendo il ragazzo “un eroe civile”, ha sottolineato ancora che “quel maledetto 3 maggio” lui “è intervenuto in via Tor di Quinto a Roma per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli calcio”. Ciro “ha sentito le urla di paura dei bambini che insieme alle loro famiglie volevano vedere una partita di calcio. Ciro è morto per salvare gli altri. Noi chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte”.

Poi la famiglia di Ciro ha chiesto di individuare i complici: “Daniele De Santis (ora accusato di omicidio volontario, ndr) non era solo. Vogliamo che vengano individuati e consegnati alla giustizia i suoi complici. Vogliamo che chi nella gestione dell’ordine pubblico, ha sbagliato paghi. Innanzitutto il prefetto di Roma che non ha tutelato l’incolumità dei tifosi napoletani. Chiediamo al presidente del Consiglio di accertare le eventualità responsabilità politiche di quanto accaduto”.

La morte di Ciro, ha commentato Angelo Pisani, difensore della famiglia Esposito e presidente dell’Ottava Municipalità di Napoli, comprendente il quartiere in cui Ciro lavorava all’autolavaggio, a Scampia, “rappresenta il fallimento di uno Stato che aveva il dovere di tutelare i cittadini e le manifestazioni sportive in generale. Tutto questo non è avvenuto e a rimetterci la vita è stato un ragazzo innocente, che da oggi in poi sarà il nostro eroe. Stiamo lavorando per allestire la camera ardente di Ciro all’Auditorium di Scampia”. Pisani ha chiesto il lutto nazionale.

Intanto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha proclamato il lutto cittadino. “Lo facciamo per Ciro, per i familiari, per il nostro popolo. Per dire no al binomio calcio-violenza”, ha detto De Magistris, mentre sono arrivate per il momento con un triplice tweet le condoglianze del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, agli Esposito, attraverso il profilo ufficiale della società calcistica: “Ciro era un nostro tifoso che voleva passare una serata di gioia tifando per la propria squadra”, ha scritto De Laurentiis, il quale ammonisce su fatto che “questa tragedia deve far riflettere tutto il mondo del calcio e delle istituzioni che collaborano con esso”. Infine il presidente del Napoli attraverso il sociale media anticipa le proprie “più sentite condoglianze unitamente a tutto il Calcio Napoli”.

Mi spiace tantissimo, sono addolorato, il primo pensiero va alla famiglia, alla madre che gli è stata sempre vicina. Ciro era andato lì per vedere una partita e si è ritrovato in mezzo a una guerra. Sono cose che non devono più accadere, paga il calcio, i tifosi si devono calmare”, ha commentato all’Adnkronos Fernando De Napoli, ex giocatore del Napoli.

(Adnkronos)