Chieti, indagine contro comparaggio. Arrestati un medico e docente universitario e quattro informatori medico scientifici

Indagini in Lazio, Abruzzo, Puglia e Lombardia per contrastare la corruzione nell’ambito del fenomeno illecito di accordo tra produttori di prodotti per l’infanzia e medici

20140714-comparaggio-corruzione-330x195Pescara – Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Tutela della Salute di Pescara, con il supporto di militari dell’Arma dei reparti territoriali stanno eseguendo in 8 province di 4 Regioni d’Italia (Lazio, Abruzzo, Puglia e Lombardia) 5 misure cautelari agli arresti domiciliari e 10 decreti di perquisizione, emessi dalla Procura della Repubblica di Chieti.

L’attività investigativa – si legge in una nota – ha consentito di smascherare gli illeciti comportamenti di un medico primario universitario e quattro rappresentanti di due note aziende produttrici di alimenti per l’infanzia che avevano posto in essere atti corruttivi“. Le intercettazioni video-ambientali, secondo l’accusa, hanno permesso di appurare episodi di corruzione realizzati dal professore con il concorso di rappresentanti di aziende produttrici di integratori e alimenti per neonati. Il medico, all’atto delle dimissioni dei pazienti prescriveva o indicava ai genitori i prodotti delle due aziende che incrementavano le vendite, ricompensando poi il professionista con provvigioni in denaro o altri benefits. 

Denunciati altri dieci medici, di varie località italiane (province di Taranto, Bari, Potenza, Pescara e Teramo), a carico dei quali sono stati raccolti elementi ora oggetto di ulteriori accertamenti, per valutare responsabilità di corruzione nei loro confronti con il concorso degli agenti di zona.

Le perquisizioni domiciliari hanno consentito di sottoporre a sequestro pc e documentazione che gli investigatori hanno definito interessanti e che ora sono al vaglio dei Carabinieri del Nas di Pescara.

Resta tuttavia da vedere in che misura e in che scenario si siano dispiegati i legami tra i medici e le case produttrici di integratori e alimenti per neonati e se tali legami abbiano prodotto un danno al Sistema Sanitario Nazionale o si inseriscano in relazioni commerciali tra professionisti e l’industria farmaceutico-alimentare, forse non corretti sul piano deontologico, ma non reati da indagine penale. È quanto cercherà di dimostrare la pubblica accusa, per un punto dirimente che sarà utilizzato anche dalla difesa per dimostrare l’inesistenza del reato.

(Credit: AGI)