Gaza, “300 bersagli” nella notte. Le vittime civili salgono a 76, causate da deliberate scelte di Hamas

Colpiti centri di deposito di armi, munizioni ed esplosivi installati in mezzo ai centri abitati civili, in cui sono piazzate anche le basi di lancio dei missili in modo deliberato, per causare vittime civili nelle rappresaglie aeree israeliane. Iniziativa egiziana per fermare raid aerei israeliani

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Tel Aviv – Israele continua a martellare Gaza, in risposta alla pioggia di missili di varia gittata, che ieri hanno anche cercato di colpire il reattore nucleare di Dimona. Le IDF hanno annunciato su Twitter il lancio di tre missili sulla città che ospita la centrale nucleare: due sono andati a bersaglio, facendo solo danni materiali, il terzo è stato intercettato dal sistema antimissile “Iron Dome”. 

L’aviazione israeliana ha colpito più di 300 obiettivi nella notte nella Striscia, in risposta ai razzi sparati da Hamas contro il Paese. Lo ha annunciato un portavoce dell’esercito. “Abbiamo colpito 322 obiettivi durante la notte, portando a 750 il numero totale dei bersagli di Hamas colpiti dall’esercito dall’inizio dell’operazione Protective Edge‘”, ha detto il portavoce, Peter Lerner. Sette civili palestinesi – tre donne e 4 minori – sono morti nella notte nella città di Khan Junis, nel sud di Gaza, sotto le macerie delle loro case colpite da tre missili israeliani.

È salito dunque a 76 – secondo fonti sanitarie palestinesi- il numero dei morti nell’operazione militare israeliana, che oggi entra nella terza giornata. Il numero dei feriti supera adesso le 400 unità. Le vittime civili sono causate dalla tecnica deliberata di Hamas di nascondere depositi di armi, munizioni, esplosivi e missili in mezzo ai caseggiati civili. Sicché le vittime sono causate essenzialmente dalle esplosioni degli esplosivi di Hamas, seguite al lancio di missili dei velivoli israeliani, come mostra chiaramente un video rilanciato dalle IDF – le FFAA israeliane – che però è sufficientemente neutro per consentire a chiunque di valutare la verità dei fatti.

Video IDF: esplosione di deposito esplosivi in mezzo alle abitazioni civili

La prassi di Hamas di nascondere tra le abitazioni civili le istallazioni e i depositi militari costituisce una violazione del diritto internazionale di guerra e concreta il reato di crimine di guerra di fronte alla Corte Penale Internazionale, che però non è riconosciuta da Hamas e dall’Autorità di Gaza. 

Nella notte si è svolta anche una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, richiesta dai palestinesi e da alcuni Stati arabi, ma si è chiusa con un nulla di fatto.  Intanto l’esercito ha calcolato in circa 360 i razzi di varia gittata lanciati finora dal territorio palestinese contro Israele: 255 sono caduti nel Paese e circa 67 sono stati intercettati dalle batterie antimissile del sistema “Iron Dome”, Cupola di Ferro.

Al momento gli attacchi dei miliziani palestinesi da Gaza non hanno provocato vittime, anche se decine di israeliani hanno dovuto ricorrere ai servizi di emergenza per attacchi di panico o stati di ansia. L’assenza di vittime israeliane al momento è dovuto alla straordinaria organizzazione di protezione civile dispiegata dal governo di Israele, che si avvale non solo del sistema antimissile “Iron Dome”, ma anche di un sistema di sorveglianza e allarme, integrato da una fitta rete di rifugi anti-aerei disseminati nelle città e nei villaggi di tutto il Paese.

Stamane le sirene sono tornate a risuonare a Tel Aviv e secondo la radio dell’esercito, almeno due missili sono stati abbattuti in volo dalle batterie antimissile dispiegate nella zona. Lo ha reso noto la radio dell’esercito.

Continuano da parte di Israele anche gli ‘omicidi mirati’: nel corso di una raid aereo su Gaza, è stata centrata un’auto, all’interno della quale viaggiavano Baha Abu al-Leil e altre due persone; mentre altre quattro sono rimaste ferite. Lo ha riferito Ashraf al-Qudra, portavoce dei servizi di emergenza nella Striscia. I tre, secondo le autorità di Tel Aviv, erano coinvolti nella fabbricazione dei micidiali razzi Qassam. Missili che vengono lanciati dai centri abitati civili, esponendo deliberatamente i civili alle rappresaglie aeree israeliane, miranti a distruggere le rampe missilistiche.

Iniziativa egiziana per fermare raid aerei israeliani

Nel frattempo da parte egiziana è stato avviato un tentativo per interrompere l’escalation di violenza nel Sud di Israele. Secondo il quotidiano Al Ahram, citato da agenzie occidentali, l’Organizzazione per la Conferenza Islamica (Oci) si riunirà sabato prossimo a Jeddah per discutere della situazione a Gaza.

Durante la riunione il ministro degli Esteri Esteri egiziano, Sameh Chokri, dovrebbe presentare un’iniziativa del governo di AlSisi per porre fine all’offensiva militare israeliana, ma da un punto di vista oggettivo che non prevede sconti ad Hamas. Egitto, Giordania e Marocco sono i soli tre paesi musulmani a riconoscere Israele e ad avere normali relazioni diplomatiche con Tel Aviv. Una posizione che – unita all’avversione egiziana per i terroristi di Hamas – potrebbe rivelarsi una delle chiavi di volta di questa pagina vergognosa della storia delle relazioni israelo-palestinesi.

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