Allarme ebola, in Sierra Leone è corsa per fermare l’epidemia

Medici Senza Frontiere al lavoro. Oltre 600 vittime fino a oggi nella regione

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Roma – Cresce l’allarme ebola in Africa Occidentale. In Sierra Leone e nei paesi confinanti è lotta contro il tempo delle autorità sanitarie locali e delle organizzazioni internazionali per fermare l’epidemia che ha già fatto oltre 600 vittime nella regione fino a luglio (dati dell’OMS).

Medici senza frontiere è in prima linea in questa dura battaglia, ma a causa delle risorse umane limitate, sta concentrando i suoi sforzi sul trattamento dei pazienti e la sensibilizzazione delle comunità rispetto alla malattia, con più di 150 operatori locali e internazionali in azione in Sierra Leone per combattere l’epidemia.

Tra loro, c’è l’infermiere italiano Massimo Galeotti, arrivato in questi giorni in Sierra Leone dopo un periodo in Guinea, che ha parlato con l’agenzia TMNews. “Uno dei pazienti che ho trattato in Guinea era una giovane donna incinta del suo primo figlio. La maggior parte delle volte, quando una donna incinta si ammala di ebola, lei e il suo bambino muoiono. Questa donna, invece, ha perso suo figlio ma è riuscita a sopravvivere – ha spiegato Galeotti – È stato chiaro come l’esperienza l’avesse cambiata quando, una volta guarita, è uscita dal centro per il trattamento dell’ebola. È stato fenomenale“.

I decessi registrati e i casi accertati in tre Paesi dell’Africa Occidentale (fonte: World Health Organization)

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(TMNews)