Napoli, l’ombra del serial killer sulla morte di Fortuna, la bimba caduta dal balcone

Nella città partenopea, oggi i funerali della bimba, ma emerge un’ipotesi raccapricciante. Un anno fa nello stesso isolato morì un bambino di 3 anni, anche lui caduto nel vuoto da un balcone. A entrambi i bambini mancava una scarpetta. Appello durante le esequie: “Chiunque sapesse qualcosa parli”

20140705-ombra-serial-killer-napoli-caivano-330x232Si sono svolti questa mattina i funerali di Fortuna Loffredo, la bambina di 6 anni del Parco Verde di Caivano (Napoli), morta il 24 giugno dopo essere precipitata nel vuoto. Quello che sembrava inizialmente un tragico incidente potrebbe essere però collegato a un’altra morte considerata accidentale: circa un anno fa, nello stesso isolato, morì Antonio Giglio, 3 anni, anch’egli caduto nel vuoto da un balcone.

I magistrati della Procura di Napoli Nord che indagano sulla morte di Fortuna, secondo quanto appreso, starebbero prendendo in considerazione anche un macabro particolare: entrambi i bambini sono stati trovati con una sola scarpetta ai piedi (mancante la scarpa dello stesso piede, che noi sappiamo ma non divulghiamo). Si indaga quindi sulla possibilità che le due morti abbiano la stessa ‘matrice.

Questo lo scenario che ha mosso i legali incaricati dai nonni di Fortuna, Angelo e Sergio Pisani: “Chiunque sappia qualcosa ha il dovere morale, prima che giuridico, di parlare, anche per evitare in futuro tragedie del genere“. Si teme infatti – per non girarci attorno – che un serial killer sia all’opera. 

Analogo appello è stato lanciato da don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde, durante l’omelia pronunciata nel corso dei funerali. “Ho invitato chi ha visto qualcosa a parlare – ha spiegato agli inviati dell’agenzia Adnkronos – ma ho invitato anche chi non sa a tacere, per non dire cose che possono far male a qualcuno. Noi preghiamo perché si sia trattato solo di un terribile incidente“. 

Diverse persone, nel corso della cerimonia funebre, sono stati colte da malore, una addirittura ha avuto bisogno dell’intervento di un’ambulanza. Presente il padre della piccola, accompagnato dagli agenti della Polizia Penitenziaria (perché detenuto in carcere).

I legali Angelo e Sergio Pisani intanto hanno anche rivolto un appello alla magistratura “perché si accerti con ogni mezzo a disposizione, come per il caso di Yara Gambirasio, la dinamica di quanto accaduto” per fare piena luce sui fatti. 

(fonte agenzie) © RIPRODUZIONE RISERVATA