Gas flatulenze contro cancro, infarto e demenza senile? Uno studio scopre i mirabolanti effetti dell’acido solfidrico

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Exeter, in Gran Bretagna, è convinto che piccole quantità del gas prodotto dalla funzione intestinale possa avere benefici effetti nella protezione delle cellule e nella lotta ad alcuni tipi di malattie. Lo studio è stato pubblicato su “Medicinal Chemistry Communications”

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Londra – Anzitutto, non è un pesce d’aprile fuori stagione, perché il titolo potrebbe indurre a pensarlo. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Exeter, in Gran Bretagna, è convinto che il gas prodotto dalla digestione intestinale potrebbe avere benefici effetti per la salute, riducendo il rischio di sviluppare il cancro, l’ictus, l’infarto e la demenza.

Il gas intestinale è acido solfidrico, (formula bruta H2S e denominazione IUPAC  “solfuro di idrogeno” o idrogeno solforato) ed è uno dei gas più maleodoranti, che viene prodotto dai batteri della flora intestinale quando “digeriscono” il cibo nell’intestino. In grandi quantità può essere tossico, fino a diventare letale.

In natura l’acido solfidrico si forma per decomposizione delle proteine contenenti zolfo da parte di batteri. Lo si riscontra per questo motivo nei gas di palude, nel petrolio greggio e nel gas naturale. Insieme ai mercaptani è responsabile dello sgradevole odore delle feci e delle flatulenzeL’acido solfidrico si forma anche nelle attività industriali, come sottoprodotto della filiera produttiva alimentate, nella depurazione delle acque con fanghi che favoriscano la digestione aerobica, nella la produzione di coke, nella la concia di pellami e nella raffinazione del petrolio, come ben sa chi ha vissuto in una città con un impianto petrolchimico insistente sul territorio.

I ricercatori inglesi hanno pubblicato sulla rivista scientifica ‘Medicinal Chemistry Communications‘ il risultato della ricerca. Secondo il team di Exeter, quando le cellule sono stressate da una malattia attirano degli enzimi per generare piccole quantità di acido solfidrico, che aiuta a preservare i mitocondri, ossia le “centrali energetiche” delle cellule, che regolano le infiammazioni, senza i quali le cellule morirebbero.

Ora i ricercatori hanno messo a punto un nuovo composto, chiamato AP39, che potrebbe aiutare il corpo a produrre la giusta quantità di acido solfidrico. Gli scienziati britannici credono che questo composto potrebbe aiutare a prevenire o, addirittura, a invertire il danno mitocondriale, che costituisce una strategia chiave nel trattamento di condizioni come l’ictus, l’infarto, il diabete, l’artrite, la demenza e l’invecchiamento.

L’AP39, infatti, potrebbe essere utilizzato per il trasporto di piccole quantità della sostanza verso zone ben individuate all’interno delle cellule. In questo modo i mitocondri permetterebbero alle cellule di vivere di più. “Abbiamo sfruttato questo processo naturale – ha spiegato Matt Whiteman, scienziato della Medical School all’Università di Exeter – producendo un composto, chiamato AP39, che trasporta lentamente piccole quantità di questo gas proprio nei mitocondri. I risultati indicano che se le cellule stressate sono trattate con AP39, i mitocondri sono protetti e le cellule rimangono in vita“.

Prima di testarlo sugli esseri umani, i ricercatori hanno condotto una serie di test su modelli di malattia. I primi risultati sono promettenti. Ad esempio, in modelli di malattie cardiovascolari, la ricerca ha mostrato che quando viene somministrato l’AP39, oltre l’80 per cento delle cellule mitocondriali generatrici di energia sopravvive in condizioni che altrimenti sarebbero altamente distruttive.

Anche se il solfuro di idrogeno e’ ben noto come il gas pungente e maleodorante delle uova marce e della flatulenza, esso è prodotto naturalmente dal corpo e potrebbe in realtà essere un eroe per la salute con implicazioni significative per future terapie di varie malattie“, ha detto Mark Wood, scienziato della Facoltà di Bioscienze dell’Università di Exeter.

Come dire, in natura nulla si crea e nulla si distrugge, come Eraclito prima e Antoine-Laurent Lavoisier poi hanno affermato a distanza di circa 2300 anni. 

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