Ucraina, ritrovato morto il giornalista filorusso Sergei Dolgov

Sergei Dolgov, direttore di due giornali in lingua russa, era stato sequestrato lo scorso mese nell’est del Paese: sarebbe stato torturato. Kiev conferma l’abbattimento di un aereo cargo e accusa Mosca. Obama al telefono con Cameron: “Da Mosca ancora nessun progresso”

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Dnipropetrovsk – Sarebbe stato ritrovato morto Sergei Dolgov, il direttore dei due giornali in lingua russa ‘I want to be in the Ussr’ e ‘The Azov Region Courier’, sequestrato lo scorso mese nell’est dell’Ucraina , e secondo alcuni in mano delle forze governative ucraine. Il suo corpo, secondo un messaggio pubblicato da Konstantin Dolgov, direttore del portale di notizie Glagol, sul social network Vkontakte e ripreso da ‘The Moscow Times‘, è stato ritrovato in un parco vicino la città orientale ucraina di Dnipropetrovsk. Konstantin Dolgov, che è anche leader del movimento filo-separatista Fronte popolare di Novorossiya, sostiene che il giornalista sarebbe stato “torturato” dai rapitori e che il suo 20140714-ucraina_scontri_Donetsk-330x230interrogatorio sarebbe “finito con la morte” del collega.

La vittima, come riporta 24.com.ua, secondo alcuni dipendenti di ‘The Azov Region Courier‘, mancherebbe all’appello da metà giugno, quando uomini armati di fucili automatici avevano fatto irruzione nelle loro redazioni nella città ucraina di Mariupol, prima di rapire Dolgov. Alcuni giorni dopo, però, Serhiy Spasitel, capo della sezione regionale di Mariupol del servizio di sicurezza dell’Ucraina, disse che Dolgov era vivo e stava bene, ma che le domande su dove si trovasse dovevano essere rivolte al Centro antiterrorismo ucraino.

Intanto il governo ucraino ha confermato oggi l’abbattimento di un aereo cargo che stava sorvolando la turbolenta area di Luhansk, accusando indirettamente la Russia. Il velivolo “è stato colpito da un potente missile, probabilmente sparato dal territorio russo“, ha reso noto il ministro della Difesa, Valeri Gelety. I due membri dell’equipaggio dell’Antonov An-26, ha aggiunto, sono riusciti a lanciarsi fuori dall’aereo e sono sopravvissuti. Secondo il ministro, l’aereo volava a un’altitudine di 6.500 metri e non poteva essere quindi raggiunto da un missile a spalla, come quelli in possesso dei separatisti filorussi.

Inoltre 30 separatisti sarebbero morti nei raid aerei condotti dalle forze ucraine sopra Aleksandrovka. Lo ha riferito Konstantin Knyrik, portavoce del centro informazioni Fronte-Sudest, mentre il ministero della Difesa di Kiev ha confermato che domenica ci sono stati cinque attacchi aerei, aggiungendo che “il nemico ha subito perdite considerevoli”.

Le forze filorusse hanno negato che l’aeroporto di Luhansk sia tornato sotto il controllo delle truppe ucraine e precisato che tutti gli attacchi sono stati respinti. Nel frattempo, Konstantin Romodanovski, dell’ufficio russo per le migrazioni, ha riferito che in Russia oltre 30mila persone hanno chiesto lo status di rifugiato o di asilo politico temporaneo.

E sebbene siano stati chiaramente comunicati a Mosca i passi da compiere per disinnescare la crisi in Ucraina, “né gli Stati Uniti né la Gran Bretagna hanno finora visto progressi sul fronte del rispetto delle condizioni” poste. E’ quanto emerso nel corso di una telefonata tra il presidente americano Barack Obama e il premier britannico David Cameron secondo quanto riportato da una nota della Casa Bianca. I due leader – si legge nella nota – “hanno espresso preoccupazione per le violenze tuttora in corso nell’est dell’Ucraina” ribadendo il loro accordo sulla necessità che la Russia intraprenda “passi immediati” per ridurre le tensioni.

La nota rammenta peraltro che i passi indicati a Mosca, da compiere quanto prima, includono l’immediato cessate il fuoco da parte dei separatisti filorussi con il blocco del flusso di armi e di combattenti alla frontiera, il rilascio di tutti gli ostaggi, un meccanismo effettivo di monitoraggio delle frontiere dell’Osce con la messa a punto di una roadmap di colloqui per il Gruppo di Contatto. Obama e Cameron – prosegue la nota – hanno convenuto che “l’Europa e gli Stati Uniti debbano adottare ulteriori misure coordinate per imporre costi alla Russia” in mancanza di progressi effettivi ed immediati.

(Adnkronos)