Allarme Confcommercio: ogni nuova impresa che apre i battenti, ne chiudono due

Il Centro Studi dell’associazione dei commercianti ha diffuso i dati dell’Osservatorio sulla demografia delle imprese. Numeri sconfortanti soprattutto nel settore ricettivo e della ristorazione, dove si registra un saldo negativo crescente

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Roma – Nei primi cinque mesi del 2014 il numero di imprese del terziario di mercato che hanno cessato l’attività continua ad essere superiore a quello delle nuove aperture. Ogni nuova azienda, ne chiudono due, anche se il saldo tra aperture e chiusure, che continua ad essere negativo, risulta in leggero rallentamento rispetto all’anno scorso (-52.716 unità contro -55.815 dei primi 5 mesi del 2013).

Questi i dati diffusi dall’Osservatorio sulla demografia delle imprese del mese di giugno realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio.

A questa performance fanno, tuttavia, eccezione le attività di alloggio e ristorazione, le uniche all’interno del comparto a registrare un peggioramento del saldo (passato da -7.612 a -7.752), mentre continua il trend espansivo del commercio ambulante; significativo il dato territoriale che conferma la particolare debolezza del sistema imprenditoriale del Mezzogiorno, dove si registra una consistente riduzione del numero delle imprese (-17.353) e dove si concentra quasi un terzo delle chiusure complessive

Questi dati, secondo Confcommercio, “confermano, da un lato, il persistere di una fase di debolezza del ciclo economico e l’assenza di concreti e significativi segnali di ripartenza; dall’altro, evidenziano come le imprese di questo comparto, nonostante le difficoltà legate ad una domanda interna stagnante, all’elevata pressione fiscale, a un limitato accesso al credito, ai mancati pagamenti dei debiti della Pa, riescono a contenere gli effetti del protrarsi della crisi“. 

In tutte le ripartizioni territoriali, nei primi cinque mesi del 2014, “il numero di cancellazioni delle imprese dell’area Confcommercio è stato più elevato delle nuove iscrizioni“. Particolarmente consistente il saldo negativo del Mezzogiorno dove il sistema imprenditoriale sembra fortemente indebolito dalla recessione. In questa ripartizione il numero di cancellazioni è rimasto identico a quello dello stesso periodo dell’anno precedente mentre per le iscrizioni si è registrato un incremento di lieve entità.

Nel Nord-Ovest e nel Nord-Est il saldo negativo si è attenuato rispetto allo stesso periodo del 2013, grazie ad un calo delle cancellazioni, mentre il Centro evidenzia un peggioramento. A livello regionale nei primi cinque mesi del 2014, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Campania e Sardegna si distinguono per una riduzione del proprio saldo negativo rispetto al 2013, mentre Lazio e Sicilia registrano un saldo più pesante. Il flusso delle iscrizioni presenta incrementi significativi in Veneto, Liguria, Umbria, Campania, Sicilia e Sardegna.

(TMNews)