Ebola minaccia l’Europa: scattato l’allarme in Gran Bretagna. Cameron riunisce il COBRA. Msf: epidemia fuori controllo

Dopo la chiusura delle frontiere deciso dalla Liberia, un caso sospetto in Gran Bretagna spinge il Primo Ministro britannico a riunire il comitato ristretto per la sicurezza pubblica (Cobra). In Italia? È tutto a posto… Allarme del direttore delle operazioni di Medici Senza Frontiere, Bart Janssens, intervistato dal quotidiano belga “Libre Belgique”. La morte del medico eroe della Sierra Leone

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Londra – Cresce l’allarme internazionale per l’epidemia di ebola che ha colpito alcuni Paesi dell’Africa Occidentale e rischia di propagarsi anche in Europa. Ieri il governo della Liberia ha blindato le frontiere, compresa quella con la Sierra Leone, nel tentativo di contenere la diffusione del virus.

Oggi un innalzamento dell’allarme proviene dalla Gran Bretagna, dove il ministro degli Esteri, Philip Hammond, ha dichiarato alla BBC che il virus dell’ebola “è una minaccia per il Regno Unito”. Il titolare del Foreign Office ha peraltro annunciato che nelle prossime ore il governo presieduto da David Cameron terrà un Cobra meeting proprio sulla minaccia globale che, nelle ultime ore, viene sempre più prospettata.

Il COBRA (Cabinet Office Briefing Room A) è un comitato ristretto di emergenza su questioni cruciali per la sicurezza del Regno Unito. Si riunisce su iniziativa del Prime Minister negli uffici del governo. Cameron, secondo quanto ha dichiarato Hammond, è tenuto informato costantemente. Al momento nessun cittadino britannico all’estero risulta infetto, ma il Foreign Office ha comunque annunciato un monitoraggio dei cittadini del Regno Unito residenti in Africa occidentale.

Nel frattempo, i giornali britannici hanno riportato la notizia di un uomo proveniente dalla Nigeria, via Parigi, arrivato all’aeroporto di Birmingham con i sintomi della febbre emorragica, sottoposto ai test nell’ospedale della città. Le analisi comunque poi sono risultate negative.

In Nigeria è stato registrato un primo caso di ebola. Così, visti gli stretti legami con gli altri Stati dell’Africa Occidentale dove si sono registrati la maggior parte dei casi, il ministero della Sanità di Abuja ha diramato un’allerta nazionale per tutti i medici del Paese, perché sussiste il fondato timore che l’epidemia possa diffondersi.

L'unica immagine disponibile del COBRA (Cabinet Office Briefing Room A) britannico, che è in stretto contatto con il  sistema nazionale dei servizi di informazione e sicurezza (foto Wikipedia)
L’unica immagine disponibile del COBRA (Cabinet Office Briefing Room A) britannico, che è in stretto contatto con il sistema nazionale dei servizi di informazione e sicurezza (foto Wikipedia)

Si teme anche che il gruppo jihadista Boko Haram possa utilizzare la diffusione della malattia come bomba batteriologica per colpire Paesi vicini e non.

Da Bruxelles è giunta una valutazione terrificante sulla situazione in Africa Occidentale da parte di Bart Janssens, direttore delle operazioni di Médecins sans Frontières, intervistato dal quotidiano belga “Libre Belgique“. Secondo Janssens “questa epidemia è senza precedenti, assolutamente fuori controllo e la situazione non fa che peggiorare, per cui si sta nuovamente estendendo, soprattutto in Liberia e Sierra Leone, con focolai molto importanti“, ha dichiarato al quotidiano belga.

Se la situazione non migliora abbastanza rapidamente, c’è il rischio reale di vedere nuovi paesi colpiti – ha ammonito – non si può escludere, ma è difficile da prevedere, perché non abbiamo mai visto una tale epidemia“. L’epidemia di ebola ha finora fatto registrare 1.201 casi accertati e in tutto 672 decessi, dall’inizio dell’epidemia scoppiata all’inizio dell’anno in Guinea e poi estesasi in Liberia e Sierra Leone.

Ieri si è diffusa la notizia del della morte del medico “eroe” della lotta all’ebola in Sierra Leone, deceduto dopo aver contratto il virus. “Il dottor Omar Khan è morto“, ha annunciato Brima Kargbo, direttore dei servizi sanitari del Paese africano. Khan era stato ricoverato la scorsa settimana in un centro di cura per gestito da Médecins sans Frontières a Kailahun, nella zona orientale della Sierra Leone. Il ministro della Sanità, Miatta Kargbo, aveva definito Khan un “eroe nazionale“, perché per mesi “ha trascorso 12 ore al giorno a salvare vite umane“.

Di fronte all’innalzamento delle preoccupazioni internazionali, cosa accade in Italia? Niente, perché tutto è a posto. E l’allarme immigrati dall’Africa subsahariana? Fandonie dei nemici della Patria.

E le preoccupazioni delle Forze dell’Ordine? Notizie false messe in giro dai sabotatori di professione.

E i casi di malattie – una volta scomparse –  che avrebbero colpito militari della Marina? Eccesso di cautela.

Insomma, il Governo del Partito della Nazione tranquillizza il Paese, fino alla prossima emergenza e al foraggiamento di amici e amici degli amici. Della Nazione, s’intende…

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