Trattativa Stato-mafia, Grasso depone al processo: “Mai intervenuto sull’indagine”

Il presidente del Senato: “Qui per esigenze di giustizia e verità“. Poi ha sottolineato: “pensavo di potere essere citato non solo come testimone, ma anche come persona offesa

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Palermo – L’udienza del processo per la sospetta trattativa tra Stato e mafia, davanti alla Corte d’Assise di Palermo è iniziata con la deposizione del presidente del Senato, Pietro Grasso, citato come teste. “Sono qui per venire incontro alle esigenze di giustizia e verità“, ha spiegato Grasso.

Mi si può dare atto che nessuna interferenza c’è mai stata da parte del Procuratore nazionale antimafia” sull’indagine della trattativa tra Stato e mafia, ha detto il presidente del Senato, che ricopriva quell’incarico ai tempi della supposta trattativa. Il Procuratore di Palermo, Francesco Messineo, che ha condotto l’interrogatorio ha dichiarato: “Presidente, nessuno lo ha mai lontanamente ipotizzato“. Ma Grasso ha ribadito: “lo dico per essere chiari…“.

Nel dicembre 2011, pochi giorni prima di Natale, l’ex presidente del Senato Nicola Mancino era apparsa “una persona tormentata dal punto di vista psicologico, si sentiva quasi perseguitato“, ha raccontato in aula Grasso. Il riferimento è all’inchiesta sulla trattativa, che vede oggi imputato Mancino per falsa testimonianza.

Incontrai il consigliere giuridico del capo dello Stato, Loris D’Ambrosio (morto d’infarto nel luglio 2012, ndr) durante un incontro con gli studenti alla Luiss di Roma – ha riferito – e ricordo che mi parlò delle continue lamentele ricevute dal senatore Nicola Mancino che si sentiva perseguitato per l’inchiesta sulla trattativa“.

Io pensavo di potere essere citato in questo processo non solo come testimone, ma anche come persona offesa – ha sottolineato il presidente di Palazzo Giustiniani – visto che il pentito Giovanni Brusca ha detto che ero tra coloro a cui bisognava dare un ‘colpetto’ per potere ravvivare la fiamme della la trattativa“.

Un ‘appunto‘ cui Messineo ha risposto immediatamente: “Qui non stiamo celebrando un processo per mancata strage, ma per violenza e minacce e a corpo dello Stato“. “Io pensavo che potessi esser citato come persona offesa per il collegamento immediato e diretto con questa attività che poi non arrivò a conclusione per problemi di telecomando – ha detto Grasso riferendosi al fallito attentato nei suoi confronti È solo una piccola annotazione che non sposta nulla perché non mi sarei mai costituito parte civile“.

Nessuno mi chiese la formale avocazione dell’indagine della trattativa tra Stato e mafia – ha poi spiegato Grasso – In una riunione del 19 aprile 2012 convocata dal Procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani si parlò solo di un problema di coordinamento“.

Appena terminata la deposizione, il presidente del Senato ha dichiarato: “è un ruolo diverso per dare un contributo alla verità e alla giustizia e quindi mi sono adattato. Sono contento di averlo fatto“.

Riforma del Senato – Grasso, parlando della riforma del Senato, prima di lasciare l’aula bunker del carcere Ucciardone, ha dichiarato: “Io ultimo Presidente del Senato? E chi lo ha detto? Qualunque forma prenderà il Senato, che continuerà a chiamarsi cosi, avrà altri presidenti dopo di me. Vedremo quello che verrà fuori dalla democratica consultazione dell’aula parlamentare“.

(ET, Adnkronos)