Il mondo dello spettacolo, amici, colleghi, la politica, tutti nel ricordo di Giorgio Faletti

“Dolore e tristezza”, dice Fiorello. “Un talento multiforme, venato di amarezza”, afferma Renzi. “La nostra era una grande amicizia”, ricorda Teo Teocoli. Per Antonio Ricci, “abbiamo perso un ragazzo buono”. L’affettuoso ricordo della Juventus. Ma la fotografia più fedele, la sua profondità di animo ce l’ha tramandata proprio Giorgio Faletti, scrivendo un post su Facebook qualche ora prima di andarsene, di trasferirsi nel Regno della Luce con una consapevolezza che è in sé stessa un grande messaggio…

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Una fotografia affettuosa, di quel sarcasmo umanista che ci ha regalato per tanti anni, l’ha pubblicata su Twitter Ezio Greggio, compagno di navigazione ironica in “Drive In”. “Addio Giorgio. Da lassù vestito da Vito Catozzo ora guardi in basso e ci urli ‘porco il mondo che c’ho sotto i piedi’“. Un flash illuminante.

Più sintetico, ma altrettanto addolorato, il pensiero di Rosario Fiorello, affidato al mondo dei cinguettii: “È morto Giorgio Faletti. Dolore e tristezza“. Punto.

  È un dispiacere enorme, la sua perdita fa male al cuore perché la nostra era una grande amicizia. Giorgio è stato un compagno d’avventura quando fare cabaret era davvero un’avventura!“, ha ricordato Teo Teocoli, collega con il quale aveva condiviso gli esordi al Derby di Milano. “Viene a mancare un amico carissimo con cui ho condiviso gli anni più belli della carriera e della vita. E non sono frasi di circostanza“, sottolinea Teocoli.  Ricorre a un paragone quasi fantascientifico Antonio Ricci, storico autore televisivo di “Drive In” e poi di mille altre trasmissioni. “Per spiegare il suo multiforme talento ero solito ripetere che, se Giorgio si fosse messo in testa di fare il lampadario, si sarebbe appeso al soffitto e, prima o poi, da qualche parte una luce si sarebbe accesa“, afferma Ricci, per il quale “oggi è buio. Io ho perso un compagno di chitarre, di notti insonni e di sogni non detti. Tutti abbiamo perso un ragazzo buono“.  Per Pippo Baudo, Giorgio Faletti “era sempre alla ricerca di qualcosa da inventare. E infatti all’improvviso me lo sono trovato romanziere e che romanziere. Con un successo enorme. Poi ancora attore di cinema con due ruoli veramente importanti. Insomma era un ragazzo fertilissimo“, ricorda il conduttore catanese. A Giorgio Faletti il mio pensiero più affettuoso. Tanti ricordi e tanti sorrisi“, Fabio Fazio ha scritto su Twitter.

Questa sera Rai3 ha voluto porgere un affettuoso tributo a Giorgio Faletti, riproponendo l’intervista del 18 novembre 2012 a “Che tempo che fa“.

Anche la politica ha voluto sottolineare il dolore per la scomparsa di una persona perbene. ‘‘Un talento multiforme, pirotecnico eppure venato di una amarezza che interpretava perfettamente grandezza e tic degli italiani“, ha scritto Matteo Renzi alla moglie Roberta e ai familiari di Giorgio Faletti. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, invece ha riportato indietro le lancette dell’orologio a quel 1994 e a quel brano cantato al Festival di Sanremo. Su Facebook ha scritto “ricordo bene quella sera di vent’anni fa quando ascoltaiSignor Tenente‘, per la prima volta, al Festival di Sanremo del 1994. Non erano passati neanche due anni dalle stragi e apprezzai molto quell’omaggio, discreto e privo di retorica, a tutti i ragazzi e le ragazze in uniforme che dedicano la loro vita al nostro Stato. Oggi – conclude Grasso – con la stessa discrezione ci ha lasciato“.

Era un artista poliedrico e vivace che ha saputo toccare il cuore degli italiani. La sua opera ha attraversato gran parte del panorama nazionale della cultura e dello spettacolo regalando emozioni profonde ma anche intelligenti momenti di leggerezza. La sua scomparsa è particolarmente dolorosa”, ha dichiarato il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini.

Di “Scrittore, cantante, attore. Giorgio Faletti era artista di intelligenza profonda e sincera, uomo capace di far sorridere e, di più, di far riflettere” ha parlato il sindaco di Torino, Piero Fassino, il quale ha voluto ricordare che Faletti “ci ha commosso e toccato via via rivelando negli anni la sua profonda passione per la vita e per i suoi chiaroscuri. Ci mancherà la sua malinconia giocosa, così amica di tutti gli uomini di passione“.

Il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ha commentato: “con profonda tristezza vogliamo ricordare uno straordinario artista, che ha saputo affermarsi nel corso degli anni in tutti i campi della cultura, dal cabaret al cinema, dalla musica alla letteratura“.

Sui simboli del Faletti cabarettista, cantante, attore e scrittore mira il il saluto di Enrico Mentana su Facebook: “Ciao Vito Catozzo, la guardia giurata più divertente della storia. Ciao Minchia signor tenente, vincitore morale di un Sanremo. Ciao professore carogna della Notte prima degli esami. Ciao, best seller della nuova narrativa italiana. Ve ne andate insieme al multiforme ingegno del mio amico Giorgio, mite genio italiano“.

Di “ferita profonda” parla Ruggero Barbetti, sindaco di Capoliveri, piccolo comune dell’isola d’Elba cui lo scrittore era legatissimo. “Ero molto legato a lui e Giorgio Faletti era legato a Capoliveri da un affetto e un amore profondo“, ha dichiarato all’agenzia Adnkronoso Barbetti. “Ho celebrato il suo matrimonio, eravamo legati da una vera e sincera amicizia“, continua, ricordando peraltro gli stretti rapporti personali: “ci siamo sentiti anche negli ultimi periodi, quando lui era già in cura a Los Angeles per questa terribile malattia. A Capoliveri abbiamo realizzato un bel teatro, il Flamingo, e lui avrebbe dovuto essere presente il 17 maggio, il giorno dell’inaugurazione, ma purtroppo – conclude Barbetti – non ce l’ha fatta, ci ha mandato una bellissima lettera che abbiamo letto nel corso dell’evento“.

La Juventus ha voluto tributare al “tifoso fedele, bianconero nel cuore” un saluto speciale. “Un uomo squisito, dai modi garbati e dal sorriso sincero che ci ha regalato e trasmesso ogni volta che abbiamo avuto occasione di incontrarlo, a Vinovo come allo stadio. Giorgio Faletti ci lascia all’età di 63 anni e la Juventus lo ricorda con affetto infinito, unendosi al dolore della famiglia per la scomparsa di un dolcissimo amico“.

Eppure, il ricordo e, allo stesso tempo, il saluto più umano e attaccato alla vita ce lo ha lasciato proprio Giorgio Faletti, quasi a lasciarci un messaggio forte di amore per la vita e di non sprecarla in briciole di male che intossicano ogni giorno la vita delle persone. Briciole o macigni, i frammenti di male e di dolore sono un salto nel buio dell’imponderabile, un ballare sull’orlo del precipizio, spesso inconsapevole, del fato e di quello che ci riserva dietro ogni angolo.

Ieri, 3 luglio, nel suo letto di ospedale a Torino, probabilmente in preda alle schifose conseguenze fisiche del male che se lo stava portando via, Giorgio Faletti ci ha lasciato un’eredità morale importante, ancor più importante per chi ha fede e vede nella morte un passaggio di stato, una porta girevole tra questa vita e la Vera Vita, quella illuminata dalla Luce dell’Imperatore del Tempo e degli Spazi. “A volte immaginare la verità è molto peggio che sapere una brutta verità. La certezza può essere dolore. L’incertezza è pura agonia“, ha scritto Faletti alle 14.26 del 3 luglio 2014. Poi, si è preparato per il Check-In ed è partito per la Nuova Vita, con la consapevolezza di andare verso l’ignoto, un buco nero che invece è denso di una Luce speciale, a cui si sarà abbandonato. Ne siamo certi.

E ci piace pensare che alle Porte del Paradiso Giorgio Faletti abbia fatto sbellicare dalle risate San Pietro, presentandosi sotto le spoglie cabarettistiche di Suor Daliso, uno dei suoi personaggi giovanili. Una pausa di sorriso per San Pietro, alle prese con molti dolori provenienti da questa dimensione del Creato, tra interpreti della Guerra Santa e pazzi scatenati, tra adepti del male e orripilanti dimissionari dal genere umano. Ma queste sono davvero altre storie.

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