Carcere di Larino, detenuti contro il Papa. “Sciopero della Messa dopo la scomunica”: è la via giusta!

Monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso, ha rivelato che le parole del Papa hanno creato una cesura morale, uno iato tra i delinquenti e il mondo esterno. La premessa per spezzare le catene della criminalità organizzata sul territorio

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20140706-Bregantini-Stampa-320x212Città del Vaticano – I detenuti del carcere di Larino sono rimasti molto colpiti dall’intervento del Papa di due settimane fa in Calabria, quando ha sottolineato che i mafiosi sono scomunicati per la Chiesa cattolica.

Rafio Vaticana ha oggi riportato le parole di monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso. “È una cosa sorprendente che conferma quanto il Papa, parlando, incida nelle coscienze, perché la Sezione di alta sicurezza del carcere di Larino, quasi 200 persone, si è messa in ribellione davanti a questa frase“, ha rivelato il presule. “Se siamo scomunicati, a Messa non vale la pena andarci“, ha riportato Bregantini, mostrando come la mossa del Papa possa essere determinante nel fratturare il fronte criminale e la zona grigia che lo supporta.

I detenuti “ne hanno parlato con il cappellano. Quest’ultimo – ha detto ancora Bregantini – questa mattina ha invitato il vescovo al carcere per parlare e spiegare il senso dell’intervento del Papa“. Secondo l’arcivescovo di Campobasso “questo dimostra come non sia vero che dire certe cose, sia clericalismo; in realtà le parole del Papa, come quelle della Chiesa e di Gesù Cristo, hanno sempre una valenza etica che diventa poi sempre culturale ed economica, quindi con grandi riflessi politici“.

Monsignor Bregatini è stato vescovo di Locri, dove è stato anche minacciato di morte per le proprie posizioni contro la criminalità organizzata locale. Rompere il fronte della mafia, in qualsiasi forma si manifesti, è un passo fondamentale per interrompere l’osmosi tra ambienti criminali e quella parte della società civile che funge da anello di trasmissione tra economia legale e politica, un legame fondamentale per la sopravvivenza della criminalità organizzata, utilizzato per “lavare” i proventi delle attività illegali.

(Fonte: AGI)