Pazze qualifiche all’Hungaroring: Rosberg in pole, il Lupo Luigino finisce quasi come un pollo: arrosto

Hamilton in Q1 finisce con il retrotreno in fiamme e partirà dall’ultima fila (o dalla pit lane). In prima fila anche Sebastian Vettel, ma a quasi mezzo secondo dalla pole position. Bottas e Ricciardo in seconda fila, Alonso e Massa in terza. Button e Vergne in quinta, Hülkenberg e Magnussen in quinta. Capolavoro Ferrari in Q1: fuori Raikkonen per eccesso di sfiducia nelle capacità della Marussia e di Bianchi (monoposto con motore Ferrari e pilota Ferrari): geni!!! Domani la pioggia e dove c’è la pioggia…

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Budapest – Qualifiche con molti colpi di scena all’Hungaroring, dove alla fine delle tre manche regolamentari il Biondo Vichingo della Maercedes, alias Nico Rosberg, si è aggiudicato la sesta pole stagionale, la decima in carriera. In prima fila anche la Red Bull di Sebastian Vettel, mentre la seconda fila è stata conquistata dal Valtteri Bottas e Daniel Ricciardo. Terza fila per Fernando Alonso, con la prima Ferrari, e Felipe Massa, con la seconda Williams, mentre la quinta fila è di Hülkenberg e Magnussen, che di fatto non ha partecipato all’ultima manche. Qualifiche movimentatissime fin dall’inizio.

Colpo di scena dopo 8 minuti circa dall’inizio della Q1: la Mercedes di Lewis Hamilton all’altezza della Curva 13 rallentava con il retrotreno fumante, rientrava in pit lane (lamentando di non avere più risposta da freni e cambio) e doveva fermarsi con il retrotreno avviluppato dal fuoco all’ingresso della pit lane. Poco prima Maldonado aveva dovuto abbandonare la sua Lotus E22 al posto dei commissari all’uscita della Curva 13., con la monoposto ammutolita. L’ultima fila della griglia di partenza aveva subito un sigillo, ancor prima della fine della prima manche delle qualifiche. Hamilton 21°, Maldonado 22°. Malgrado l’avviso via radio, Hamilton non riusciva a fermare la monoposto, perché le fiamme intaccavano il sistema frenante brake-by-wire.

Ma le sorprese non finivano qui, perché proprio a tempo scaduto, Kimi Räikkönen – che aveva girato solo con le medie – veniva scavalcato da Jules Bianchi, che aveva le soft sulla sua Marussia in un mitico passaggio alla Q2 su cui non avrebbe scommesso un centesimo. Alla fine della manche, Vergne a sorpresa capeggiava il lotto davanti a Rosberg, Kvyat, Ricciardo, Vettel, Bottas, Gutierrez, Perez, Sutil, Alonso (ultimo della Top Ten), Grosjean, Hülkenberg, Magnussen, Massa, Button e Bianchi, appunto ultimo degli ammessi alla Q2. Eliminati Räikkönen, Kobayashi, Chilton, Ericsson, Hamilton e Maldonado (che però potrebbero partire dalla pit lane con un motore nuovo). Sulla Mercedes di Hamilton le fiamme sono state scatenate da un problema alla pompa della benzina, con conseguente fuoriuscita di carburante e successivo incendio.

In Q2 nessun sommovimento di rilievo, con Rosberg miglior crono, davanti a Vettel, Ricciardo, Bottas, Massa, Alonso, Button, Magnussen, Vergne e Hülkenberg ultimo dei qualificati per la Q3. Il tedesco della Force India escludeva dalla Top Ten Daniil Kvyat, che faceva anche un errore nell’ultimo tentativo, andando in testacoda all’altezza della Curva 12. Errore raro per il russo di Roma, che precedeva Sutil, Perez, Gutierrez, Grosjean, e Bianchi.

All’inizio della Q3 le prime gocce di pioggia – data con il 30 per cento di probabilità – e fretta di uscire per fare il tempo, con il rischio di pagare pegno pesante. Al primo giro dopo il lancio. Rosberg andava lungo alla prima curva, ma riusciva a non sbattere, rientrando in pista. Dietro il tedesco, l’altro biondo vichingo non riusciva nella stessa manovra e impattava nelle barriere a causa dell’asfalto bagnato. Lungo incruento anche per Button e bandiera rossa.

Alla ripresa, con la pioggia scemata, Rosberg davanti a tutti al primo tentativo, poi superato da Bottas in prima posizione. Dopo il cambio delle gomme e soft nuove per tutti (tranne che per Vergne), Vettel in provvisoria pole, con Bottas secondo. Colpo di reni finale di Rosberg, che andava in pole con mezzo secondo di margine su Vettel.

Il sabato nero del Lupo Luigino, si può dire. Lauda, presidente non esecutivo del team Mercedes, ha liquidato l’incidente che ha coinvolto Hamilton come una perdita di benzina dovuta alla rottura della pompa del carburante. Una specie di spiegazione neutra, che sta bene sempre, anche col nero (il viso di Lewis, nella fattispecie, e non con riferimenti all’epidermide). Circola nel paddock la voce (tutta da verificare) che al contrario la monoposto incendiata emani un forte odore di olio, segno che la benzina non c’entri niente e che si potrebbe trattare invece di una rottura idraulica, se non un tappo non ben serrato. Incidenti che possono capitare, ma che rischiano di mandare i ko Hamilton, che vede fantasmi anche dietro le ragnatele.

In ogni caso, domani la gara sarà un terno al lotto, perché la pioggia “promessa oggi” cadrà in modo copioso in gara. Anzi, dovrebbe cadere, visto che le previsioni meteo finora sono sempre state smentite dalla realtà. La perturbazione atlantica che investe il Centro-Nord Italia in queste ore si sta spostando verso est, dove porterà pioggia e grandine. 

In una situazione tanto variabile, le previsioni sono puro esercizio onirico. Domani vincerà il più bravo in condizioni mutevoli, il più tranquillo e il più fortunato. In fondo la vita va spesso così, non solo nei GP di Formula 1… 

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FORMULA 1 PIRELLI MAGYAR NAGYDÍJ 2014 – Qualifiche

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FORMULA 1 PIRELLI MAGYAR NAGYDÍJ 2014 – ANALISI TECNICA PIRELLI

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.