La catena dell’odio in azione a Gerusalemme: ucciso un giovane palestinese. Arrestati 50 israeliani

La polizia aveva ricevuto una denuncia secondo cui un uomo era stato costretto a salire a bordo di un’auto vicino a Beit Hanina. Per i media palestinesi potrebbe trattarsi di un atto di vendetta per il sequestro e l’uccisione dei tre adolescenti israeliani i cui corpi sono stati ritrovati lunedì sera. Leader Hamas: nessuna responsabilità per morte ragazzi israeliani

20140702-Israele_soldati_Xin-330x214Gerusalemme – Il corpo senza vita di un giovane palestinese è stato trovato nella foresta a ovest di Gerusalemme questa mattina. La polizia aveva precedentemente ricevuto una denuncia secondo cui un uomo era stato costretto a salire a bordo di un’auto vicino a Beit Hanina, Gerusalemme est. E agli agenti era arrivata anche la denuncia di scomparsa di un giovane palestinese.

Il padre del giovane scomparso, Muhammad Husein, 15 anni, è stato chiamato dalle forze dell’ordine per l’identificazione. I media palestinesi hanno diffuso la notizia di un teenager palestinese sequestrato da israeliani e ucciso in un atto di vendetta per ilsequestro e l’uccisione dei tre adolescenti israeliani i cui corpi sono stati ritrovati lunedì sera.

Al momento in ogni caso la polizia israeliana non ha ancora confermato l’identità della vittima e rimane prudente nell’indicare le cause dell’assassinio, ma fonti della sicurezza citate dai media israeliani riferiscono che le indagini puntano alla possibile vendetta per l’omicidio dei tre adolescenti in Cisgiordania.

La tensione è del resto molto alta. Nella notte a Gerusalemme la polizia ha arrestato 50 giovani israeliani per attacchi anti arabi. Gli agenti hanno salvato ben otto arabi da una folla inferocita. E questa mattina vi sono stati scontri a Shoafat, il quartiere arabo nell’area nord est di Gerusalemme dove abitava il ragazzo palestinese di cui è stata denunciata la scomparsa. L’esercito ha aperto il fuoco contro la folla che lanciava pietre e vi sono stati feriti. Un cugino del ragazzo palestinese ha raccontato alla radio dell’esercito israeliano che già ieri alcune persone a bordo di una Honda nera avevano tentato di rapire un bambino di sette anni che passeggiava con la madre a Shoafat. “Questa mattina hanno rapito un ragazzo, un mio cugino quindicenne, vicino casa sua“, ha proseguito, lasciando intendere che la macchina fosse la stessa.

Atti barbari, non giustificabili, che però sono contrastati dalle autorità di sicurezza israeliane, perché Israele è una democrazia e non può tollerare le rappresaglie di civili su civili, la legge del taglione del popolo.

La presidenza dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha condannato il rapimento e l’uccisione del quindicenne. In una nota, il portavoce della presidenza dell’Anp, Nabil Abu Redeineh, ha chiesto a Israele di “individuare gli assassini e punirli“. Di “atto orribile e barbarico” ha parlato il sindaco di Gerusalemme, Nir Barakat, che ha “condannato con forza” l’uccisione dell’adolescente palestinese, un atto tanto vergognoso quanto quello che ha causato la morte dei tre giovani seminaristi israeliani.

Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Khaled Mashaal, ha intanto assicurato alla Turchia che il movimento non ha alcuna responsabilità per l’uccisione dei tre giovani israeliani in Cisgiordania. Secondo Sky News Arabia, che cita fonti ben informate, il colloquio è avvenuto tra Mashaal e il capo della diplomazia turca Ahmet Davutoglu. Il leader di Hamas avrebbe chiesto alla leadership turca di intervenire per fermare la rappresaglia israeliana contro la Striscia di Gaza.

Secondo Sky News Arabia, Khaled Mashaal avrebbe affermato l’intenzione di Hamas di rispettare l’accordo per la tregua raggiunto dopo l’operazione israeliana ‘Pilastro di Difesa’ scattata nel novembre del 2012. Due giorni fa, prima del ritrovamento dei corpi dei giovani israeliani nei pressi di Hebron, Hamas aveva dato notizia di una telefonata di Mashaal al ministro degli Esteri turco ”per metterlo al corrente degli ultimi sviluppi relativi alla questione palestinese” e “chiedere a Davutoglu di intervenire in fretta con la comunità internazionale per fermare le aggressioni israeliane e togliere l’assedio alla Striscia di Gaza”.

La mossa di Mashaal potrebbe essere una manovra tattica per alleggerire la pressione su Gaza da parte della IDF, intenzionate ad assicurare alla giustizia Amer Abu AyshaMarwan Kawasme, i due sospettati dell’assassinio dei tre giovani israeliani, i quali potrebbero aver agito in modo autonomo, ossia senza l’avallo delle autorità di sicurezza di Hamas nella Striscia di Gaza. Ma in tal caso, perché non partecipare alla ricerca dei tre ragazzi e aiutare Israele nel catturare i due sospettati? Sarebbe stata un’occasione unica – se davvero Hamas non ha responsabilità operative e politiche nell’orrendo crimine – per far fare un passo avanti al processo di Pace israelo-palestinese.

L’inazione dei vertici di Hamas invece rende più difficile pensare che il gruppo islamista non fosse al corrente dell’azione, costata la vita a Gilad Shaar, 16 anni, Eyal Yifrach, 19 anni, e Naftali Frenkel, 16 anni.

(Fonte: Adnkronos)