Cara amica ti scrivo… Il conflitto israelo-palestinese dagli occhi di un italiano trasferitosi a Tel Aviv

David Di Tivoli è un italiano trasferitosi a Tel Aviv che scrive a un’amica in Italia per raccontarle il suo punto di vista su quanto accade in Israele. Un punto di vista partigiano, ma abbastanza realistico, su quanto accade tra Gaza e Israele, e sull’obiettivo vero di Hamas

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Il pericolo della propaganda – in un senso o nell’altro – in questo momento è altissimo. In una fase importante della campagna di Hamas e del Jihad Islamico dalla Striscia su Israele, che dal 1° gennaio 2014 a ieri ha visto piovere su Tel Aviv e altre città del Paese oltre 1100 missili (700 solo negli ultimi cinque giorni), discernere il grano dal loglio è fondamentale per fornire tutti i punti di vista, utili a farsi un’opinione.

David Di Tivoli è un italiano di religione ebraica di recente trasferitosi a Tel Aviv. È un professionista della comunicazione, twittarolo di prima categoria, usa il sarcasmo nei suoi post urticanti. Promotore del network ISayBlog, Di Tivoli è uno che sa raccontare e saprebbe raccontare anche le favole.

Questa volta usa un espediente letterario – la missiva inviata a un’amica – per spiegare quanto avviene tra palestinesi di Gaza (in realtà tra Hamas e Jihad Islamica) e Israele, che è l’unico Stato integralmente democratico in tutta l’area, nonostante la presenza di partiti ortodossi ed estremisti, che però si devono adeguare al fatto il Paese è uno “stato di diritto”. Lo ha dimostrato l’ultima volta nel caso del giovanissimo palestinese ucciso bruciato a Gerusalemme Est. Un delitto feroce che ha portato il lutto in una famiglia e il ribrezzo civico in quasi tutti gli israeliani, orripilati che alcuni di loro abbiano così barbaramente strappato la vita a un ragazzo inerme e incolpevole. Un agnello sacrificale alla barbarie.

Ma per giudicare la fondatezza o meno della narrazione di David Di Tivoli occorre partire dai documenti. Il primo, al riguardo di quanto asserisce nella sua lettera (autentica o espediente letterario che sia non importa), è lo Statuto di Hamas (disponibile nella traduzione italiana qui, a cura del Cesnur), in cui non troverete il riferimento alla costituzione di uno Stato Palestinese: troverete invece l’obiettivo della costituzione di uno Stato Islamico retto dalla sharia, che comprende tutta l’area e che mira espressamente alla distruzione per debellatio (termine di diritto internazionale) di Israele.

Certo, nella lettera di David c’è qualche imprecisione: dalla Savoia francese alla Campania non ci sono 120 chilometri in linea d’aria, ma il paragone è fondato lo stesso. Come reagirebbe il Piemonte all’azione missilistica di un ipotetico Gruppo Unionista Savoiardo a favore del ricongiungimento con la regione italiana? L’Italia come reagirebbe alla pioggia di ordigni?

Il punto di vista di David Di Tivoli è fondato, illustra con fedeltà quel che avviene ed è avvenuto in Israele nel recente passato. Interessante da leggere e da commentare.

Cara Amica (il nome è celato dall’autore per motivi di privacy),

In queste ore drammatiche per il Medio Oriente, conoscendo la tua profonda sensibilità ed umanità, immagino che tu, come del resto anche me e la mia famiglia, sarai scossa dalle notizie e dalle immagini che ci arrivano attraverso i media.

Da parecchio tempo ormai ho rinunciato al fatto che l’opinione pubblica possa avere una visione equilibrata delle vicende in corso e, più in generale, del conflitto arabo-israeliano ma, proprio per la stima e la considerazione che ho nei tuoi confronti, mi preme che almeno tu possa avere una visione chiara di ciò che sta avvenendo, che vada oltre le terribili immagini che vediamo. 

Ancora una volta lo Stato d’Israele è costretto dai suoi vicini non troppo pacifici e tolleranti (per usare un eufemismo…) ad intraprendere una guerra che costerà la vita, purtroppo, anche a tante persone innocenti, ma vorrei sottolineare alcuni punti:

  1. Lo Stato di Israele si è COMPLETAMENTE ritirato da Gaza nel 2005.
  2. Nel 2006 Hamas ha vinto le elezioni e ha formato un governo con l’appoggio del partito Fatah di Abu Mazen.
  3. Nel 2007 a seguito di violenti scontri tra Hamas e Fatah, il primo ha preso, con la forza ed un discreto spargimento di sangue, il controllo della Striscia di Gaza ed ha instaurato a Gaza un regime integralista islamico.

Questi signori, invece di costruire il loro Stato e sviluppare la propria disastrata economia si sono preoccupati di rifornirsi di armi (attraverso tunnel sotterranei, essendo i confini presidiati da Israele ed Egitto) e di educare all’odio, anche e soprattutto nelle scuole di qualsiasi grado, le giovani generazioni.

Sebbene non vi sia alcun contenzioso territoriale con Gaza, i signori di Hamas pensano bene di utilizzare la Striscia di Gaza come rampa di lancio per i loro attacchi ad Israele. Ma perché?

La risposta è tanto drammatica quanto esplicita. Hamas (come ben espresso nelle dichiarazioni dei suoi leader e nel suo Statuto) si prefigge la DISTRUZIONE dello Stato di Israele e la costituzione di uno regime islamico integralista in tutta la regione.

Come puoi immaginare è difficile parlare con tali interlocutori di PACE, TRATTATIVE, NEGOZIATI!!!

Hamas, avendo a disposizione (al momento) razzi con una gittata di circa 120 km, con i suoi lanci quotidiani mette a repentaglio la vita di milioni di persone che vivono in Israele.

Per fare un esempio, è come se dalla Francia un gruppo che ha assunto con le elezioni e con la forza il controllo della Savoia sparasse quotidianamente razzi sulla popolazione civile mettendo a repentaglio la vita di 40 milioni di cittadini italiani (diciamo fino alla Campania?).

In questo contesto, decine di giorni fa, Hamas ha deliberatamente iniziato il lancio di una pioggia di razzi in territorio israeliano senza precedenti.

Che cosa si poteva fare? Cosa avrebbe fatto qualsiasi altro Stato? Cosa avresti fatto tu?

Lo Stato di Israele ha deciso di rispondere agli attacchi tentando di indebolire Hamas colpendo militarmente le sue infrastrutture.

Purtroppo, nonostante le attenzioni dell’Esercito di Israele, ad oggi, risulta ci siano delle vittime civili innocenti.
Perché Israele riesce a limitare feriti e vittime, mentre Hamas no?

Perché Israele ha investito sui sistemi di difesa (come l’Iron Dome, sofisticatissimo sistema che rintraccia ed abbatte missili in volo), mentre Hamas preferisce usare la sua popolazione come scudo. 

Nonostante i militanti di Hamas si nascondano tra la popolazione civile e nascondano i propri arsenali all’interno di edifici pubblici e nonostante che il teatro di guerra sia una delle zone maggiormente popolate della Terra, l’Esercito di Israele sta facendo quanto in suo potere per ridurre il coinvolgimento di civili innocenti. Di ieri è la notizia che Hamas chiede ai suoi cittadini di NON ABBANDONARE gli edifici (dove sono nascosti arsenali) quando gli israeliani (dopo aver avvertito) li buttano giù.

Nonostante gli attacchi alle sue infrastrutture, Hamas non ha ancora interrotto il lancio di razzi contro le città di Israele.

In considerazione della sua schiacciante superiorità militare, Israele avrebbe potuto costringere Hamas alla resa bombardando con maggiore intensità la Striscia di Gaza.

(Tutti gli eserciti del mondo – che abbiano combattuto guerre giuste o sbagliate – per piegare i propri nemici non hanno mai esitato a utilizzare la propria superiorità militare anche a danno dei civili)

Ma Israele, in queste ore, anche al fine di limitare il coinvolgimento di ulteriori civili palestinesi innocenti e di evitare catastrofi umanitarie, ha deciso di mettere a repentaglio la vita dei propri giovani avviando le operazioni via terra, per tentare di stanare, indebolire e possibilmente sradicare Hamas.

Spero che anche tu capirai che la presenza nella Striscia di Gaza di una organizzazione estremista e fondamentalista come Hamas non solo preclude alla popolazione israeliana di vivere una vita normale ma, educando alla violenza e all’odio i propri giovani (ti invito a guardare questo video, preclude alla possibilità che anche in futuro si possa arrivare alla tanto auspicata pace tra israeliani e palestinesi. 

Malgrado il desiderio di tutte le persone equlibrate, civili e razionali del mondo, del Governo di Israele e della sua popolazione, malgrado le guerre siano sempre sporche ed ingiuste, Israele, purtroppo, DEVE fare quello che sta facendo. Lo deve ai suoi cittadini, minacciati quotidianamente dai razzi di Hamas. Lo deve alle future generazioni di entrambe le parti. 

Golda Meir (primo ministro di Israele negli anni ’70) disse agli egiziani in seguito alla firma degli accordi di pace: “Vi perdoniamo (a voi egiziani) per aver ucciso i nostri figli ma non vi perdoniamo per averci costretto ad uccidere i vostri”.

Questa frase racchiude in se il dramma del Medio Oriente che Israele sta ancora una volta vivendo.

Un abbraccio e a presto,

David Di Tivoli

© RIPRODUZIONE PARZIALMENTE RISERVATA

2 pensieri riguardo “Cara amica ti scrivo… Il conflitto israelo-palestinese dagli occhi di un italiano trasferitosi a Tel Aviv

  • 12/07/2014 in 23:21:19
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    Purtroppo è la verità x quanto inspiegabile e ingiusta…un altra italiana non entra in Israele…

    • 12/07/2014 in 23:25:20
      Permalink

      Non ebrea volevo dire…

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