Parole di odio dalla madre di uno dei due sospettati dell’assassinio dei tre giovani israeliani: “sono fiera di lui”

Nel corso di un’intervista alla rete tv israeliana “Channel 10”, la madre di Amer Abu Aysha ha manifestato il proprio compiacimento per il crimine di cui si sarebbe macchiato il figlio, maledicendo del forze di sicurezza dell’ANP di Abu Mazen, che hanno collaborato con le IDF nella ricerca dei tre giovani, dei quali sono stati rinvenuti i cadaveri il 30 giugno scorso. Il governo di unità nazionale palestinese è morto, Mahmūd ʿAbbās proceda alla liberazione di Gaza e alla pacificazione con Israele (video)

Amer Abu Aysha è il giovane ritratto sulla destra (foto da Haaretz)
Amer Abu Aysha è il giovane ritratto sulla destra (foto da Haaretz)

20140702-madre-di-amer-abu-aysha-330x228Tel Aviv – Sta facendo il giro del mondo il video dell’intervista alla madre di Amer Abu Aysha (ritratta nella foto a sinistra), il palestinese di 33 anni sospettato di essere l’assassino dei tre giovani seminaristi israeliani, dei quali i militari israeliani hanno trovato i corpi il 30 giugno scorso. Insieme all’altro sospettato Marwan Kawasme, 29 anni, si sono perse le tracce, nonostante la mobilitazione dello Shin Bet, il servizio segreto interno israeliano, che ne aveva subito indicato la responsabilità sulla base dell’analisi delle celle di trasmissione cui si erano agganciati i cellulari dei tre ragazzi israeliani – Gilad Shaar, 16 anni, Eyal Yifrach, 19 anni, e Naftali Frenkel, 16 anni – che ieri sono stati salutati in una cerimonia funebre cui hanno presenziato oltre 20 mila persone e durante la quale hanno preso la parola il presidente uscente di Israele, il premio Nobel per la Pace Shimon Peres, e il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu.

La madre di Amer Abu Aysha ha dichiarato che se il “figlio fosse colpevole dell’assassinio dei tre ragazzi, sarebbe orgogliosa di lui fino al giorno del giudizio“. Parole che hanno inorridito ogni persona razionale di questo tormentato pianeta. Con un atteggiamento di mezza dissimulazione (taqiyya), la donna ha prima dichiarato che il figlio non c’entrasse nulla con il rapimento, ma poi ha detto quelle parole scioccanti. 

Nel corso dell’intervista al canale televisivo israeliano Channel 10, la donna ha affermato di aver allevato i propri figli “sulle ginocchia della religione (islamica), sono ragazzi religiosi, onesti e dalle mani pulite e il loro obiettivo è portare alla vittoria dell’islam“.

Un frammento dell’intervista

Nel contempo, la donna – della quale non sono state rese note le generalità, ma solo che fosse madre di uno dei due ricercati – ha criticato con asprezza l’Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen, per l’aiuto prestato alle IDF nella ricerca dei tre giovani seminaristi, una conferma indiretta della spaccatura in atto nel governo di unità nazionale tra Al Fatah e Hamas, che sta per sciogliersi come neve al sole, per la follia delle tesi del movimento islamista che ha imposto su Gaza il terrore fondamentalista. “Possa Allah vendicarsi su di loro“, ha detto la donna, “stanno aiutando l’Esercito israeliano“.

Il padre di Abu Aysha, Omar, ha dichiarato qualche giorno fa al Times of Israel di aver visto l’ultima volta il figlio la sera del rapimento dei tre ragazzi israeliani, poi di non averne avuto più notizia. Omar ha un trascorso nelle carceri israeliane, per i suoi legami con Hamas. 

In una famiglia siffatta, come avrebbe potuto crescere un giovane indottrinato all’odio e non alla convivenza, all’estremismo religioso e non al rispetto per la vita, alla guerra e non alla pace?

20140702-three-boys-murdered-655x340

Il governo di unità nazionale palestinese è morto e la palla è ora nelle mani del presidente Mahmūd ʿAbbās, al quale spetta la liberazione di Gaza dai terroristi di Hamas e di Ezzedin al Qassem, per condurre il popolo palestinese al traguardo dello Stato indipendente, che viva in pace con Israele e il mondo intero. Israeliani e palestinesi hanno nel proprio dna politico (e forse non solo) il vincolo della convivenza, che quando sarà pacifica farà fare un salto di civiltà a tutta la regione medio orientale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA