L’esercito israeliano tiene ai palestinesi più di Hamas? Messaggio multimediale: “Pronto raid, lasciate zona”. Migliaia in fuga

Le forze armate israeliane hanno usato volantini, sms e registrazioni audio per avvertire la popolazione dell’imminente attacco aereo. Hamas: “Ignorate l’ultimatum e rimanete in casa” (a farvi ammazzare…). All’alba il primo assalto di terra. Netanyahu: “Avanti fino a quando non avremo ristabilito la tranquillità”. Il bilancio dei morti è di 159 palestinesi uccisi. Appello del Papa: “Le armi diventino strumenti di pace”

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Tel Aviv – Tsahal, l’esercito israeliano, attraverso il lancio di volantini, messaggi sms, registrazioni audio e altri mezzi ha allertato fin da ieri sera la popolazione civile residente nella parte settentrionale della Striscia di Gaza, invitando e chiedendo di evacuare la zona in vista di un attacco aereo. Ai residenti, come riportato anche sul profilo Twitter delle IDF, è chiesto di spostarsi verso sud prima di mezzogiorno (ora locale). “L’operazione dell’esercito sarà breve”, recita il messaggio, “chi non seguirà le istruzioni dell’esercito israeliano metterà a rischio la propria vita e quella della propria famiglia. Attenzione“.

Migliaia di persone hanno così iniziato a lasciare la zona, mostrando di avere più fiducia nelle parole preventive degli israeliani di quanto asserito da Hamas, che invece ha invitato i palestinesi di Gaza a fare il contrario: ignorate l’ultimatum e rimanete a casa”. Per farvi ammazzare, è implicito solo per noi.Con le migliaia di palestinesi in fuga ancge circa 800 residenti di Gaza con passaporto straniero, che si sono recati al valico di Erez. Per i civili in fuga e per i residenti di Gaza anche Israele, secondo informazioni (non verificate) dell’Esercito israeliano, si sta mobilitando, inviando autoarticolati di aiuti di ogni genere di prima necessità.

Il primo attacco di terra all’alba – La prima incursione di terra ufficialmente dichiarata da Israele nella Striscia di Gaza, con effetti di diritto internazionale, si è verificata questa mattina all’alba: l’esercito ha riferito che unità dei commandos navali israeliani hanno attaccato nella Striscia, distruggendolo, un sito utilizzato da Hamas per il lancio di razzi a lungo raggio contro Israele. Nell’operazione quattro militari israeliani sono rimasti lievemente feriti durante i combattimenti. Fonti palestinesi riferiscono che tre combattenti di Hamas sono rimasti uccisi.

Israele ha colpito circa 1.320 bersagli nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’Operazione “Protective Edge” lanciata martedì, in risposta ai circa 500 missili lanciati su Israele dall’inizio dell’anno fino all’8 luglio. Secondo il bilancio riportato dai media israeliani, nello stesso periodo di tempo i missili lanciati contro Israele da Gaza sono stati oltre 800.

Uno di questi missili in mattinata è esploso ad Ashkelon, ferendo seriamente un ragazzo israeliano di 16 anni. Lo riportano i media di Israele. Un altro razzo lanciato contro la città è stato intercettato dal sistema di difesa missilistica “Iron Dome“.

Bilancio dei morti – Il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza è di almeno 159 persone, oltre la metà delle quali civili che si trovavano nei pressi di edifici civili in cui Hamas e il Jihad Islamico custodiva ordigni esplosivi, armi e missili, in spregio a ogni regola del diritto internazionale di guerra. Tutti i documenti comprovanti tali circostanze, compresi i video delle immagini rilevate dai velivoli di ricognizione dell’aviazione militare israeliana, sono disponibili per le autorità internazionali delle Nazioni Unite. 

Nella tarda serata di ieri, Israele ha colpito l’abitazione del capo della polizia di Gaza, Tayseer Al-Batsh, in quello che è risultato l’attacco più sanguinoso dall’inizio dell’operazione. Ventuno persone sono rimaste uccise e 35 ferite. Tra loro, lo stesso Al-Batsh.

Sempre nella serata di ieri, per la prima volta dall’inizio dell’operazione, alcuni razzi sono stati lanciati dal Libano contro il nord di Israele. Non sono stati registrati danni di rilievo e l’esercito israeliano ha risposto con il lancio di proiettili di artiglieria contro il territorio libanese. Hamas ha negato qualsiasi coinvolgimento nel lancio di razzi dal Libano.

Avanti fino alla tranquillità – Israele “continuerà ad operare a Gaza per ristabilire la tranquillità“. Lo ha detto il premier Benjamin Netanyahu. “Non sappiamo quando l’operazione finirà, potrebbe volerci del tempo“, ha aggiunto Netanyahu secondo quanto riportato dai media di Israele.

Mentre il presidente Shimon Peres accusa Hamas senza giri di parole. “Gaza poteva essere libera e prospera, ma ha adottato il terrore. L’esercito israeliano sta agendo contro questo terrore con determinazione, sicurezza e dedizione“. Non molti sanno che nel passato anche gli israeliani avevano eletto le zone della Striscia Gaza come luogo di vacanza, approfittando delle bellezze della costa mediterranea. Come riportano i media israeliani, per Peres “il terrorismo di Hamas intende colpire i civili israeliani innocenti. Non possiamo continuare a permettere una realtà in cui cinque milioni di civili, compresi madri e bambini, devono correre nei rifugi“, ha concluso il presidente uscente israeliano.

Scontri a GerusalemmeScontri tra manifestanti palestinesi e polizia israeliana, stamattina sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. I manifestanti hanno lanciato pietre e petardi contro gli agenti, ferendone due. La polizia israeliana, riporta Haaretz, ha fermato dieci giovani palestinesi. A causa degli scontri, l’area è stata chiusa ai visitatori.

Appello del Papa – Papa Francesco, dopo l’Angelus in piazza San Pietro, ha rivolto un nuovo accordato appello per la pace in Terra Santa. “Rivolgo a tutti voi un accorato appello a continuare a pregare con insistenza per la pace in Terra Santa, alla luce dei tragici eventi degli ultimi giorni. Ho ancora nella memoria il vivo ricordo dell’incontro dell’8 giugno scorso con il Patriarca Bartolomeo, il Presidente Peres e il Presidente Abbas, insieme ai quali abbiamo invocato il dono della pace e ascoltato la chiamata a spezzare la spirale dell’odio e della violenza“, ha detto il Pontefice.

L’Angelus e l’appello di Papa Francesco

Qualcuno potrebbe pensare che tale incontro sia avvenuto invano. Invece no“, Bergoglio ha avvertito, perché “la preghiera ci aiuta a non lasciarci vincere dal male né a rassegnarci a che la violenza e l’odio prendano il sopravvento sul dialogo e la riconciliazione“. Da qui l’appello del Papa: “Esorto le parti interessate e tutti quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale a non risparmiare la preghiera e alcuno sforzo per far cessare ogni ostilità e conseguire la pace desiderata per il bene di tutti. E invito tutti ad unirvi nella preghiera. Ora, Signore, aiutaci tu! Donaci tu la pace, insegnaci tu la pace, guidaci tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!“. E ancora, “con la guerra tutto è distrutto!“.

Infine, Papa Francesco a chiesto al Signore di infondere agli uomini il “coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace… Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono“.

(Credit: Adnkronos)