Papa Francesco: “Sistema economico sfrutta l’uomo, per molti un ‘giogo’ insopportabile”

Bergoglio durante l’Angelus in piazza San Pietro esorta i fedeli “a dare ristoro ai poveri, agli immigrati e agli sfruttati”

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Città del Vaticano – “Molti sopportano ogni giorno il peso di un sistema economico che sfrutta l’uomo, gli impone un ‘giogo’ insopportabile, che i pochi privilegiati non vogliono portare”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus in piazza S. Pietro.

L’esortazione del Pontefice ai fedeli è di “dare ristoro” e farsi carico dei problemi delle tante persone che vivono in situazioni disagiate, i “tanti fratelli e sorelle oppressi da condizioni di vita precarie, da situazioni esistenziali difficili”.

Bergoglio ha citato quanti vivono “sfiniti sotto il peso insopportabile dell’abbandono e dell’indifferenza”, “provati dall’indigenza”, “costretti ad emigrare dalla loro patria, mettendo a repentaglio la propria vita”, o “sfruttati dal sistema economico”.

”Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”: Papa Francesco si è soffermato sull’invito di Gesù, di cui riferisce il Vangelo domenicale. Il Signore, ha detto, ”ha davanti agli occhi le persone che incontra ogni giorno”, ”gente semplice, poveri, malati, peccatori, emarginati”.

Il video dell’Angelus di Papa Francesco di oggi, 6 luglio 2014

”Questa gente -ha rimarcato Bergoglio- lo ha sempre rincorso per ascoltare la sua parola – una parola che dava speranza! Le parole di Gesù danno sempre speranza! – e anche per toccare anche solo un lembo della sua veste. Gesù stesso cercava queste folle stanche e sfinite come pecore senza pastore (cfr Mt 9,35-36): così dice Lui, e le cercava per annunciare loro il Regno di Dio e per guarire molti nel corpo e nello spirito. Ora li chiama tutti a sé: ‘Venite a me’, e promette loro sollievo e ristoro”.

Questo invito di Gesù, ha sottolineato il Papa, ”si estende fino ai nostri giorni, per raggiungere tanti fratelli e sorelle oppressi da condizioni di vita precarie, da situazioni esistenziali difficili e a volte prive di validi punti di riferimento”.

Nei Paesi più poveri, ”ma anche nelle periferie dei Paesi più ricchi – ha detto – si trovano tante persone stanche e sfinite sotto il peso insopportabile dell’abbandono e dell’indifferenza. L’indifferenza: quanto male fa ai bisognosi l’indifferenza umana. E peggio, quella dei cristiani. Ai margini della società sono tanti gli uomini e le donne provati dall’indigenza, ma anche dall’insoddisfazione della vita e dalla frustrazione. Tanti sono costretti ad emigrare dalla loro patria, mettendo a repentaglio la propria vita. Molti di più portano ogni giorno il peso di un sistema economico che sfrutta l’uomo, gli impone un ‘giogo’ insopportabile, che i pochi privilegiati non vogliono portare. A ciascuno di questi figli del Padre che è nei cieli, Gesù ripete: ”Venite a me, voi tutti”.

Al termine dell’Angelus, il Papa ha voluto salutare “in modo particolare e affettuoso tutta la brava gente del Molise”. Ieri, ha ricordato, “mi hanno accolto nella loro bella terra e anche nel loro cuore. E’ stata un’accoglienza calda, calorosa: non dimenticherò mai. Grazie tante”.

Secondo Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso, Papa Francesco ha ridato coraggio alla gente del Molise. ”È stata la grande attesa che si è compiuta. Noi avevamo dentro il cuore tante spine, tante lacrime di aziende in difficoltà. Lui ha dato tre criteri – ha detto Bregantini a Radio Vaticana – primo, dare sempre la priorità alla gratuità e non solo all’immediato al commercio; secondo: stare molto uniti (quando ha parlato di solidarietà anche con i giovani) che non è un’espressione vecchia, ma profetica attuativa e poi, terzo, l’esperienza del coraggio, di cui il Molise ha immenso bisogno, credendo che le soluzioni non vengono dall’alto, ma dal basso lavorando in sinergia con le forze che già ci sono”.

(Adnkronos)