Inps: 7 milioni di pensionati sotto i 1.000 euro, quasi uno su due

Importi superiori ai 3mila euro per 676mila persone. Assegno donne più leggero

20140708-rapporto-annuale-inps-330x222Roma – Un drammatico scenario emerge dal rapporto annuale dell’Inps, secondo cui quasi 7 milioni di pensionati percepiscono assegni mensili sotto i 1.000 euro lordi. Dalla ripartizione dei redditi pensionistici per classe di importo si evince che il 43 per cento dei pensionati (pari a 6,8 milioni) assorbe circa il 20 per cento della spesa annua complessiva, ricevendo una o più prestazioni d’importo medio mensile inferiore a 1.000 euro lordi. Tra questi, il 13,4 per cento – pari a 2,1 milioni – ne percepisce addirittura meno di 500.

La quota di chi ottiene pensioni comprese tra 1.000 e 1.500 euro è del 26 per cento circa (4,1 milioni) per il 25 per cento di spesa annua (66,2 miliardi), mentre un ulteriore 15 per cento di beneficiari (circa 2,4 milioni di persone) percepisce redditi compresi tra 1.500 e 2.000 euro mensili, pari al 20 per cento della spesa (53,2 miliardi). Al di sopra dei 2.000 euro lordi si colloca il restante 16 per cento circa dei titolari (poco meno di 2,5 milioni) cui va il 35,4 per cento della spesa lorda complessiva per un totale di 93,8 miliardi di euro. 

Tra questi, 676.406 soggetti pari al 4,3 per cento del totale dei pensionati Inps, riscuotono pensioni di importo medio mensile superiore a 3.000 euro lordi assorbendo il 14,4 per cento della spesa pari a 38,2 miliardi.

Nel 2013 il ricorso alla cassa integrazione per gestire le crisi aziendali è aumentato rispetto all’anno precedente. Le ore autorizzate nell’anno per le prestazioni complessive di Cig ordinaria, straordinaria e in deroga sono state 1.182,3 milioni (+5,6 per cento rispetto a quelle autorizzate nel 2012). Il 30,1 per cento dell’ammontare di ore autorizzate è richiesto per prestazioni ordinarie (356,2 milioni, il 44,6 per cento per prestazioni straordinarie al netto della deroga (527,1 milioni) e il 25,3 per cento per prestazioni straordinarie in deroga (299 milioni). 

Per la cassa integrazione ordinaria (Cigo) la spesa, comprensiva degli assegni familiari, è stata di 1.132 milioni di euro, mentre la spesa a copertura della contribuzione figurativa è stata di 788 milioni di euro. Per la Cigs al netto della deroga l’importo erogato è stato di 1.952 milioni di euro mentre la spesa a copertura della contribuzione figurativa è stata di 1.550 milioni di euro. Per i trattamenti di cassa in deroga la spesa per prestazioni, comprensiva degli assegni al nucleo familiare, è stata di 786 milioni di euro mentre la spesa a copertura della contribuzione figurativa è stata di 540 milioni di euro. 

Per quanto riguarda le prestazioni d’indennità di mobilità, la spesa è stata di 1.915 milioni di euro mentre la spesa a copertura della contribuzione figurativa è stata di 1.390 milioni di euro. Per i trattamenti di disoccupazione, la spesa, comprensiva degli assegni al nucleo familiare, è stata di 4.554 milioni di euro mentre la spesa a copertura della contribuzione figurativa è stata di 1.346 milioni di euro.

Nel 2013 sono inoltre state liquidate le prime prestazioni del nuovo strumento per il sostegno al reddito dei lavoratori subordinati che abbiano perduto involontariamente l’occupazione: l’assicurazione sociale per l’impiego (Aspi). La spesa per questa prestazione è risultata di 2.725 milioni di euro, mentre la spesa a copertura della contribuzione figurativa è stata di 2.431 milioni di euro. 

L’ampiezza dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali nel 2013 emerge oltre che dalla spesa per prestazioni, anche dai dati che riguardano i beneficiari, cioè di coloro che hanno percepito un ammortizzatore nel corso dell’anno. A causa del carattere transitorio della fruizione degli ammortizzatori sociali, risulta più utile considerare i valori medi dei beneficiari nell’anno (valore medio calcolato sui valori mensili), poiché questi valori sono maggiormente rappresentativi dell’entità e dell’evoluzione del fenomeno che si prende in esame. 

La media annua complessiva dei beneficiari di ammortizzatori sociali nel 2013 è stata di 923.419 unità. In particolare, 186.773 unità per la mobilità, 275.978 unità per la disoccupazione ordinaria, 365.554 unità per l’Aspi, 92.340 unità per la mini Aspi e 2.774 unità per la disoccupazione ordinaria ai lavoratori sospesi.

A questi, vanno aggiunti coloro che hanno beneficiato delle varie forme di cassa integrazione. Poiché la fruizione della Cig può avvenire con modalità diverse nell’azienda, che variano dalla diminuzione dell’orario giornaliero o settimanale per un certo periodo, fino alla cosiddetta Cig a zero ore, in cui l’attività lavorativa è completamente sospesa, si considerano a questo fine le unità lavorative annue (Ula). Nel 2013, utilizzando le Ula, si ottiene complessivamente un numero di 289.926 lavoratori non utilizzati (come se questi fossero stati in Cig a zero ore per tutto l’anno). 

Per quel che riguarda le altre prestazioni a sostegno del reddito (cosiddette socio-assistenziali), la spesa per il 2013 è risultata di 2.825 milioni di euro per maternità, allattamento e congedi parentali, mentre quella per gli interventi a sostegno del reddito familiare di dipendenti, pensionati e disoccupati è stata di 5.481 milioni di euro. Di questi la quota maggiore, pari a 4.307 milioni di euro, riguarda gli assegni al nucleo familiare per i lavoratori dipendenti. Infine, per quel che riguarda i pagamenti delle giornate di assenza per malattia, la spesa del 2013 è risultata pari a 2.003 milioni di euro.

Il reddito pensionistico medio, inteso come la somma di tutti i redditi da pensione sia di natura previdenziale che assistenziale percepiti da ciascun interessato ed erogati dai diversi enti, ammonta al 31 dicembre 2013 a 1.297 euro lordi mensili, rileva il rapporto annuale dell’Inps. 

Le donne, pur rappresentando il 54 per cento del totale dei beneficiari (8,5 milioni), ricevono una quota di reddito pensionistico pari al 45 per cento a causa del minor importo dei trattamenti percepiti: 1.081 euro medi lordi mensili a fronte di 1.547 euro per gli uomini. 

Nel 2013, la spesa pensionistica finanziata in via principale dai contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro ha inciso sul Pil per il 15,45 per cento e per il 16,21 per cento se si comprenda anche la spesa erogata per conto dello Stato, con esclusione delle erogazioni relative alle indennità di accompagnamento a favore degli invalidi civili. 

(TMNews)