Israele, il giorno dopo il ritrovamento dei tre giovani seminaristi assassinati da Hamas: rabbia e rappresaglia militare

Dopo il ritrovamento dei cadaveri dei tre giovani rapiti 19 giorni fa, scatta la rappresaglia israeliana: colpiti 34 obiettivi, ucciso un palestinese in Cisgiordania. Netanyahu: “Hamas pagherà”. Le reazioni del Papa, della comunità israelitica e del Governo italiano (per una volta celere e reattivo: Bruxelles val bene un comunicato…). Da Gaza lanciati nella notte 34 missili su Israele

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Israele ha condotto decine di raid aerei contro obiettivi di militanti sulla Striscia di Gaza alcune ore dopo l’annuncio del ritrovamento dei corpi dei tre ragazzi israeliani rapiti in Cisgiordania 19 giorni fa. Nella notte da Gaza sono stati lanciati 34 missili di vario tipo su obiettivi israeliani. E la risposta delle IDF non si è fatta attendere, con bombardamenti su Gaza in risposta ad un’escalation del lancio di razzi.

L’aviazione israeliana, secondo le indicazioni pervenute dal governo di Hamas a Gaza, ha condotto una ventina di missioni in meno di dieci minuti contro strutture militari di Hamas e Jihad islamica, che erano già state evacuate in previsione di un’azione di rappresaglia. Anche da unità navali israeliane sono partiti bombardamenti sulla zona nord di Gaza contro strutture di addestramento dei militanti di Hamas, non contro obiettivi civili.

Vicino il confine con Israele, nel sud della Striscia di Gaza, sono stati feriti almeno quattro palestinesi, mentre un altro è stato ucciso nel nord di Jenin, città della Cisgiordana. Un portavoce militare di Tel Aviv ha affermato che si trattava di un membro di Hamas che aveva cercato di fare esplodere una bomba mentre i soldati israeliani stavano entrando in città e che i militari israeliani hanno aperto il fuoco solo dopo aver individuato la minaccia. L’agenzia di notizie ufficiale palestinese Wafa afferma tuttavia che il giovane di 21 anni stesse portando da mangiare alla sua famiglia, per il pasto prima dell’alba durante il Ramadan.

I raid israeliani sono arrivati dopo che ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso che “Hamas pagherà” per gli omicidi dei tre ragazzi israeliani in Cisgiordania.

I corpi di Eyal Yifrah (19 anni), Naftali Fraenkel  (con doppia cittadinanza, israeliana e americana) e Gilad Shaar (entrambi di 16 anni) sono stati ritrovati a pochi minuti di cammino dal luogo in cui erano stato visti per l’ultima volta il 12 giugno scorso, probabilmente uccisi subito dopo il sequestro.  La conferma è arrivata dalle IDF e dall’ufficio del Primo Ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, dopo la notizia diffusa dalla tv satellitare al-Arabiya. I giovani erano stati sequestrati in Cisgiordania, vicino alla città di Halul nei pressi di Hebron.

Nella serata di ieri si è tenuta una immediata riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza. “Hamas è responsabile e Hamas pagherà. Coloro che hanno commesso i crimini sono bestie“, ha dichiarato Netanyahu in apertura della riunione. “Con profondo dolore abbiamo trovato tre corpi questa sera e tutti gli indizi indicano che si tratta di quelli dei tre adolescenti rapiti, Eyal, Gilad e Naftali. Sono stati rapiti e uccisi a sangue freddo da animali. Nel nome di tutta Israele, chiedo di dire alle amate famiglie – le madri, i padri, le nonne e i nonni, i fratelli e le sorelle – che i nostri cuori sono spezzati, che l’intera nazione piange con loro“, ha aggiunto il Primo Ministro di Tel Aviv.

Dobbiamo agire con fermezza e distruggere le infrastrutture di Hamas in Cisgiordania e a Gaza. Dobbiamo dare una lezione ad Hamas, una lezione che non dimenticheranno”, ha affermato il ministro israeliano dei Trasporti, Yisrael Katz, citato dal sito web del giornale Yedioth Ahronoth.

L’intera nazione china il capo con immenso dolore questa sera. Negli ultimi 18 giorni la nazione ha pregato con una sola voce perché il destino dei nostri meravigliosi ragazzi fosse quello di essere ritrovati in vita e incolumi” le prime parole del presidente israeliano uscente Shimon Peres, dopo la notizia del ritrovamento dei corpi. “Ora che la dura notizia è arrivata – ha affermato Peres in una dichiarazione – l’intera nazione israeliana piange la morte prematura dei nostri giovani. Accanto al profondo dispiacere, resteremo fermi nel voler punire gli efferati terroristi. La nostra guerra al terrorismo non farà che intensificarsi e non tentennerà perché questo terrorismo omicida non osi alzare la testa“.

Shin Bet: 24 ore dopo rapimento individuati i due responsabili – Il servizio segreto interno, lo Shin Bet, aveva diramato un comunicato subito dopo il rapimento dei tre giovani israeliani, per spiegare che “dopo un intenso lavoro di intelligence, meno di 24 ore dopo il rapimento è emerso con chiarezza che due attivisti di Hamas, Marwan Qawasmeh e Amar Abu Aisha” fossero dietro il rapimento. Successivamente, lo Shin Bet ha indicato alle squadre impegnate nelle ricerche la zona ad ovest di Halul, a nord di Hebron, come l’area in cui dovessero concentrarsi le ricerche. Da allora le forze speciali dell’esercito e i reparti operativi dello Shin Bet hanno condotto ricerche intensive di quell’area. “Questa sera, una delle squadre ha individuato tre corpi sepolti in un campo aperto circa tre chilometri ad ovest di Halul. Una squadra di medici legali è stata inviata sul posto per identificare i corpi“, si è potuto leggere ieri sulla versione online del quatidiano ‘Haaretz‘.

Hamas: offensiva Israele aprirebbe porte dell’inferno – Immediata la reazione di Hamas all’azione militare israeliana. Il gruppo terrorista, legittimato a governare da una improvvida decisione di Mahmud Abbas – presidente dell’ANP – ha avvertito: un’offensiva israelianaaprirebbe le porte dell’inferno’‘. ”È stata divulgata solo la versione israeliana dei fatti – ha lamentato il portavoce del movimento di resistenza islamico, Sami Abu Zuhri – Israele sta cercando il pretesto per un’aggressione nei nostri confronti, per un’aggressione contro Hamas. Respingiamo tutte le accuse israeliane e le minacce nei nostri confronti. Siamo già abituati a questo e sapremo difenderci. Nessun gruppo palestinese, Hamas o qualunque altro gruppo, si è assunto la responsabilità di questa azione“. Dunque, per Abu Zuhri non ammettere la propria responsabilità di un rapimento inumano equivale ad essere non colpevoli.

Isra Al-Mudallal: no dispiaciuta, nostri bambini muoiono continuamente– “Non posso dirmi dispiaciuta perché sono una donna, una mamma e abbiamo perso donne e figli e nessuno ha detto nulla. Siamo anche noi esseri umani“, ha commentato Isra Al-Mudallal, responsabile del dipartimento relazioni del ministero dell’Informazione Palestinese ed ex portavoce del precedente governo di Gaza ad Aki-Adnkronos International. “Abbiamo perso i nostri figli, la nostra terra. La scorsa settimana è morto un bambino palestinese, chi si è detto dispiaciuto per questo?“.

Pacifici: immenso dolore – “Da Israele apprendiamo con immenso dolore del brutale assassinio dei tre giovani ragazzi rapiti 18 giorni fa da un commando di terroristi. Il Paese è in lutto – ha detto all’Adnkronos Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma – Oggi tutti noi, ebrei romani e italiani piangiamo Eyal, Gilad e Naftali“. Ieri sera si è tenuta una riunione di preghiera al Tempio Maggiore di Roma. Chiusi in segno di lutto i ristoranti kosher nel quartiere ebraico.

Padre Lombardi: il Papa si unisce a dolore famiglie colpite da violenza omicida – “La notizia dell’uccisione dei tre giovani israeliani scomparsi è una notizia terribile e drammatica – ha dichiarato padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede – L’assassinio di persone innocenti è sempre un crimine esecrabile e inaccettabile, e un gravissimo ostacolo sul cammino verso quella pace per la quale dobbiamo instancabilmente continuare a impegnarci e a pregare. La violenza chiama altra violenza e alimenta il circolo mortale dell’odio’‘. ”Papa Francesco – ha aggiunto Lombardi – si unisce al dolore inenarrabile delle famiglie colpite da questa violenza omicida e al dolore di tutte le persone colpite dalle conseguenze dell’odio, e chiede a Dio di ispirare a tutti pensieri di compassione e di pace”.

Governo italiano e presidente del Senato – Per il Governo italiano è intervenuta Federica Mogherini, ministro degli Esteri, che con inconsueta celerità “ha espresso il suo grandissimo dolore per l’uccisione dei tre giovani rapiti qualche settimana fa“, recita il comunicato emesso dalla Farnesina, che non cita la data del 12 giugno scorso (quella del rapimento) forse perché sarebbe difficile spiegare perché servirono due giorni per manifestare “grande preoccupazione” per il rapimento. In ogni caso, Mogherini ha manifestato la vicinanza italiana “a Israele in questo momento di grave lutto“, esprimendo “al governo e al popolo israeliano le condoglianze mie e dell’intero governo italiano per questi omicidi che condanniamo nel modo più fermo“. “Mi auguro che sia fatta piena luce su quanto accaduto e che i responsabili di questo vile atto ne rispondano quanto prima davanti alla giustizia“, ha aggiunto il ministro degli Esteri italiano che parla in prima persona singolare – e non in terza plurale, come forse converrebbe per chi rappresenta un Paese – concludendo con un “appello a tutte le parti affinché mostrino che chi attenta alla sicurezza di Israele non potrà prevalere minando la via del dialogo, unica speranza di pace vera e duratura nella regione“. Bruxelles e la seggiola di Lady Pesc valgono bene una certa velocità di reazione…

Il ritrovamento dei corpi di Eyal, Gilad e Naftali è la notizia che nessuno di noi avrebbe voluto ricevere. In questo momento drammatico il mio pensiero va alle loro famiglie a cui va la mia personale solidarietà e la vicinanza del nostro Paese“, ha scritto invece il presidente del Senato, Pietro Grasso, su Facebook. Il Consiglio dei Ministri si è aperto in serata con un minuto di raccoglimento.

Il 12 giugno il rapimento – I tre giovani israeliani erano allievi di una scuola religiosa ebraica. Scomparvero la sera del 12 giugno, dopo che avevano lasciato la loro yeshiva (scuola religiosa) per far ritorno a casa in autostop, come facevano tutti i fine settimana. I telefoni cellulari dei ragazzi avevano smesso di inviare segnali nell’ultimo luogo dove erano stati visti, fra Kfar Etzion e l’insediamento di Alon Shvut. Due degli scomparsi avevano 16 anni, Gilad Shaar di Talmon e Naftali Fraenkel di Nof Ayalon (che era anche cittadino americano) mentre il terzo, Eyal Yifrah, ne aveva 19.

A seguito della loro scomparsa le forze di difesa israeliane avevano lanciato una massiccia operazione di ricerca in Cisgiordania e condotto operazioni contro Hamas. Cinque palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani dall’inizio di questa operazione e circa 400 altri sono stati arrestati, la maggior parte dei quali esponenti di Hamas. I gruppi armati palestinesi hanno immediatamente reagito alle azioni israeliane intensificando i lanci di razzi contro il territorio dello Stato ebraico, ai quali Israele ha risposto con raid aerei.

(Adnkronos, agenzie)