Alitalia-Etihad in bilico: “firma di tutti o salta l’intesa”

Non ha raggiunto il quorum il referendum sugli accordi integrativi e si è aperto lo scontro tra sindacati: Uilt contro Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl Trasporti e Usb

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Roma – Non ha raggiunto il quorum il referendum sugli accordi integrativi del gruppo Alitalia ed è subito scontro tra i rappresentanti del lavoratori: da una parte la Uilt, che ritiene la consultazione non valida, e dall’altra le sigle che hanno sottoscritto l’accordo: Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl trasporti e Usb. “Su un totale di 13.190 lavoratrici e lavoratori aventi diritto al voto, 3.555 sono stati i votanti, raggiungendo una percentuale pari al 26,95%”, afferma Claudio Tarlazzi, segretario generale della Uiltrasporti, “sulla base del Testo Unico sulla Rappresentanza del 10 gennaio 2014, il referendum in Alitalia non è valido”.

Facendo presente che dei 5.400 addetti del personale navigante ha votato soli il 3%, la Uilt chiede dunque la rinegoziazione dell’intesa. Non la pensa cosi’ il segretario nazionale della Filt Cgil, Nino Cortolillo, secondo cui l’intesa “non è solo pienamente valida ma si applica in ogni sua parte”. “La Uilt dimostra di non conoscere le regole”, aggiunge Cortolillo.

“Trattandosi di referendum abrogativo, sulla base delle regole dell’accordo sulla rappresentanza, resta confermata la validita’ degli accordi”, puntualizza, a tale proposito, una nota congiunta di Filt, Fit e Ugl. Ma l’azienda avverte: “La coesione e la condivisione delle scelte da parte di tutte le sigle sindacali” sono “essenziali per il completamento con successo delle intese con Etihad”.

Intanto è in corso di svolgimento l’assemblea dei soci di Alitalia, che non affronterà però l’accordo con Etihad nel capitale, ma ha all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio e l’aumento di capitale. L’Ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, è stato comunque costretto a smentire le voci di stampa secondo le quali la compagnia di Abu Dhabi avrebbe imposto un ultimatum, ponendo il 28 luglio come ultimo termine utile per la chiusura dell’accordo. Ad agitare le acque sono anche le tensioni tra Poste Italiane e gli altri soci.

Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, ha pero’ raffreddato le tensioni, dichiarando che il gruppo guidato da Francesco Caio “non sembra abbia detto di voler uscire dall’azionariato”. “Mi sembra che il Cda di Poste abbia deliberato la strategicita’ dell’investimento e abbia detto che il parere sull’accordo con Etihad è assolutamente positivo ed è una grande sinergia”, ha aggiunto il ministro.

(AGI)