Il Wall Street Journal stronca Matteo Renzi: “molte parole e pochi fatti”

Il quotidiano finanziario newyorkese ammette che la “la recessione infinita mette alla prova le sue promesse”

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New York – Matteo Renzi “ha parlato molto di come trasformare l’Italia, e il risultato alle elezioni europee” di maggio “ha mostrato” che il presidente del Consiglio avrebbe “il sostegno popolare per farlo”. Finora, però, “sono stati compiuti pochi progressi sulle riforme al sistema giudiziario e al mercato del lavoro, entrambi vitali per la crescita”.

Il Wall Street Journal ha dedicato un articolo alla “interminabile recessione” italiana, “un problema non solo per Roma, ma per l’intera eurozona”. “A meno che Renzi non cominci a mantenere le sue grandiose promesse – ha scritto Richard Barley sul quotidiano americano – ci potrebbero essere dei problemi in futuro”. La critica è chiara: finora, molte parole e pochi fatti.

Partendo dal nuovo dato, peggiore delle aspettative, sul calo del Pil nel secondo trimestre dell’anno dello 0,2% rispetto al primo, quando l’economia aveva registrato una contrazione dello 0,1%, il Wall Street Journal ha sottolineato che “la verità è che l’Italia non è mai uscita dalla recessione”, visto che “negli ultimi 12 trimestri, ha avuto un trimestre di crescita”. L’economia italiana, ora, “è più del 9% sotto i livelli precedenti alla crisi e in termini reali è allo stesso livello del 2000. Quasi l’intero periodo trascorso nell’euro è stato un insuccesso economico per l’Italia”.

Poi, il Wall Street Journal è passato all’impietoso confronto con la Spagna, cresciuta per quattro trimestri consecutivi e capace di chiudere il secondo trimestre con un +0,6 per cento. “La conclusione che la Spagna stia beneficiando” delle riforme economiche di cui “l’Italia ha solo parlato è difficile da evitare”. Chiaro anche il giudizio del Fondo monetario internazionale: a luglio, ha alzato la previsione sulla crescita della Spagna per il 2014 dello 0,3% all’1,2%, mentre ha tagliato dello stesso ammontare quella relativa all’Italia, scesa allo 0,3 per cento. “Potrebbe persino – secondo il quotidiano – dimostrarsi ottimistica”.

I risultati negativi dell’economia italiana potrebbero, se ripetuti, “rappresentare una minaccia alla rete di sicurezza per l’eurozona fornita da Mario Draghi (il presidente della Banca centrale europea, ndr)”. “Se l’Italia – ha aggiunto Barley – non potrà generare una significativa crescita economica nel lungo periodo, il suo debito non diminuirà”.

“Gli economisti sono ancora fiduciosi che l’economia italiana possa superare la crisi quest’anno. Gli investitori, però, non dovrebbero dare troppa fiducia all’idea – si legge ancora nell’articolo – che l’economia italiana possa espandersi leggermente nel terzo o nel quarto trimestre”. “A meno che non ci siano prove evidenti di riforme economiche – ha concluso il Wall Street Journal – ci saranno pochi motivi per essere ottimisti per l’Italia. L’intervento di Draghi (sui titoli di Stato, ndr) era mirato a respingere le paure irrazionali sulla fine dell’eurozona, non le preoccupazioni razionali che un Paese non mantenga le sue promesse”.

(TMNews)