Bimbo morto ad Alcamo, la madre fermata per omicidio volontario

La donna, una messicana di 33 anni, è stata ascoltata per tutta la giornata di ieri dopo che il figlio di 5 anni è stato trovato morto nel suo lettino per una overdose di farmaci: nel suo racconto ci sarebbero state molte contraddizioni. Potrebbe essere stata lei a somministrargli gli psicofarmaci

20140715-alcamo-bimbo-cinque-anni-330x220Trapani – La mamma del bambino morto nella notte tra il 13 e il 14 luglio ad Alcamo, in provincia di Trapani, è stata fermata con l’accusa di omicidio volontario. Secondo la ricostruzione degli investigatori coordinati dalla procura di Trapani, la donna, A. A., 33 anni, di nazionalità messicana, avrebbe somministrato al piccolo gli psicofarmaci che lei stessa assumeva.

Durante l’interrogatorio condotto dal sostituto procuratore Sara Morri la donna sarebbe caduta più volte in contraddizione. Sospetti erano sorti anche dall’esame dei contenitori dei farmaci, che sono dotati di un’apertura di sicurezza difficile da aprire per un bambino di cinque anni.

Ieri la donna aveva raccontato di aver trovato il bimbo morto nel suo lettino, nella loro abitazione di via Amendola, dove i due vivevano da soli, perché il padre del bambino si trova in Germania, dopo aver interrotto la relazione con la donna. L’uomo risulta peraltro indagato dalla procura di Trapani per violenze familiari.

La versione della donna, le cui urla aveva attirato un passante che aveva dato l’allarme al 113, è sembrata agli investigatori lacunosa e fragile. La donna soffriva di depressione e assumeva ansiolitici, farmaci che sarebbero stati da somministrati anche al figlio, secondo la tesi della procura. Sembra che gli investigatori abbiano trovato una lettera della donna, dove in modo confuso e sconclusionato la donna annunciava la morte sua e del figlio, chiedendo non fosse eseguita sui loro corpi l’autopsia.

Invece oggi il professor Paolo Procaccianti, direttore dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo effettuerà l’esame autoptico sul corpo del povero bambino, forse vittima di numerose assenze, lacune affettive, mancato funzionamento dei meccanismi sociali di solidarietà a persone in difficoltà. Sarebbe a tal fine interessante sapere quale sia stata l’azione intrapresa dai servizi sociali comunali a supporto di una donna sola e in difficoltà psicologica.

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