All’Hungaroring il “picciotto di Perth”, Ricciardo, trionfa e si beve il Samurai, il Lupo Luigino e il Biondo Vichingo

Succede di tutto al Gran Premio di Ungheria, ma la palma va agli uomini del podio, veri combattenti: Ricciardo ottimizza, Alonso fa il miracolo laico, Hamilton una gran gara. Rosberg limita i danni ed Ecclestone gongola (un po’ meno gli spettatori). Massa (5°), Räikkönen eroico (6°). Vettel e Bottas, che bottas…

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Budapest – La pioggia attesa a Budapest è arrivata, rimescolando le carte di una gara che sembrava essere segnata a favore di Rosberg, leader della classifica iridata piloti. Invece, complice il fondo bagnato e gli svarioni in pista, l’ingresso della Safety Car ha cambiato lo scenario.

Alla fine della corrida, il picciotto di Perth, Daniel Ricciardo, ha portato per la seconda volta in carriera il musetto della sua monoposto davanti a tutti, vincendo all’Hungaroring una gara emozionante. Secondo posto per uno straordinario Fernando Alonso, capace di stringere i denti fino a tre giri dalla fine, quando tutti i ferraristi speravano che si verificasse quel che nel 1981 riuscì a Gilles Villeneuve al Jarama. Un risultato che non deve illudere, ma che mostra il carattere del pilota in pista.

Terzo gradino del podio per Lupo Luigino, il quale – nonostante un errore al primo giro (a causa dei freni posteriori freddi) è riuscito a capitalizzare una gara con poche sbavature e una strategia perfetta e senza errori.

Sotto il podio il Biondo Vichingo, Nico Rosberg, che limita i “danni” della sfortuna derivati dall’ingresso della prima Safety Car.

Incolore, ma costruttiva, la gara di Felipe Massa, quinto al traguardo, rompendo una tradizione negativa su questa pista. E anche Kimi Räikkönen alla fine, con il sesto posto, coglie un risultato su cui non avrebbe scommesso un centesimo alla partenza. Al contrario, Vettel e Bottas, per motivi di versi, non sono stati in grado di riprendersi dalla prima entrata della vettura di sicurezza, risultando i più penalizzati tra i primi quattro. Vergne, concludendo nono ha portato punti preziosi al team di Faenza, mentre Button – in testa anche alla gara – non ha potuto far meglio del decimo posto, dopo l’errore di strategia del team, che ha montato a entrambi i piloti le intermedie al primo pit stop, confidando nelle previsioni che volevano pioggia in arrivo. Il decimo posto del campione del mondo 2009 è un mezzo miracolo. Magnussen disperso.

Alla partenza – sul bagnato – Rosberg partiva al comando, lasciandosi alle spalle Bottas, Vettel e Alonso, prendendo subito un margine di sicurezza sui tre inseguitori. Hamilton, partito dai box come Magnussen (per aver sostituito il telaio delle monoposto), commetteva un errore alla terza curva, andando in testacoda a causa dei freni posteriori freddi. Al 7° giro, Ericsson impattava all’esterno della Curva 3, dopo aver ballato sul cordolo bagnato. L’incidente era talmente grave – per fortuna solo per la monoposto – da richiedere l’ingresso della prima Safety Car per eliminare i rischi in pista, restando in pista più del previsto per spostare anche la Lotus di Grosjean, che due giri dopo il pilota svedese pensava bene di emularlo, ma sbattendo sulle barriere di destra.

A quel punto, i piloti dietro ad Alonso sfruttavano il momento per cambiare le intermedie (con cui erano partiti) con le slick. Ricciardo montava le soft (banda gialla), mentre per il suo compagno di squadra Vettel al giro successivo veniva fatta la scelta opposta. Così i primi quattro piloti perdevano posizioni, tranne Alonso, che riusciva a rientrare davanti a Vettel. Era gioco facile per il pilota australiano rilevare al primo posto Button, fermatosi per cambiare le gomme al 15° giro.

Al giro successivo Perez e Hülkenberg lottavano tra loro all’ultima curva, ma il tedesco finiva la sua corsa fuori pista, con Maldonado e Bianchi ai ferri corti alla prima curva all’inizio della diciassettesima tornata.

Dopo cinque giri, la seconda Safety Car, questa volta a causa di Perez, che toccava l’erba sintetica all’esterno della curva 14 che immette sul traguardo, ballava sul cordolo e andava a demolire la sua Force India sul muretto box. Conseguenze fisiche zero per il pilota, emotive non pervenute.

Da quel momento, Alonso è per la prima volta in pista, inanellando tre giri veloci dal 28 al 30° giro. Undici giri dopo Perez, Vettel tentava di emularlo, ma non ci riusciva, riprendendo la gara intonso, per un colpo di fortuna con la “C” maiuscola.

Lo spettacolo finale è iniziato a 13 giri dalla fine, quando Rosberg doveva rientrare per cambiare le gomme morbide con cui non sarebbe arrivato al traguardo. Prima c’era stata una scaramuccia con Hamilton, durante la quale Hamilton riceveva un ordine via radio perché facesse passare il finnico teutone (ignorato alla grande, salvo chiarimento nel dopo gara).

Dopo il pit stop, Rosberg si lanciava nella rimonta, mentre Alonso costruiva un risultato importante compiendo gli ultimi 31 giri con le soft, un’impresa. Nel frattempo, mentre Hamilton attaccava Alonso per la testa della gara, Ricciardo attaccava il pilota della Mercedes, forte di gomme più performanti e fresche.

Ricciardo passava Hamilton per la seconda posizione al 67° giro, mentre il giro dopo Alonso capitolava agli attacchi del giovane pilota australiano, ma riusciva a contenere il Lupo Luigino, anche grazie al contestuale attacco del Biondo Vichingo sul compagno di squadra.

Finiva con Ricciardo vincitore, Alonso secondo da legenda e Hamilton terzo da impresa. Più stretto il distacco tra Rosberg e Hamilton in classifica piloti, un’iniezione di fiducia per la Ferrari il secondo posto di Alonso e il sesto di Räikkönen, un mezzo miracolo del finlandese. Rosberg peraltro avrebbe potuto patire problemi tecnici ai freni peggiori, imitati da una maestria nel guidare in condizioni di umido con la frenata sbilanciata sull’anteriore.
Ora la Formula 1 va in vacanza fino a fine agosto, si ritroverà tra le conifere delle Ardenne di Spa. Anche noi ci andremo e ripenseremo a questo giornale. Ma questa è un’altra storia.

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FORMULA 1 PIRELLI MAGYAR NAGYDÍJ 2014 – Gara (risultato provvisorio)

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FORMULA 1 PIRELLI MAGYAR NAGYDÍJ 2014 – ANALISI TECNICA PIRELLI

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